Rispondo ai commenti precedenti perchè mi fa molto piacere confrontarmi con voi sul finale della storia
bibbagood post=53982Un´altra riflessione che si trova nell´ultimo terzo del libro che mi è piaciuta e che secondo me rimanda al titolo "Una vita come tante", la fa Willem, quando ripensa a un testo che aveva dovuto studiare:
Seth: Ma non capisci, Amy? Ti sbagli. Una relazione non può mai darti tutto ciò di cui hai bisogno. Può darti qualcosa. Di tutte le cose che puoi volere da una persona - l´alchimia sessuale, diciamo, o una conversazione brillante, un sostegno economico, compatibilità intellettuale, gentilezza, lealtà - puoi sceglierne al massimo tre. Tre, capisci? Forse quattro se sei molto fortunata. Il resto devi cercarlo altrove. Solo nei film puoi trovare una persona che ti dia tutto ciò di cui hai bisogno. Ma qui non siamo al cinema. Nel mondo reale, devi scegliere quali sono le tre qualità con le quali vuoi trascorrere la tua vita, dopodichè puoi cominciare a cercarle. La vita è così. Non ti rendi conto che stai per cadere in una trappola? Se continui a pretendere di trovare tutto, finirai per rimanere senza niente.
Secondo me è questa la chiave di ogni relazione. Essere realisti e accettare che la persona "perfetta" non esiste, bensí quasi perfetta, ovvero colei con le cui mancanze (o che tali sono ai nostri occhi) possiamo scendere a compromessi perchè ci rendiamo conto che alla fine non sono aspetti cosi rilevanti e determinanti come altre cose, che quella persona invece, rispetto ad altre, è in grado di offrirci. Ogni coppia "perfetta" è una coppia che ha capito quali erano le qualità con cui voler trascorrere la vita e che è riuscita a dare la giusta importanza e a mettere in secondo piano altre cose. Chi invece si sforza di trovare la persona perfetta perchè sente di meritare di più, o si sforza magari di cambiare la persona con cui sta per renderla più simile a quel che si vorrebbe, difficilmente troverà serenità. Questo non vuol dire doversi accontentare, quanto prendere consapevolezza di cose è per noi importante.
Secondo me Willem lo ha capito, mentre Jude no.
Ho terminato il libro ormai da qualche settimana, e rimango dell´opinione che sia stata una bella lettura. Purtroppo continuo anche a pensare che l´autrice avrebbe potuto evitare di oltrepassare quella linea su cui si era tenuta in bilico per più di metà del libro, visto che voler far succedere tragedie una dopo l´altra rende il libro stucchevole ed è impossibile empatizzare. Calcolando però la mole e l´arco di una vita o più vite che l´autrice descrive, direi che il mio giudizio finale è positivo. Le ultime pagine mi sono piaciute, ma avrei voluto che ci si soffermasse un pochino di più. Lo so che erano già 1000 pagine che scriveva, ma è stata una fine un po´ troppo veloce (intendo la parte di Harold).
Rimango molto scettica riguardo al comportamento di Jude:
Comunque, mi è piaciuto il forte sentimento di amicizia, di affetto, che secondo me traspare in molte delle pagine. Avrei forse preferito un´atmosfera meno ostentatamente ricca e glamour che secondo me non c´entra molto e toglie profondità a molte delle scene.
Per quanto riguarda l'aspetto delle relazioni (che ha fatto parecchio riflettere anche me durante la lettura), sono d'accordo, pur essendo cresciuta con il mito del principe azzurro e avendo speso diversi anni della mia vita a cercarlo, alla fine mi sono legata ad una persona che inizialmente non consideravo nemmeno, proprio perchè ho seguito questo principio: non era perfetto, non aveva per niente l'aspetto fisico dell'uomo dei miei sogni, ma ci incastravamo così bene caratterialmente da non poterlo ignorare. Oggi, 6 anni dopo, continuiamo ad incastrarci giorno dopo giorno, sempre di più, colmando le lacune reciproche, e quei "difetti" che prima mi sembravano rilevanti adesso sono totalmente oscurati dai pregi e dalle migliorie che apportano alla mia vita.
Concordo con la fine un po' troppo veloce, ho avuto la stessa sensazione in effetti, e concordo col fatto che forse l'autrice ha calcato troppo la mano con i drammi, ma devo ammettere che, da persona fortemente emotiva, me ne accorgo solo adesso a lettura conclusa, durante mi sono sorbita tutto quello che mi propinava perchè troppo immersa nella storia
il gesto finale invece lo trovo coerente con il personaggio.
Noto che la mia è una voce fuori dal coro per quanto riguarda il personaggio di Jude e non posso fare a meno di chiedermi se ciò sia dovuto alla mia esperienza personale, avendo vissuto (e vivendo tutt'ora) accanto ad una persona con molte caratteristiche simili a lui e dovendomi sforzare di comprenderne i pensieri. Capisco che venga considerato egoista, ma come si fa a cambiare una mentalità eradicata in lui fin dall'infanzia? Lui stesso dice che è come un cancro, ormai metastatizzato, che avrebbe dovuto curare tempo fa e per cui ormai non c'è più nulla da fare. Come possiamo considerare egoista una persona che vive con un bagaglio simile, talmente pesante che va oltre ogni nostra immaginazione? Credo che lui ci provi a cambiare, ci provi a credere alle parole dei suoi cari, ma la considerazione che ha di sé è stata plasmata e intaccata in un'età cruciale e sia talmente forte ed eradicata da non riuscite più a cambiarla, nonostante la volontà. Vi pongo una prospettiva diversa:
Credo che l'incidente risulti meno credibile solo perchè è susseguito a tutta una serie di eventi, pur essendo quello statisticamente più probabile ci porta comunque a dire "e che cavolo, anche questo adesso?"
quindi, a parer mio, poteva essere evitato per questo motivo, ma trovo azzeccatissimo il tuo punto di vista, per me il limite è arrivato con lo psichiatra, potendo scegliere avrei evitato di inserire quella parte nella vita di Jude.