SINOSSI
30 agosto 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare. Nulla ad Aurora, New Hampshire, sarà più lo stesso. Trent’anni dopo le indagini vengono riaperte e inizia la ricerca della verità sul caso Harry Quebert. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, è nel pieno di un blocco creativo. Così decide di rivolgersi al suo mentore, Harry Quebert, uno degli autori più stimati del paese, nella speranza di superare la crisi e consegnare in tempo il suo nuovo libro. Ma quello che aspetta Marcus non è certo una vacanza: nella villa di Harry infatti la polizia rinviene dopo trent'anni il corpo della giovane Nola Kellergan, scomparsa nel 1975. Tra i due si era consumata una relazione burrascosa, anche per via della differenza d'età, quindi lo scrittore diventa presto l'indiziato principale, l'opinione pubblica gli si avventa contro e accusato di omicidio rischia la pena di morte. A Marcus il compito di investigare: tra i libri del suo maestro, nel passato degli stimati abitanti di Aurora, con il solo obiettivo di salvare Harry, la propria carriera e forse anche se stesso. La verità sul caso Harry Quebert è un fiume in piena, travolge il lettore e lo calamita dalla prima all’ultima pagina. È il giallo salutato come l’evento editoriale degli ultimi anni: geniale, divertente, appassionante, capace di stregare prima la Francia, poi il mondo intero.
RECENSIONE
Questo libro mi è stato vivamente consigliato da una mia cara amica e, una volta conclusa la lettura, non ho potuto che confermare il suo entusiasmo. Lettura appassionante che mi ha travolta ed enormemente distratta dagli esami universitari! Ho passato quattro giorni incollata alle pagine di questo voluminoso libro, grazie alla scrittura semplice e scorrevole che caratterizza lo scrittore, Joël Dicker. La storia è ambientata nella piccola città di Aurora (New Hampshire, USA), luogo apparentemente perfetto e idilliaco dove uno scrittore come Harry Quebert si trasferí nel 1975 per terminare il suo libro in assoluta tranquillità. Pagina dopo pagina, si scopre come una città da sogno nasconda in realtà misteri irrisolti che sfociano nel ritrovamento del cadavere di Nola Kellergan, quindicenne scomparsa nell'estate del 1975. Il suo corpo viene ritrovato dopo 33 anni dalla scomparsa nel giardino dello scrittore e professore universitario Harry Quebert, che viene accusato dell'omicidio della ragazza. Marcus Goldman, giovane e famoso scrittore - alla disperata ricerca di una nuova storia per il suo editore - si occuperà della vicenda in quanto ex allievo e carissimo amico di Quebert. Marcus cerca di aiutare il suo mentore, il quale però è restio a raccontare la verità sulla vicenda. Scavando nel passato della vittima, Marcus scoprirà che la ragazza, descritta come modello di perfezione, nascondeva in realtà numerosi segreti che, una volta svelati, accompagneranno il protagonista ad un'inaspettata verità. La storia è ricca di colpi di scena inaspettati ed è esattamente l'aspetto che preferisco in un giallo. Ho trovato molto interessante il modo in cui l'autore racconta le relazioni tra i personaggi, soprattutto quella tra Marcus e Harry: inizialmente la loro relazione sembra quella tra un normale studente ed il suo professore, ma procedendo nella lettura si capisce come questa sia molto più complicata e piena di parole mai dette. Sorprendentemente, il personaggio che ho preferito è stato quello di Nola: descritta come una figura angelica e figlia del parroco locale, la sua figura compie un'intera evoluzione e si trasforma completamente durante la storia. Unica nota negativa nella narrazione: ho trovato le descrizioni dei personaggi femminili secondari a tratti scontate e superficiali. Durante la lettura, un punto che mi ha anche fatto molto riflettere è stata la presenza della stampa e dell'opinione pubblica. Come sempre succede nella realtà, la vita delle persone coinvolte in fatti di cronaca nera, viene passata al setaccio in ogni minimo dettaglio e non mancano mai mezze verità o eventi ingigantiti al punto da descrivere persone innocenti come orribili mostri. Mi ha fatto molto pensare il fatto che spesso mettere in prima pagina una notizia per vendere copie, sia più importante della verità stessa e non importa quali siano le sue terribili conseguenze che questa avrà sulle vite degli interessati. In questo caso Harry, accusato di omicidio ma non condannato, vede la sua vita completamente distrutta dall’opinione pubblica ancor prima di aver subito un processo. Grazie al successo internazionale di questo romanzo, Dicker ha vinto nel 2012 i premi Grand Prix du roman de l'Académie française e Goncourt des lycéens. È stata inoltre prodotta una serie televisiva di dieci puntate basata sul libro, con Patrick Dempsey nel ruolo di Harry Quebert. Anche la serie mi è piaciuta molto e trovo che sia rimasta molto fedele al libro. Complessivamente, ho trovato la trama molto appassionante e mai banale. Il lettore si trova davanti a innumerevoli piste false e ad altrettante possibilità per svelare il mistero che si cela dietro l'omicidio ma la verità è molto lontana dall’essere ovvia. Consiglio il libro a chiunque sia alla ricerca di una lettura piacevole, non troppo impegnativa e scorrevole.
[RECENSIONE A CURA DI FEDEC91]
| Autore | Joël Dicker |
| Editore | Bompiani |
| Pagine | 784 |
| Anno edizione | 2019 |
| Collana | Narrativa straniera |
| ISBN-10(13) | 9788830100466 |
| Prezzo di copertina | 14,90 € |
| Prezzo e-book | 8,99 € |
| Categoria | Giallo - Poliziesco - Noir |


Commenti
Volevo chiederti un consiglio.
Recentemente ho visto su Sky la serie tratta dal libro e mi è piaciuta molto. Non sono riuscito a trattenermi e ho visto la serie prima di leggere il libro. Ora, trattandosi di un giallo, ovviamente conosco l'epilogo del libro e quindi mi domando se ha senso che io legga il libro oppure no. Soprattutto se, come dici, la serie TV è stata molto fedele al libro.
Al contrario, in passato mi è capitato di leggere libri dopo aver visto le trasposizioni cinematografiche. Esempio eclatante per me è stato "Il signore degli Anelli". In quel caso però il libro mi trasmise emozioni diverse rispetto al film che, nonostante fosse ben strutturato e abbastanza fedele alla storia originale, non avrebbe potuto racchiudere sul grande schermo tutto il mondo raccontato da Tolkien nella trilogia.
Cosa consiglieresti dunque a chi ha visto la serie TV? Leggere o non leggere il libro? Ovviamente noi lettori sappiamo che il tempo dedicato ad un libro non è mai tempo perso. Però è anche vero che ci sono tanti, tanti, tanti libri da leggere... Grazie!
Anche a me é capitato in passato di vedere le trasposizioni cinematografiche di alcuni film o serie prima di poter leggerne il libro. Personalmente, quando mi é successo, ho sempre deciso di aspettare un pó di tempo prima di cimentarmi nella lettura, in modo che la mia mente avesse il tempo di dimenticare alcuni dettagli, anche se il finale é sempre difficile da dimenticare
Secondo me, con il tempo molti dettagli della serie tv potrebbero scemare e leggere il libro potrebbe riservarti piacevoli sorprese!
Se posso permettermi poi, ti consiglierei di dare un occhiata anche a "Il libro dei Baltimore" (sempre di Joel Dicker, ma meno famoso), in cui il protagonista é ancora una volta Marcus Goldman. Questo volume si configura piú come un prequel piuttosto che un sequel de "La veritá sul caso Harry Quebert" ma da quel che so a poco a che vedere con quest'ultimo. (...continua)
Ho letto che anche "La scomparsa di Stephanie Mailer" ha ricevuto pareri positivi dalla critica. Potrebbe essere una buona idea leggere un altro dei suoi libri e se ti dovesse piacere il suo modo di scrivere, prendere in mano anche "La verita sul caso Harry Quebert".
Ti ringrazio tanto per il tuo commento!
PS: scusami ma ho dovuto fare due commenti perché la mia capacitá di sintesi non é delle migliori!
Ho provato anche a dare una chance al Libro del Baltimore, e che reputo migliore di [...] Harry Quebert,, ma continua ad essere troppo derivativo (Huckelberry Finn è la più evidente 'citazione') e con parti anche molto noiose (la storia d'amore del protagonista).
Però sono una delle poche che la pensa così, sarò un po' strana (
Grazie a te per i molti spunti forniti! Ne terrò sicuramente conto. Aspetto la prossima recensione allora!
Giacomina, ti capisco. Anche io ho provato la stessa sensazione guardando la serie TV. È vero che l'amore è platonico, però...
Però inevitabilmente ho anche pensato a "Lolita" di V. Nabokov (Nola ricorda molto nei suoi atteggiamenti la "ninfetta" di Nabokov) che fu anche nostro Libro del Mese. Ne discutemmo molto perché anche in quel caso provammo questa sensazione spiacevole... ricordo che parlammo della necessità da parte del lettore di provare ad "astrarsi/distaccarsi" (ove possibile) per poter apprezzare al meglio il romanzo, altrimenti inevitabilmente ci saremmo arrabbiati/indispettiti e provato cattive sensazioni in merito a ciò che stavamo leggendo. Lungi da me comparare i due autori o le due opere, ma la sensazione è simile. Che ne dite? Avete letto Lolita? Per voi è stato lo stesso
Sì mi ricordo quella discussione 'movimentata'
La citazione a Lolita è evidentissima in HQ, anzi, avendo letto anche i Baltimore, mi sembra che sia il m.o. di Dicker: una trama che è la 'citazione' di un classico della letteratura (Lolita il primo e Huckleberry Finn il secondo, palesemente ) con altri richiami da libri 'minori'. Non è un'accusa eh, sono chiaramente omaggi, tanto che Dicker richiama l'opera da cui si ispira con il nome di un personaggio principale. Il problema secondo me è che non ha uno stile abbastanza maturo per trattare tematiche così delicate, forse ha un po' scelto male la prima opera.
Ovviamente Nabokov ha uno stile che è tutt'altra cosa, e nonostante ciò il libro ancora oggi è dibattuto (leggendo tra le righe la storia di Lolita è straziante). Anzi, dirò che la serie di HQ è molto più realistica per me del film storico di Lolita: tolta la scrittura superba, rimangono le immagini crude e quello che dovremmo provare è il disagio.
La tua è una riflessione interessante, secondo me il problema resta nell'abilità dello scrittore: leggere Lolita è terribile e non mi piace farlo. Brucerei Hubert e penso che Kubrick abbia fatto un danno colossale nella mente popolare con la sua interpretazione. Ma non è un brutto libro.
Mentre HQ non mi è piaciuto proprio come libro per delle evidenti debolezze dell'autore. Secondo me dovrebbe trovare un editor che compatti un po' i libri, per esempio, in un centinaio o due di pagine in meno renderebbero meglio tagliando le parti di 'stanca'. Magari sta anche migliorando, ma prima di rileggere altro di suo, aspetterei qualche hanno per dargli tempo di evolversi