Finito! Ho approfittato di un weekend al mare per terminare la lettura di questo stupendo libro ed eccomi qua a condividere con tutti voi le mie impressioni sul testo. Il libro è scritto davvero in maniera egregia. Scorre benissimo e non annoia mai neanche per un istante! Ho apprezzato tantissimo la cartina geografica con sopra segnalati gli spostamenti di Enaiatollah e mi sono trovato più volte, durante la lettura, a consultarla. Molto utile soprattutto per rendersi conto dei Km che ha dovuto percorrere questo ragazzo per sfuggire ad una probabile sicura morte, dato il contesto in cui è nato ed avrebbe rischiato di crescere. Ho molto apprezzato anche le righe in cui Fabio Geda interrompe il racconto di Enaiatollah per fare domande, constatazioni e che spesso ci concedono dei buoni spunti di riflessione. Il fatto di aver suddiviso il libro in capitoli in base alle nazioni attraversate, è stato senza dubbio l'approccio migliore anche se personalmente io preferisco quei libri che mi danno la possibilità di mettere il mio segnalibro a fine capitolo e non a metà... ma questo è soltanto un mio "feticismo"

... quindi va bene così! Un libro da 9 a mio parere. L'ho apprezzato davvero moltissimo. Questo soprattutto perché mi ha fatto aprire gli occhi su quella che ormai è una realtà per tutti, e non solo per i clandestini che arrivano in Italia. Anche per tutti gli italiani. Spesso ci troviamo a contestare questi eventi, ad essere arrabbiati o quant'altro e, in vari casi, il nostro paese, seppur meglio di molti altri in quanto ad accoglienza, rischia di intraprendere strade che lo mettono in cattiva luce. Faccio riferimento agli episodi di violenza e di razzismo contro i clandestini di cui ci è capitato in passato di sentir parlare. E' vero che da parte nostra e di tutte le altre nazioni dell'Unione Europea è necessario controllare questo fenomeno. Ma è anche vero che spesso la domanda che mi farei se mi trovassi ad operare al posto degli incaricati è:"Possiamo fare altrimenti? La nostra coscienza potrebbe permetterci di fare diversamente una volta noti gli eventi?" Ad esempio, ho trovato davvero devastante l'esperienza che ha dovuto vivere Enaiatollah e credo che chiunque di noi, abituato alla vita civile, sarebbe potuto davvero morire in condizioni analoghe. Una delle cose che mi ha fatto rimanere maggiormente a bocca aperta è stato il racconto del viaggio di 3 giorni sul furgone. La storia delle due bottiglie di plastica e tutto il resto... roba da matti. Ora che sappiamo una cosa del genere, e sappiamo come i fondamentalisti trattano le persone in Afghanistan, davvero potremmo pensare di rispedire i clandestini alla loro sorte? Io non ce la farei... quindi, alla luce poi del fatto che Enaiatollah ha dimostrato di avere le migliori intenzioni (vuole studiare, lavorare, crescere in un paese libero, ecc.), ben vengano le persone come lui. Civilmente credo sia giusto accoglierle e, da cittadino italiano, mi sento di ringraziare quelle famiglie, come quella di Danila, che danno la loro disponibilità ad accogliere questi ragazzi. Concludo come sempre con una delle mie frasi preferite, estratta dal libro:"Ma a tutti (me compreso) vivere interessa molto, e per vivere siamo disposti a fare cose che non ci piacciono". Effettivamente...
Sto cercando di organizzare una sorpresa per tutti i soci e gli amici del Club del Libro sulla nostra pagina fan su Facebook. Mi raccomando, in questi giorni visitatela. Spero di riuscire nell'intento di regalarci un'altra piccola emozione. Stay tuned