Sabato, 06 Settembre 2025

Letteratura italiana

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21/03/2018 18:47 #35420 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura italiana
Sono a più della metà del romanzo, che trovo buono, mi pare sul genere di Cassola, ovviamente posteriore. Però non mi sento particolarmente coinvolta, forse perché quella società contadina la conosco, in Toscana ci sono nella valli Apuane soprattutto, molte persone così fatte, con quel modo di vivere e quella mentalità, senza contare che anche qui da noi in Lombardia, molti operai che avevano lasciato parzialmente la vita nei campi, per il lavoro in città, erano così, da ragazza ne ho conosciuti tanti.
Finirò il libro non prima di due giorni, non sto leggendo altro, poi ho già qui quello di Bassani.
Su questo libro di Tozzi non credo di essere in grado di esprimere altri giudizi, per certi versi mi ricorda qualche poesia pascoliana, quelli della raccolta di Castelvecchio. Non so, come vedi sono a corto di giudizi.:( :( :( :(

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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25/03/2018 21:50 #35485 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura italiana
Finito di leggere con grande fatica Tozzi. Letto anche Giorgio Bassani "Dietro l'uscio", mi è piaciuto molto. Ora spetto "Sovvertimento dei sensi" di Zweig, mi arriverà a casa fra qualche giorno.
Quando hai voglia fatti sentire. Ciao:)

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26/03/2018 19:01 #35492 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Letteratura italiana
Ho finito anch'io entrambi i libri :)

Pubblicato nel 1919, "Con gli occhi chiusi" tratteggia i tormenti e le delusioni del giovane Pietro. La sua vita amara è segnata dal brutale rapporto con il padre Domenico, dalla grettezza e povertà degli operai che lavorano nel podere familiare di Poggio a' Meli e, soprattutto, dalle incertezze laceranti di un amore che mai appaga. Il giovane Pietro guarda ma non vede: i suoi occhi sono il sipario che volontariamente solleva o serra dinanzi alla realtà incomprensibile, ingestibile; sono l'unica difesa da una vita che disobbedisce alle illusioni, quando non si ha il coraggio e la forza di abitare, giorno per giorno, l'esistenza.

Qualcuno, parlando di Federigo Tozzi, ha scritto: “la grandezza, la contraddizione, l’ambiguità di questo scrittore sta proprio qui, una sua pagina potrebbe portare tanto a un quadro senese del Trecento quanto a uno norvegese di fine Ottocento, in pieno espressionismo, perché Tozzi è modernità, ma è anche provincialità, al tempo stesso”.

Il fascino dei suoi libri, per me, risiede proprio in questo: che sfuggono ad una precisa definizione. Con gli occhi chiusi non fa eccezione e lo rappresentazione - realistica ed allo stesso tempo allucinata – delle scene cittadine o campagnole che fanno da sfondo e cornice alla vicenda potrebbe appunto servire da esempio.

Qui lo stato d’animo dei personaggi può essere espresso - per contrasto o analogia - attraverso le descrizioni paesaggistiche, ma è vero anche il contrario: che uno stato d’animo influenzi la visione delle cose, tanto da distorcere la realtà.

E in effetti il titolo stesso allude alla cecità (psicologica) che affligge – o in cui si crogiola - il protagonista, totalmente incapace di vedere al di là del proprio io. Un io peraltro molto fragile e confuso così come il suo racconto, che pur seguendo il classico ordine cronologico si compone più di sensazioni che di fatti.

La lettura del romanzo può così risultare agevole e faticosa allo stesso tempo, tra frasi e immagini talora accostate senza evidente nesso logico e rovesciamenti di prospettive, che mettono in primo piano episodi che definiremmo secondari e spesso sorvolano su quelli principali.

Per quanto mi riguarda ho anche apprezzato questa inconsueta scelta stilistica, ma devo anche ammettere ch’essa non aiuta a renderci partecipi alla vicenda. In particolare, non si riesce bene a “sentire” quanto sia intensa la passione amorosa del protagonista, né - data la sua inconsistenza - se essa sia vera. Da qui il mio voto, appena sufficiente: 6

Assai più scorrevole è stata invece la lettura di Dietro la porta, di Giorgio Bassani, pubblicato nel 1964. Anche qui protagonista è un adolescente che – mi verrebbe da dire - vive ad occhi chiusi.

Ciò che origliamo da dietro la porta può, a volte, cambiare per sempre la nostra vita. Il protagonista di "Dietro la porta" vive a Ferrara e frequenta la prima liceo fra il 1929 e il 1930. Una singolare polarità oppone due suoi compagni di scuola: l’impeccabile, studiosissimo Carlo Cattolica, “perfetto in tutto”, ammirato e invidiato, e l’insinuante Luciano Pulga, povero e strisciante. Essere amici di Cattolica sarebbe volare troppo vicino al sole, mentre la sgradevole frequentazione con Pulga si trasforma gradatamente, per il narratore, in un’intima amicizia, quasi un contagio. Carlo però gli tende un’insperata mano da amico, proponendogli di far cadere il suo falso amico in una trappola: nascosto dietro una porta potrà ascoltare – non visto – tutte le cattiverie che Pulga dirà su di lui...

E’ dunque tramite l’udito che questo ragazzo recupererà la vista, aprendo gli occhi sulla verità: su se stesso, oltre che su una presunta amicizia. Ma la verità è che certe domande non ce le si vorrebbe mai porre, né si vorrebbe fossero messe in dubbio le proprie sicurezze: eppure è così, anche attraverso delusioni e tradimenti, che si cresce.

Perché l’alternativa è la solitudine, quella che attende il protagonista del libro: “La perdita dell’innocenza è la perdita di un mondo che gli pareva eterno e che invece si è squarciato nell’amara realtà delle miserie umane; ciò lo isolerà ulteriormente, impedendogli di aprire quella porta che lo conduca alla consapevolezza di essere parte di una realtà che inconsciamente rifiuta”.

Voto: 7

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26/03/2018 20:14 #35493 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura italiana
Concordo con le tue due bellissime recensioni, e su "Dietro la porta" vorrei aggiungere qualcosa riguardo il protagonista. Egli quella porta non la vuole aprire del tutto, e lo dimostra anche Il giorno dopo che ha sentito Luciano parlar male di lui e di sua madre: ritornato a scuola preferisce tornare al suo primo banco infondo all'aula, piuttosto che condividere la finta amicizia di Cattolica.
Qui io ci vedo anche il carattere deciso e orgoglioso di Giorgio Bassani che ha avuto una bella e soddisfacente vita lavorativa.
Da tutto il romanzo traspare una parte di autobiografia di questo autore, decisamente un uomo che non ama farsi compatire.
E ora "Sovvertimento dei sensi" ma io dovrò aspettare che mi arrivi.
Per ora Buona Pasqua.

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26/03/2018 22:34 #35494 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Letteratura italiana
Bravo Lorenzo! Davvero da encomio. :)

Grazie per aver condiviso queste tue due letture "italiche". Mi hai fatto venir voglia di leggerli entrambi!!! ;)

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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27/03/2018 18:21 #35510 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Letteratura italiana

Qui io ci vedo anche il carattere deciso e orgoglioso di Giorgio Bassani che ha avuto una bella e soddisfacente vita lavorativa. Da tutto il romanzo traspare una parte di autobiografia di questo autore, decisamente un uomo che non ama farsi compatire.


Conosco poco di Bassani: ho letto però che il racconto è - almeno in parte - autobiografico. Sul carattere deciso e orgoglioso dell'autore, non discuto: però, nella scelta del protagonista di restare dietro la porta, scorgo anche il dolore di una ferita straziante e una condanna all'isolamento. Può bastare l'orgoglio a mitigare questa pena?

@Pier : sulle letture "italiche" mi sto ricredendo. Dopo averle snobbate per anni, riscopro gradualmente un interesse che si sta peraltro rivelando giustificato. Le traduzioni sempre aggiornate fanno certamente sembrare i romanzi stranieri assai più freschi e moderni, favorendo la nostra esterofilia; ma quelli italiani hanno il vantaggio di poter essere letti in originale: e non è ciò che qui più spesso rimpiangiamo di non poter fare? :)

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28/03/2018 20:22 #35524 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Letteratura italiana
Ho letto il racconto breve "La casa di via Valadier" di Cassola e ne sono rimasta soddisfatta. È un´opera dal tema politico (nella prima parte affronta l´accettazione-resistenza al fascismo negli anni Venti, nella seconda la moda del socialismo/comunismo), ma la politica è più che altro un pretesto per analizzare i diversi modi di affrontare i cambiamenti sociali a livello personale: c´è chi rimane indifferente e non reagisce, chi cambia valori a seconda di come tira il vento, chi fa del sentimento politico il proprio obiettivo nella vita, da cui trarre forza, e chi, come il protagonista della seconda parte, fa dei valori politici una parte di sè, non limitandoli a meri ideali da seguire e professoressa, ma rielaborandoli nel percorso della sua storia personale, della sua crescita, della sua vita.
Anche se il tema non farebbe per me, ho trovato la scrittura e la descrizione dei personaggi molto piacevoli, magari prima o poi mi dedicherö a qualcuna delle sue opere principali.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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06/04/2018 12:22 #35717 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura italiana
Giorgio Bassani.
E' su questo scrittore che intendo approfondire il Ciclo "Il romanzo di Ferrara", che comprende e raggiunge una forma definitiva nel 1980 con i seguenti volumi:
Cinque storie ferraresi, Dentro le mura, Gli occhiali d'oro, Il giardino dei Finzi - Contini, Dietro la porta (recensito più sopra), l'Airone e L'odore del fieno.
Chi si vuole associare a me per la lettura, ovviamente è il benvenuto. Io penso di iniziare verso il 20 di Aprile.:) :) :)

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31/07/2018 22:07 #37600 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Letteratura italiana

Ho finito anch'io entrambi i libri :)

Pubblicato nel 1919, "Con gli occhi chiusi" tratteggia i tormenti e le delusioni del giovane Pietro. La sua vita amara è segnata dal brutale rapporto con il padre Domenico, dalla grettezza e povertà degli operai che lavorano nel podere familiare di Poggio a' Meli e, soprattutto, dalle incertezze laceranti di un amore che mai appaga. Il giovane Pietro guarda ma non vede: i suoi occhi sono il sipario che volontariamente solleva o serra dinanzi alla realtà incomprensibile, ingestibile; sono l'unica difesa da una vita che disobbedisce alle illusioni, quando non si ha il coraggio e la forza di abitare, giorno per giorno, l'esistenza.

Qualcuno, parlando di Federigo Tozzi, ha scritto: “la grandezza, la contraddizione, l’ambiguità di questo scrittore sta proprio qui, una sua pagina potrebbe portare tanto a un quadro senese del Trecento quanto a uno norvegese di fine Ottocento, in pieno espressionismo, perché Tozzi è modernità, ma è anche provincialità, al tempo stesso”.

Il fascino dei suoi libri, per me, risiede proprio in questo: che sfuggono ad una precisa definizione. Con gli occhi chiusi non fa eccezione e lo rappresentazione - realistica ed allo stesso tempo allucinata – delle scene cittadine o campagnole che fanno da sfondo e cornice alla vicenda potrebbe appunto servire da esempio.

Qui lo stato d’animo dei personaggi può essere espresso - per contrasto o analogia - attraverso le descrizioni paesaggistiche, ma è vero anche il contrario: che uno stato d’animo influenzi la visione delle cose, tanto da distorcere la realtà.

E in effetti il titolo stesso allude alla cecità (psicologica) che affligge – o in cui si crogiola - il protagonista, totalmente incapace di vedere al di là del proprio io. Un io peraltro molto fragile e confuso così come il suo racconto, che pur seguendo il classico ordine cronologico si compone più di sensazioni che di fatti.

La lettura del romanzo può così risultare agevole e faticosa allo stesso tempo, tra frasi e immagini talora accostate senza evidente nesso logico e rovesciamenti di prospettive, che mettono in primo piano episodi che definiremmo secondari e spesso sorvolano su quelli principali.

Per quanto mi riguarda ho anche apprezzato questa inconsueta scelta stilistica, ma devo anche ammettere ch’essa non aiuta a renderci partecipi alla vicenda. In particolare, non si riesce bene a “sentire” quanto sia intensa la passione amorosa del protagonista, né - data la sua inconsistenza - se essa sia vera. Da qui il mio voto, appena sufficiente: 6

Dopo la bella recensione di Lorenzo mi ero decisa a riprovare a leggere Con gli occhi chiusi: letto nell'estate tra 4 e 5 liceo, ne avevo un ricordo non proprio entusiasta, avevo faticato tantissimo e ci avevo capito pochissimo. Stavolta ho fatto di meglio: non sono manco arrivata alla fine, mi sono fermata a 2/3 perchè non ce la facevo proprio più. Noioso da morire, il linguaggio fa addormentare, la narrazione è piattissima, non si capisce la psicologia dei personaggi, che secondo me sono tratteggiati malissimo.
Come dite spesso voi, ci sono momenti per alcuni libri e momenti per altri, bisogna interrompere a volte una lettura perchè magari non è il momento giusto. Be, se con Furore mi sono sforzata a finirlo perchè sapevo ne valeva la pena e che non lo avrei più ripreso in mano,, con Tozzi direi che ci metto definitivamente una pietra sopra.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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01/08/2018 13:06 #37605 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura italiana
Ciao Bibba, è un bel po' che non ti leggo. Meno male che ogni tanto riappari.
Anche io ho letto a occhi chiusi, con Lorenzo, e seppure non mi ha entusiasmato però sono riuscita ad entrare nei personaggi e nella situazione, forse perché, vivendo in Lombardia ho avuto modo da ragazza di conoscere certi personaggi e situazioni simili, qui nelle nostre campagna della "bassa".
Inoltre, ti dirò, visto i romanzi "moderni" che circolano attualmente, sto rivalutando la lettura e in alcuni casi la rilettura dei classici, tedeschi, russi, francesi, inglesi ed americani: di molti autori avevo letto soltanto alcuni titoli lasciandone da parte altri. Un saluto affettuoso, Graziella.

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