Vista la maratona in corso sui Miserabili penso fare cosa gradita ai partecipanti segnalare qualche curiosità sull'autore, così amato anche da Proust,
VICTOR HUGO NEI GUERMANTES II
Nella sala da pranzo dei Guermantes, così si discute di Hugo:
“Madame d’Arpajon: Oh! Madame ha mille ragioni, le concedo che il mondo che ci fa vedere è brutto perché lui stesso non sa distinguere fra il brutto e il bello, o meglio perché la sua insopportabile vanità gli fa credere che tutto ciò che lui dice sia bello; convengo con Vostra Altezza che, nel brano in questione, ci sono delle cose ridicole, incomprensibili, delle cadute di gusto, che è difficile capire che a leggerlo si fa fatica come se fosse in russo o in cinese, perché è chiaro che è tutto tranne francese; però, quando ci si è sobbarcati a quella fatica la ricompensa non manca, c’è dell’immaginazione!”. Non avevo sentito l’inizio del discorsetto. Alla fine, non solo scoprii che il poeta capace di distinguere il bello dal brutto era Victor Hugo, ma anche la poesia difficile da capire come se fosse scritta in russo o in cinese era:
Lorsque l’enfant parait, le cercle de famille
Applaudit à grand cris…..
Nota:1 sono i primi versi della diciannovesima poesia della raccolta Les Feuilles d’Automme di Victor Hugo (“Quando il bambino appare, il circolo di famiglia/applaude con entusiasmo….”)
che risale al primo periodo del poeta ed è ancora, forse, più vicina a Madame […omissis] che al Victor Hugo della Legende des Siècles (nota: che Proust considera il capolavoro di Hugo, fu pubblicato in tre riprese dal 1850 al 1883.)
Le chiacchere continuano attorno alla tavola:
“Ma mia cara, non è mica una scoperta, sapete? quel che ci avete detto di Victor Hugo” Obiettò la duchessa [Di Guermantes, Oriane] a Madame d’Arpajon, vedendo che costei s’era girata dalla sua parte con aria inquieta. “Non illudetevi di lanciare un debuttante: Lo sanno tutti che ha talento. Quello che è detestabile è il Victor Hugo dell’ultimo periodo, la Legend des Siecles e non so cos’altro, ho dimenticato i titoli. Ma Les Feuilles d’Automme, Les Chants du Crèpuscule, spesso opera di un poeta, d’un vero poeta. Persino nelle Contemplations, aggiunse la duchessa, senza che nessuno dei suoi interlocutori (per ovvie ragioni osasse contraddirla, “ci sono ancora delle belle cose. Ma confesso che oltre il Crèpuscule preferisco non avventurarmi! E poi, nelle belle poesie di Victor Hugo – e ce ne sono – si trova spesso un’idea, un’idea che può anche essere profonda.”
[…..omissis]
Ecco sentite:
La douler est un fruit, Dieu ne le fait pas croitre
Sur la branche trop faible, encor pour le porter
(Il dolore e un frutto, Dio non lo fa crescere
Sul ramo ancora troppo debole per reggerlo)
(dai i Meridiani volume 2, pag. 591, 592, 593)
"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)