Se siete d'accordo vorrei cambiare un po' argomento e discutere con voi di un altro importante spunto di riflessione che mi ha dato questo libro.
Mi riferisco in particolare all'episodio della festa a casa dei protagonisti, organizzata da David e Buone Nuove con l'obiettivo di convincere i propri vicini di casa ad ospitare dei senzatetto.
Il gesto in sé è ammirabile e mi è venuto automatico pensare cosa avrei fatto se un mio vicino di casa o semplicemente un conoscente mi avesse proposto una cosa del genere.
Mentre credo che potremmo essere facilmente in grado di ospitare in casa nostra un parente o un amico in difficoltà, ritengo che la questione si complichi oltremodo se questa persona è uno sconosciuto o un senzatetto.
Per come sono fatto e per ciò in cui credo, nonché per il modo di vivere di cui vi parlavo qualche post fa, idealmente dovrei accettare di buon grado la proposta. Eppure sono abbastanza certo nel dire che avrei enormi difficoltà nel farlo. Enormi!
Quello che mi piacerebbe sapere è se provate anche voi la stessa cosa e se sì come mai secondo voi in tutta coscienza ragioniamo così? E' la società in cui viviamo che ci porta a dire no? E' che siamo egoisti?
Con la mia collega Elisa (che so che ci legge ma non scrive...) l'altro giorno facevamo un semplice esempio: la domestica. Chi ne ha una o ne ha avuta una anche per poco tempo si sarà posto il problema di doverla lasciare girare per casa, magari da sola, magari con i figli. E' logico che quello che serve è instaurare un rapporto di fiducia ma per farlo ci vuole tempo, molto tempo. Tempo che le persone che hanno accettato la proposta di David e Buone Nuove non hanno avuto. Eppure lo hanno fatto.
E quindi: lo hanno fatto perché è un libro e quindi finzione o secondo voi succede davvero nella realtà? Magari in altri paesi del mondo? Sembra che nei paesi più poveri di solito l'ospitalità raggiunga livelli diversi dal nostro, più alti, e quindi magari c'è chi accetterebbe di fare una cosa del genere senza farsi troppe domande. E questo secondo voi solo perché le persone hanno meno da perdere di noi o perché si sentono tutti più vicini al prossimo in difficoltà per via del fatto che i prossimi ad avere bisogno potrebbero essere loro (o magari perché ci sono già passati)?
Infine: differenza tra senza tetto bambino e senza tetto adulto. Nel primo caso sono sicuro che saremmo maggiormente disposti ad accettare la cosa... perché?
Mi sa che ci vuole un antropologo in questo club...