Sabato, 06 Settembre 2025

Una vita come tante - Discussione

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27/10/2021 10:10 #55033 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Una vita come tante - Discussione
Alice apprezzo moltissimo i tuoi commenti, si vede che hai amato molto questo libro e che ti ha particolarmente coinvolto emotivamente.
Sì forse hai ragione gli egoisti potrebbero essere tutti coloro che vogliono salvare Jude, ma il loro egoismo per me è più comprensibile, perché quando ami una persona vuoi che stia bene e se anche non sta bene comunque la vuoi vicina e speri sempre di salvarla. Invece Jude che ama i suoi amici e i suoi genitori perché non vuole vederli felici? Perché si fa del male sapendo di procurare male? Le mie sono sicuramente domande retoriche e so di farla troppo semplice, ma l'egoista mi sembra Jude che non riesce a superare il suo malessere per amore dei suoi cari.
Premetto però che parlo senza cognizione di causa, perché non riesco ad identificarmi nella situazione di Jude, nei suoi traumi, così mi viene da dire che proverei comunque a riscattarmi, a buttarmi alle spalle lo schifo e a risorgere, soprattutto sapendo che c'è tanta gente che mi ama come nel caso di Jude.

MEMENTO AUDERE SEMPER
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27/10/2021 19:33 #55039 da elis_
Risposta da elis_ al topic Una vita come tante - Discussione

Alice apprezzo moltissimo i tuoi commenti, si vede che hai amato molto questo libro e che ti ha particolarmente coinvolto emotivamente.
Sì forse hai ragione gli egoisti potrebbero essere tutti coloro che vogliono salvare Jude, ma il loro egoismo per me è più comprensibile, perché quando ami una persona vuoi che stia bene e se anche non sta bene comunque la vuoi vicina e speri sempre di salvarla. Invece Jude che ama i suoi amici e i suoi genitori perché non vuole vederli felici? Perché si fa del male sapendo di procurare male? Le mie sono sicuramente domande retoriche e so di farla troppo semplice, ma l'egoista mi sembra Jude che non riesce a superare il suo malessere per amore dei suoi cari.
Premetto però che parlo senza cognizione di causa, perché non riesco ad identificarmi nella situazione di Jude, nei suoi traumi, così mi viene da dire che proverei comunque a riscattarmi, a buttarmi alle spalle lo schifo e a risorgere, soprattutto sapendo che c'è tanta gente che mi ama come nel caso di Jude.

Hai perfettamente ragione, il problema credo consista nel fatto che le persone nella situazione di Jude non riescono ad essere così razionali, sono troppo accecate dalla loro emotività e, anzi, in realtà sono convinte che sparendo dalle nostre vite ci farebbero del bene perchè credono che la loro presenza arrechi solo fastidio. Non si rendono conto di essere egoisti e di fare del male perchè non si rendono conto di essere amati, non riescono a concepire che ciò sia possibile, di essere meritevoli di tale affetto, e purtroppo è estremamente difficile cambiare questa visione di sè, in questi casi l'unica cosa che può aiutarli è la psicoterapia, l'amore non basta. Come ho già detto, parlo per esperienza diretta e anch'io inizialmente la pensavo come voi, il tempo però mi ha portata a cambiare idea, o meglio, adattarla. E' difficile stare accanto ad una persona così, è difficile vedere come si autodistrugga, come non creda in sè nonostante ai nostri occhi sia meravigliosa, però, se ci si tiene davvero, non si deve mollare, gli si deve stare accanto nella speranza che un giorno arrivi davvero quella redenzione in cui speriamo o, al limite, un equilibrio in cui possano vivere piuttosto serenamente, anche se ciò vuol dire avere dei giorni in cui si è costretti a mandare giù bocconi amari, in silenzio, perchè se si rendessero conto che col loro comportamento ci fanno stare male starebbero anche peggio, è un circolo vizioso, abbastanza complesso. Credo inoltre che loro ci provino davvero a buttarsi tutto alle spalle, anche se a noi non sembra che si impegnino abbastanza i loro sforzi non vanno screditati perchè a loro appaiono titanici, Jude c'ha provato per Willem, l'abbiamo visto, ma purtroppo non sempre riescono a farcela. 
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29/10/2021 15:02 - 29/10/2021 15:03 #55087 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Una vita come tante - Discussione

elis_ post=55028Ho (forse è il caso di aggiungere "finalmente?" 

 ) terminato il libro! 

Due mesi per leggere un libro come questo non sono tanti, direi che sei stata quasi veloce :-P Alla fine sia è molto lungo, sia può risultare pesante e ogni tanto bisogna fare delle pause per tornare a respirare dopo l´immersione in tanto sconforto.

Riguardo alla tua domanda su cosa cambia tra una profonda amicizia e una relazione amorosa se non vi è contatto fisico, in effetti non saprei cosa rispondere. Ti direi l´intimità, ma credo che l´intimità sia più una conseguenza che una causa (divenendo una coppia, si creano situazioni di intimità maggiore) e l´intimità non ha molto o non sempre a che fare col contatto fisico. Forse è l´attrazione, che può essere anche solo semplicemente visiva, sentimentale, intellettuale e che dà delle emozioni diverse rispetto alla sintonia intellettuale che si può avere con un amico. Ma anche qua non son sicura se su ciò influisca comunque un´attrazione fisica di base.
Attenzione: Spoiler!

elis_ post=55028
mi ha fatto riflettere soprattutto quando parla dei motivi per aggrapparsi alla vita che si danno ad una persona che non pensa di averne più, mi sono ritrovata talvolta in quella posizione e anch'io mi sono posta gli stessi interrogativi, tra cui, il più grande: e se gli chiedessi di tenere duro per egoismo? E se soffre davvero così tanto, non sarebbe più giusto lasciarlo andare? Attendo riscontro da parte vostra anche su quest'aspetto! 

Forse sbagliamo e diamo un´importanza e un valore troppo diverso alla malattia fisica e alla malattia mentale (e con questa indico anche malattie psichiche come la depressione). Si è infatti sempre più favorevoli all´eutanasia proprio perchè ci si rende conto che si vuole tenere i cari in vita per egoismo, perchè finchè quella persona è in vita stiamo meglio noi, e non ci interessa se quella persona in realtà sta soffrendo. E il concetto si estende non solo a chi è in coma, bensì anche a malati terminali, in cui il discorso "non sarebbe più giusto lasciarlo andare" penso sia relativamente diffuso. Mentre per la depressione no: forse perchè le sofferenze son più latenti (oddio, quelle di Jude mi sembrano abbastanza chiare, ma forse perchè noi lo abbiamo conosciuto intimamente, mentre nella realtà è piú difficile conoscere certe dinamiche, pur essendo molto vicini a una persona) e chi non ne soffre non dà loro il giusto peso e gli sembrano risolvibili, perchè sembra più semplice mettersi nei panni di chi soffre piuttosto che mettersi nei panni di chi ha il cancro, ed è quindi più semplice giudicare. Quindi penso sia molto più raro e difficile pensare "non sarebbe più giusto lasciarlo andare" di una persona solamente depressa, sarebbe troppo difficile da accettare perchè ci sembrerebbe una situazione risolvibile, curabile. Sì, è sempre egoismo, ma mentre ci si sente veramente impotenti a cercare di sostenere e aiutare una persona malata di cancro, con chi soffre di depressione credo sia impossibile riuscire a gettare la spugna, si vuole cercare in tutti modi di capirla perchè le persone, al contrario della malattia fisica, teoricamente le si può capire se lo si vuole e le si ascolta e ci si prende tempo per loro. Penso sia veramente difficile cambiare questo approccio.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 29/10/2021 15:03 da bibbagood.
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29/10/2021 16:09 #55090 da elis_
Risposta da elis_ al topic Una vita come tante - Discussione
Se rifletto sulla differenza tra la mia relazione amorosa e le mie amicizie più care, in termini di affettività, la prima che mi salta in mente è in effetti l'attrazione, il forte coinvolgimento emotivo e l'intimità, però sono tutte cose che si sono susseguite a una relazione fisica. Sono convinta che la sessualità sia molto più dell'atto in sé, soprattutto se praticata con una persona che si ama, è una sfera che coinvolge anche l'affettività, consolidandola e accrescendola, forse anche per questo Willem, come hai detto tu in effetti, era più coinvolto rispetto agli anni precedenti mentre Jude no, per cui il mio dubbio rimane. 
Grazie per il confronto su malattia fisica e malattia mentale, molto bello e decisamente accurato. 

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23/01/2022 15:30 #57247 da Gisella
Risposta da Gisella al topic Una vita come tante - Discussione
Da poco più di una settimana ho ripreso questo libro tra le mani, e in poco tempo ho fatto un balzo di 600 pagine! Sono quasi a pagina 800 e non riesco più a staccarmene. Mi ha completamente rapita. Jude, Willem, Harold, Andy... Non sono più personaggi, ma persone in carne e ossa. Ho il magone ogni volta che Jude riapre le sue ferite, sia fisiche che d'animo. Vivo l'angoscia di Willem per non riuscire quasi a farsi bastare da Jude, la frustrazione per non sapere come poterlo aiutare ulteriormente. 
Incredibile come un libro possa restare con te durante la tua giornata, anche lavorativa.
Ringraziano per il messaggio: nautilus, elis_

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24/09/2024 19:10 #68141 da clamore
Risposta da clamore al topic Una vita come tante - Discussione
Essendo nuova non sono sicura che questa discussione sia ancora aperta, ma lo spero. Una vita come tante e' stato il libro che ha avuto piu' impatto in assoluto su di me, ha aperto un varco. Ha aperto un vuoto tra me e gli altri libri, finirlo e' stato come perdere una persona a me cara. Saro' sincera, per un po' non ho letto piu', volevo rimanere con quel gusto in bocca senza lasciarlo scivolare con qualche altro libro. Inoltre, dopo aver aperto qualche altra varia opera, non riuscivo, avevo paura che mai piu' mi sarei sentita come leggendo una vita come tante. A distanza di anni posso dire che non e' cambiato nulla, e che mi sento ancora profondamente legata.
Ringraziano per il messaggio: nautilus, elis_

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10/03/2025 10:08 #70384 da Menti55
Risposta da Menti55 al topic Una vita come tante - Discussione
Ho letto solo da poco questo libro ma vedo che ha creato un bel dibattito in cui ho piacere ad offrire il mio contributo.
Credo che qualsiasi lettore giudichi un libro in base alle emozioni che suscita, alla piacevolezza della scrittura e alla capacità di catturarne l’attenzione. Sotto questi aspetti, Una vita come tante di Hanya Yanagihara è un romanzo splendido: avvince, coinvolge e si lascia leggere con grande trasporto nonostante la sua mole impegnativa. A caldo, lascia un senso di grande soddisfazione.Poi, però, subentrano le riflessioni a freddo, e affiorano diversi elementi inverosimili, esagerati, poco credibili, che solo fino a un certo punto possono essere giustificati dalla vena creativa dell’autrice. Siamo di fronte a un’opera che intreccia molte storie, tutte incentrate sulla vita di Jude, il protagonista, e dei suoi tre amici fin dai tempi del college: Willem, JB e Malcom.Tranne Malcom, cresciuto in una famiglia benestante, gli altri tre hanno un’infanzia difficile e, nel caso di Jude, addirittura drammatica. I quattro amici si trasferiscono in una cittadina del New England e raggiungono il successo nei rispettivi campi: JB, affascinato dall’arte fin da ragazzo, diventa un rinomato artista capace di ritrarre l’anima dei suoi soggetti; Willem, generoso e altruista, diventa un attore famoso e ricercato; Malcom, appassionato di architettura sin dai tempi del college, diventa un architetto di fama.Tuttavia, il romanzo ruota interamente attorno a Jude, che diventa un avvocato di successo, freddo e determinato nelle cause. Nonostante la possibilità di una carriera nella pubblica amministrazione, con prospettive di diventare Procuratore Distrettuale, sceglie di entrare in uno studio legale d’élite, i cui clienti sono personaggi molto ricchi e grandi multinazionali. La decisione sorprende i suoi amici e soprattutto il suo ex docente, che nel frattempo ha adottato Jude, riconoscendo in lui le stesse qualità del figlio scomparso.Jude, però, nasconde a tutti un passato terribile: orfano, vittima di sfruttamento e abusi sessuali, prima in un monastero e poi da parte di un frate che lo trascina nella provincia più degradata, rendendolo un oggetto di piacere per chiunque fosse disposto a pagare. Yanagihara svela il suo passato con pagine di crudezza estrema, dipingendo una (dis)umanità capace delle peggiori nefandezze. Quell’infanzia segna Jude per sempre: la sua vita è un costante equilibrio tra il desiderio di riscatto e un inesorabile istinto di autodistruzione.Proprio questa sua estrema sensibilità lo rende il fulcro dell’attenzione di amici e genitori adottivi. Nonostante una relazione imprevista e intensa con Willem, i fantasmi del passato non lo abbandonano. Quando Willem muore tragicamente in un incidente insieme a Malcom e sua moglie, il senso di autodistruzione di Jude si acuisce. Il finale, tragico, è quasi inevitabile.Ma a mente fredda sorgono molte domande. È credibile che tutte le peggiori sventure immaginabili capitino a Jude e che, nonostante tutto, riesca a ottenere un successo professionale straordinario? È plausibile che, dopo anni di abusi, finisca nelle mani di uno psicologo pedofilo che, dopo averlo segregato e violentato, tenti di ucciderlo investendolo, lasciandolo storpio, ma senza riuscire a porre fine alla sua vita? È realistico che Malcom, ragazzo di colore cresciuto negli anni ‘70-’80, non incontri mai difficoltà legate alla sua etnia? È credibile che Willem, attore famoso, eterosessuale e desiderato da molte donne, scopra improvvisamente la sua omosessualità e rinunci a ogni rapporto con l’altro sesso per dedicarsi completamente a salvare Jude?"Una vita come tante è un romanzo straordinario, capace di avvolgere il lettore in un vortice di emozioni intense e contrastanti. Ma è anche un’opera che spinge all’estremo la rappresentazione del dolore, fino a far sorgere il dubbio se sia una narrazione profondamente empatica o un esercizio di sofferenza esasperata. Qualche critico si è anche chiesto se l’autrice non abbia volutamente puntato anche su un certo voyeurismo emotivo, spingendo il lettore a un coinvolgimento quasi morboso nel dolore di Jude. Alla fine, resta un senso di smarrimento: è una storia potente e indimenticabile, ma ci si chiede se tanto insopportabile dolore fosse davvero necessario per raccontarla.
Ringraziano per il messaggio: guidocx84

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

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