Io lo stavo leggendo giusto ora... e volevo farvi una domanda...
Ieri durante il meeting parlavamo del fatto che l'autore abbandonava la città industrializzata per ritirarsi nei boschi in un periodo in cui la rivoluzione industriale era appena agli inizi... un periodo in cui, come diceva giustamente Elle, avveniva il contrario! Probabilmente aveva già visto/intuito che aria tirava...
Oggi, 2013, secondo voi, sarebbe possibile ripercorrere la strada dell'autore?
A volte penso che di questo passo, potremmo essere costretti ad abbandonare le città... ne possiamo fare soprattutto una questione di salute ma non è solo questo... certo, non penso che personalmente mi metterei a costruire una casa da zero con le mie mani come racconta l'autore... ma nel mio piccolo l'idea di allontanarmi un po' dalla città per immergermi nella natura è un qualcosa che mi ha sempre attirato... mi ritengo anche abbastanza fortunato perché, non abitando proprio a Firenze ma in periferia, nel giro di un quarto d'ora posso trovarmi a camminare nel bosco... e quando ci vado, come una settimana fa con la neve, sto davvero bene... ma alla fine lo vedo più come un passatempo... potrei pianificare una vacanza nella natura e sarei nel mio... ma non credo riuscirei mai ad abbandonare tutto per ritirarmi in una casa nel bosco vivendo di quello che coltivo... tra l'altro le nuove generazioni "cittadine" purtroppo credo abbiano anche perso quella manualità tipica dell'agricoltore... fossimo costretti a tornare indietro sarebbe un bel casino non credete?

guidocx84 ha scritto:

Io lo stavo leggendo giusto ora... e volevo farvi una domanda...
Ieri durante il meeting parlavamo del fatto che l'autore abbandonava la città industrializzata per ritirarsi nei boschi in un periodo in cui la rivoluzione industriale era appena agli inizi... un periodo in cui, come diceva giustamente Elle, avveniva il contrario! Probabilmente aveva già visto/intuito che aria tirava...

io ho qualche dubbio sulla capacità di intuizione dell'autore....

la rivoluzione industriale non era affatto agli inizi...semmai nel 1845 era già "bella e finita"

Oggi, 2013, secondo voi, sarebbe possibile ripercorrere la strada dell'autore?
A volte penso che di questo passo, potremmo essere costretti ad abbandonare le città... ne possiamo fare soprattutto una questione di salute ma non è solo questo... certo, non penso che personalmente mi metterei a costruire una casa da zero con le mie mani come racconta l'autore... ma nel mio piccolo l'idea di allontanarmi un po' dalla città per immergermi nella natura è un qualcosa che mi ha sempre attirato...

anche io ogni 3 mesi di vita al centro di Roma sentivo il bisogno di tornare in campagna e di addormentarmi senza un rumore salvo quello dei grilli....

secondo me, oggi, chiaramente con modalità diverse da quelle dell'autore, è diventata una necessità riscoprire uno stile di vita e un'economia più legata alla terra

Ma ritornare indietro secondo me è utopistico se non per qualche avvenimento che non potremmo controllare. Ma voi pensate, non so se prenderla seriamente o per gioco ma...se tornassimo indietro dovremmo fare a meno del club del libro...non dobbiamo vedere la cosa carina della campagna, della natura, se si deve ritornare indietro, dobbiamo rinunciare a tutto e oggi come oggi non si puo' fare ma si potrebbe scendere a compromessi magari

io ho qualche dubbio sulla capacità di intuizione dell'autore....

la rivoluzione industriale non era affatto agli inizi...semmai nel 1845 era già "bella e finita"

E' no Emi... dipende quale rivoluzione industriale intendi... per certi versi oggi potremmo addirittura dire di essere nel bel mezzo della Terza rivoluzione industriale... lui ha vissuto nel bosco due anni, due mesi e due giorni tra il 1845 ed il 1847... quindi a cavallo tra la prima e la seconda... avrà visto tutto ciò che ha generato la prima e intravisto l'inizio della seconda...

Wikipedia:
Spesso si distingue fra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima riguarda prevalentemente il settore tessile-metallurgico e comporta l'introduzione della spoletta volante e della macchina a vapore; il suo arco cronologico è solitamente compreso tra il 1760-1780 al 1830. La seconda rivoluzione industriale viene fatta convenzionalmente partire dal 1870-1880, con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. Talvolta ci si riferisce agli effetti dell'introduzione massiccia dell'elettronica e dell'informatica nell'industria come alla terza rivoluzione industriale, che viene fatta partire dal 1970[1].

anche io ogni 3 mesi di vita al centro di Roma sentivo il bisogno di tornare in campagna e di addormentarmi senza un rumore salvo quello dei grilli....

secondo me, oggi, chiaramente con modalità diverse da quelle dell'autore, è diventata una necessità riscoprire uno stile di vita e un'economia più legata alla terra

Esatto... era proprio quello che intendevo io!

guidocx84 ha scritto:

io ho qualche dubbio sulla capacità di intuizione dell'autore....

la rivoluzione industriale non era affatto agli inizi...semmai nel 1845 era già "bella e finita"

E' no Emi... dipende quale rivoluzione industriale intendi... per certi versi oggi potremmo addirittura dire di essere nel bel mezzo della Terza rivoluzione industriale... lui ha vissuto nel bosco due anni, due mesi e due giorni tra il 1845 ed il 1847... quindi a cavallo tra la prima e la seconda... avrà visto tutto ciò che ha generato la prima e intravisto l'inizio della seconda...

esatto è proprio quello che volevo dire....l'autore però non ha visto prima nulla....del '48 è il manifesto del partito comunista....quindi la critica a quella forma di capitalismo era già molto forte

oh santo cielo, veramente emi, manco l'hai letto e ne parli come se... non l'avessi letto... ti sei fossilizzato su sta cavolo di rivoluzione e non avendo letto non puoi capire quello che cerca di comunicare... intanto visto che fai il sapientino dimmi anche i nomi di coloro che parlano di ambientalismo, ovvero di ritorno alla natura rispetto alla città nello stesso periodo o poco prima... visto che screditi thoreau come uno che non dice nulla di nuovo.

detto questo, mi sembra che tu snoccioli solo nozioni e non applichi la logica, e ti spoliero in risposta un pezzo della conclusione, che chi lo sta leggendo, credetemi, tutto il libro ne vale la pena solo per la conclusione:



e ancora



questo era per dire che voler sempre aver ragione su un libro non da sbocchi, perché ognuno vede il libro dal suo punto di vista.
Ultima cosa e cito ancora, perché questa ne vale la pena:

io ho qualche dubbio sulla capacità di intuizione dell'autore....

la rivoluzione industriale non era affatto agli inizi...semmai nel 1845 era già "bella e finita"

lui non parla mai di rivoluzione industriale, ne ho parlato io per dirti che non parla di ambientalismo nel senso che lo intendiamo noi oggi, ma nel senso di allontanamento dalla città, errore mio a parlare di una cosa del quale non conoscevo le date precise.

guidocx84 ha scritto:

Oggi, 2013, secondo voi, sarebbe possibile ripercorrere la strada dell'autore?
[...] le nuove generazioni "cittadine" purtroppo credo abbiano anche perso quella manualità tipica dell'agricoltore... fossimo costretti a tornare indietro sarebbe un bel casino non credete?

Sarebbe sì un bel casino! Come dici giustamente tu, non siamo più abituati a "cavarcela da soli"... però io non penso che sia impossibile, si tratta solo di riscoprire come si fa.
Conosco dei vecchietti in Sicilia che hanno sempre vissuto così, in case in mezzo alla campagna, vivendo di ciò che producono e poco più... vivono bene e sono felici. Stando a contatto con loro, ho vissuto alcune delle emozioni più intense della mia vita. Certo loro fanno parte di una generazione che proprio non ha mai conosciuto la città, ma c'è anche chi è proprio dalla città che vuole scappare.
Anche Sergio è uno che è sempre stato molto a contatto con la natura... vogliamo riscoprirla un po', soprattutto io che non l'ho mai conosciuta e soprattutto ora che c'è Leo... abbiamo deciso che in Germania non andremo ad abitare in città, ma fuori, dove ci sono boschi e fiumiciattoli!

Si Betty capisco quello che dici delle persone che stanno in campagna qui dalle mie parti...ma hai bene detto...loro non conoscono la città e soprattutto gli agi, quindi non hanno molta scelta di adattarsi perchè i vecchini che stanno in paese hanno vissuto allo stesso modo di quelli delle campagne ma hanno seguito la società visto che li circondava, perchè loro si sono ritrovati ad avere molte cose, magari utili, quando prima non li avevano, quindi è stata una miglioria. Ma noi che conosciamo la praticità di una cosa, la comodità, non è sempre facile farne a meno, non è impossibile ma neanche semplice. Devi odiare la società consumistica che ti circonda per fare una scelta simile. Scegliere di andar a vivere in periferia, molto più vicino alla natura non vuol dire fare l'esperienza del protagonista del libro, ma vivere in un posto più bello, più calmo e vivibile e cmq avete fatto benissimo, ottima scelta!!

Katya ha scritto:

Scegliere di andar a vivere in periferia, molto più vicino alla natura non vuol dire fare l'esperienza del protagonista del libro, ma vivere in un posto più bello, più calmo e vivibile

Sì sì, non volevo intendere che la mia intenzione di andare a vivere fuori città fosse come l'esperienza del libro... anche perché non mi ci vedo a costruirmi da me una capanna con le assi di legno, con Leo nella fascia portabebé!! Però per me sarà un po' una scoperta, perché io ho sempre vissuto a Torino città, in mezzo ai palazzi...

ziaBetty:

per me sarà un po' una scoperta, perché io ho sempre vissuto a Torino città, in mezzo ai palazzi...

io è già 8 anni che vivo a Perugia-città e sinceramente non ho mai avuto nemmeno lontanamente l'idea di andare a vivere in campagna, né in periferia.. sarà che magari ancora non ho una famiglia, né un lavoro stabile e quindi non mi voglio allontanare dalle zone più attive della città, ma sicuramente il motivo è un altro..
io ho vissuto fino alla maturità nel mio paesino in Basilicata, un centro graziosissimo immerso nel verde del Parco Nazionale del Pollino, un posto spettacolare con tanta natura incontaminata da rischiare di perdersi e non essere più ritrovati, se si sale sulle vette oltre i 1000 m... però secondo me proprio come reazione alle limitazioni che naturalmente avevo in un paesino così piccolo, ora non riesco proprio a pensare di allontanarmi da un centro cittadino..