Francis ha scritto:
Giami23 ha scritto: Sono arrivata al VII canto ma vorrei avere un vostro parere sul V. Per quanto riguarda il ruolo della donna è rilevante, secondo me, anche quello di Francesca, relegata con il suo amante Paolo nel cerchio dei lussuriosi.
Quello che mi colpisce è che lei rivendica il diritto all'amore, rifiuta , seppur condannata alla pena dei lussuriosi per aver commesso adulterio, di guardare al suo amore come un peccato e si fa portavoce della sua storia, del suo tormento e delle passioni, cagione del suo supplizio. Anche in questo caso è la donna a farsi protagonista , infatti Paolo tace lei sola parla a Dante, esaltando l'amore e rivendicando le sue ragioni, rifiutando di guardare al suo amore come ad un errore. Questo è al contempo anche esplicativo del peccato però valutando il contesto è la prima volta che una donna nella letteratura medievale si fa protagonista e questo dice molto. Voi cosa ne pensate?
Però si può leggere anche da un punto di vista più "maschilista", che sarebbe teoricamente quello più "medievale", se vogliamo...
Perché Paolo tace? Nella nostra concezione, successiva al Romanticismo, Paolo ci sembra quasi vergognarsi per aver indotto Francesca al peccato e per questo non fa parola...
Invece nell'ottica medievale è Francesca che parla e prova a giustificare il peccato, perché la donna è portatrice di peccato (vedi Eva...).
Cioè, l'impressione è che ci sia un dualismo molto netto nella concezione della donna: o sei una pura figura angelica, oppure sei una peccatrice che merita di stare all'Inferno...
Io sarei molto cauto a giudicare in termini contemporanei di maschilismo/femminismo un libro scritto più di 700 anni fa. E' già sbagliato farlo con cose scritte 70 anni fa: la morale cambia. Ciò che ci sembra giusto oggi sembrerà assurdo agli occhi dei nostri nipoti.
Uno dei tratti fondamentali dello Stilnovismo era il vedere la donna come ideale, un angelo che innalza l'animo dell'uomo, attraverso l'amore. Per questo motivo Beatrice è colei che guida Dante in paradiso, fino a Dio. L'amore, quindi, sarebbe la più potente espressione divina. E visto che l'amore parte dall'angelica donna, credo che questo sia il motivo per cui è Francesca a parlare e non Paolo.
Francis, tu dici che per Dante la donna è o peccatrice o angelo. Però, a inizio canto, quando Dante elenca i dannati, parte sì da donne (Semiramide, Cleopatra ed Elena) ma cita pure uomini, come Paride e Tristano. Per Dante un peccatore è un peccatore, che sia uomo o donna. Anzi, nell'Inferno la stragrande maggioranza di peccatori sono maschi.
Quello che secondo me è importante di questo canto, che forse lo rende il canto più importante di tutta la Commedia, è il finale. Dante cade "come corpo morto cade", perché qui vi è il conflitto fondamentale di tutta la sua filosofia: l'amore per Dante è la maggiore espressione divina, ma l'amore, genuino, tra Paolo e Francesca, li porta all'inferno. Dante non riesce a spiegarsi questa contraddizione, come sia possibile che un amore così vero, potente, che quindi dovrebbe essere divino, sia sbagliato.