Scusate ma non resisto. Torno un pizzico indietro... Visto poi il libro che ha vinto, la tematica della paura nelle sue differenze tra libro e film è proprio troppo interessante.

Purtroppo non ho potuto rispondere più "in tempo".. che più o meno tutto il mio scorso fine settimana è stato impegnato, poi volevo rifletterci un attimo e infine pensavo di perdere l'occasione con la chiusura di questa finestra di discussione, ma forse.. sul filo di lana..
Anche secondo me e come si diceva, una scena diciamo cosi.. spaventosa.. in un film risulta più di impatto, più diretta. E appunto si.. immediata.
Che si tratti di arte o no, cinema e televisione sono strumenti di cui fruiamo comunque passivamente.
Quello che vediamo ci arriva senza che noi si abbia la possibilità di mediarlo o filtrarlo. Almeno non di primissimo impatto.
La lettura, con i libri, invece no.
Il punto di incontro tra libro e lettore, si può forse dire che sia a meta strada.
Difficile però dire cosa sia più forte tra i due strumenti. Cinema o tv e libri. Secondo me dipende da chi li usa a monte. Regista quindi, o scrittore.
E nello specifico posso fare un paio di esempi. A sostegno della forza delle immagini dei film nel primo esempio. E dei libri, nel secondo.
Per quanto riguarda una scena da film cui sono a malapena sopravvissuto citerei I fratelli Taviani con Il mestiere delle armi. La specifica scena descriveva tutta la preparazione necessaria all'amputazione di una gamba di un personaggio del film. Interno di un abitazione, uomo sul letto, medico, strumenti e mi fermo qui. Una preparazione.. una regia degna della scena della battaglia dell'Enrico V di Kenneth Branagh. Quest'ultima infatti, più che resa nell'effettivo arrivo di cavalli e cavalieri prima dello scontro, sta tutta invece negli occhi terrorizzati di chi avrebbe dovuto fronteggiare lo scontro. E per quanto riguarda i Taviani, scrivendo.. a malapena sopravvissuto.. intendevo letteralmente. Sarà pure successo parecchi anni fa, ma dovetti alzarmi dalla poltrona, guadagnare in qualche modo il primo bagno del cinema e abbracciandomi al lavandino, ficcare entrambi i polsi sotto l'acqua fredda per riattivare la circolazione.. giuro! Pallido, bianco in volto.. più bianco delle lenzuola su cui era disteso il corpo di quel malcapitato della scena di amputazione del film.
E tuttora non conosco la prosecuzione di quella scena. E tuttora non mi interessa. Insomma una capacita descrittiva e ricostruttiva degna di un libro ma con la differenza della passività insita nello strumento del cinema.
Letale. Sara stato il momento.. o più facilmente la mano registica dei due Taviani. Infatti, non vedendo comunque per scelta film dell'orrore, in altre simili visioni non mi è più capitato di stare cosi male.
Più inerente alla discussione a proposito di King, invece.
Citerei il monumentale e anche per me ottimo libro di It.
Edizione del Marzo 1990.. quasi più grande di me perciò quando lo comprai quattordicenne per divorarlo anche io subito e in particolare nell'arco di una sola estate di vacanza scolastica.
Che lettura, che ricordi...
Essendo invece a volte un po' bacchettonamente purista per le prime versioni in generale.. ho tralasciato di vedere la sua nuova versione filmica. Non che lodi in particolare la prima versione televisiva. Anche se quando la vidi mi piacque abbastanza, oggi la trovo sicuramente, anche se simpaticamente.. "tenera". Però quest'ultima, sempre e comunque più credibile negli impacci giovanili dei giovani protagonisti, che nella versione odierna anche se a me ignota. Sarà per dei ragazzi forse un po' troppo costruiti o anonimi. Non saprei... Ad esempio infatti, secondo me.. vallo un po' a rifare un film come Stand by me. Valli a ritrovare degli attori giovani cosi empatici! E di conseguenza It, al cinema.. oggi... Aldilà dell'età.. per il mondo fragile e fantascientifico che propone.. decisamente no.
Parlo, scrivo.. sicuramente al buio, ma non mi è interessato vederlo rifatto. Senza anche solamente contare poi che la mitica barchetta di carta di George.. anche solo nel trailer del film.. al 90% è sicuramente digitale...!!!
Comunque. Nel citare questo libro e quella serie tv, dopo il primo esempio di cui sopra della paura o spavento al cinema con i Taviani, volevo qui portare un caso per me storico tra i tanti libri di King, in cui la paura maggiore è derivata appunto dalla lettura, dal libro. Tempo fa, e ne ho rivisto qualche passaggio, hanno infatti riportato in tv la vecchia originale serie tv di It, anni 90. E nel leggere i vostri post in merito appunto alla paura tra film e libri, mi sono ricordato una scena specifica che in questo caso rende per me molto più forte e consistente la paura nel libro piuttosto che nel film, serie tv...
Non mi sogno di descriverla nel dettaglio, sarebbe un tentativo folle...
E non la posto neanche che mi dilungherei ancora di più, invece di concludere...
Più brevemente possibile insomma.. vediamo un po'.
Nella caldaia della scuola, uno dei ragazzi del gruppo vive, subisce.. il terrore da una delle tante trasformazioni di It.
Un terribile lupo mannaro se non sbaglio.
Unica via di scampo, una di quelle finestrelle da stanza seminterrata caratteristica di molti edifici scolastici anche qui in Italia.
Unica possibilità di arrivarci una piccola montagna di carbone accatastata contro la parete a rendere possibile arrivare a quella finestra.
Elementi contrari.. la paura raggelante ed immobilizzante, la velocita del lupo mannaro, l'instabilità della montagna di carbone sotto i piedi e la misura ristretta dell'aperura della finestra da cui poter scappare. Mi sembra che la scena, il momento.. sia perlomeno chiaro.
Insomma, "inutile" dirvi, per quanto mi riguarda.. quanto nel ricordo mi sia ancora viva e vivida questa scena, letta ovviamente dal libro con le parole di King.. al contrario dei pochi miseri secondi di questa stessa scena rivista casualmente qualche settimana, mese fa in un passaggio televisivo della serie tv... Imparagonabili.
Film o libri quindi - al di la di paragoni e discorsi specifici nell'ambito della stessa opera fruibile sia su libro che su film - in merito alla paura, anche se in maniera sicuramente diversa, sono secondo me, soprattutto a seconda di chi li fa, entrambi potenzialmente parimenti influenti.
Forse la vera differenza sta, sia nel merito della violenza fine a se stessa che in quella "funzionale" a una storia, nel fatto che una scena o descrizione violenta, su di un libro non ci risulta veramente "lesiva" come invece sarebbe ed è quando la vediamo in un film. Nella lettura, per quanto possa essere descritta nel dettaglio una scena o luogo, in qualche modo ci mettiamo del nostro. Siamo più attivi. Quindi per quanto mi riguarda, a parità di descrizione, se proprio deve capitare che, libro o film, come da scelta dell'autore, io debba passare per la descrizione di una scena violenta o come si diceva, spaventosa.. personalmente, al buio di qualsiasi informazione sulla mano che l'ha soprattutto girata,
preferisco di gran lunga il libro.
La riconosco quando arriva. La posso evitare se non mi piace.
Infine, ad esclusione di scrittori e registi che so o capisco essere particolarmente sanguinosi e sanguinari e che volentieri evito.. penso, spero.. almeno tra film e libri.. di avere comunque un certo stomaco.