VFolgore72 ha scritto: Ho finito la prima parte dei Guernantes. Altra sorpresa, forse ancora più grande. Proust sembra anticipare lo scontro eterno vigente nella medicina generale, quando parla con estrema chiarezza dei danni che può derivare dal tentativo di curare il malato in maniera quasi ossessiva e cita l’episodio di un malato immaginario di fegato, che muore giovane per nefrite causa prescrizione errata con un altro tipo di cura.
Caro mio amico Vittorio, te lo avevo detto che questo Proust ti avrebbe sorpreso. Lui figlio di un medico sanitario, che lavorava per il governo, un gran personaggio nella realtà. Il fratello pure medico conosciuto e stimato. Proust non perde occasione e non solo nei Guermantes per criticare ferocemente, direi alla Moliére, l'operato dei medici. L'episodio da te citato l'ho bene in mente, e non so come mai, forse abbiamo io e te un filo di telepatia che ci unisce, ci stavo pensando proprio alcuni giorni fa, per riferirmi a un caso reale analogo.
Altro fatto, che ti racconto e che dimostra quanto poco Marcel teneva in considerazione i medici e i loro consigli.
Dalla biografia di Celeste Alberet, "Monsieur Proust, Edizione SE, si viene a sapere da questa affezionatissima cameriera che fu con Proust gli ultimi otto anni della sua vita, che lo scrittore le aveva fatto promettere che quando sarebbe arrivata la "sua ora" cioè qualora fosse peggiorata la sua precaria salute, morì all'età di 51 anni, non avrebbe permesso a nessun medico di intervenire con medicine più o meno "salvifiche".
Purtroppo, la domestica, proprio gli ultimi giorni della vita del suo adorato padrone allettato con un febbrone dovuto a una brutta polmonite chiamo il dottore che fece a Marcel una puntura per calmarne i dolori. Céleste Alberet vide negli occhi del suo padrone un rimprovero per la mancanza alla sua promessa e se ne rammaricò tutta la vita.
Lui morì pochi giorni dopo sempre assistito dalle cure amorose di Cèleste che alla fine chiamò anche il fratello minore al letto del malato. Che rifiutò fine alla fine anche la penicillina.
Questa una conversazione fra Celeste e Marcel:
"Celeste, non spenga la lampada.....Celeste....C'è in camera una donna enorme, una donna enorme vestita di nero, orribile......Voglio veder bene..."
"Monsieur, non si tormenti: la scaccerò via, quell'orribile donna! Le fa paura?"
Disse: "Un po' sì. Ma non bisogna toccarla......"
Due mesi o tre prima, Proust aveva scritto la parola fine sul suo settimo volume della Recherche:
"Il tempo ritrovato"
Ormai poteva e voleva morire. I suoi critici la chiamano eutanasia.
Leggere Proust è più che una semplice lettura è................. Un'immersione completa nell'arte letteraria. E' la conoscenza di un piccolo grande uomo, che per sua fortuna non ha avuto bisogno di lavorare per la pagnotta e si è dedicato animo e corpo all'arte vera, quella che resta dopo le mode.