Ho finito anche
Lo stregato e il patto con il fantasma ed è un altro racconto che non mi è piaciuto molto.
Dickens, anche qui, inizia con tinte molto cupe e poi ovviamente si dà al lieto fine. L'idea di fondo mi piace: cosa accadrebbe se potessimo dimenticare i ricordi dolorosi (come i lutti)? Secondo il protagonista si vivrebbe meglio e quindi accetta questo dono dalla sua ombra, un altro se stesso che parrebbe malvagio. Questo apparente "dono", in realtà si rivelerà essere una maledizione senza controllo perché il protagonista, pur senza volerlo, infetterà anche altre persone e le conseguenze saranno orribili.
Ci saranno solo due personaggi immuni da questo "morbo", un misterioso ragazzino praticamente selvaggio che rappresenta il cuore indurito degli esseri umani (ciò che porterebbe questo dono, nonché la prima volontà del protagonista) e una donna che incarnerà la compassione, il ricordo, l'affetto, il calore.
Intermezzo gradevole è dato dai Tetterby perché è evidente che a Dickens piacesse molto la vita familiare. Meno gradevole, invece, il modo in cui il figlioletto John viene trattato perché secondo me qui l'autore riprende, seppur in parte, lo sfruttamente minorile di cui ha spesso scritto nelle sue opere.
Il significato dell'opera credo sia nella domanda fatta prima, cioè cosa accadrebbe e come vivremmo senza i brutti ricordi? Senza le vicende negative del passato, non avremmo di buono quello che oggi abbiamo dentro di noi; senza il ricordo di chi non c'è più, non riusciremmo a provare affetto, compassione, consolazione. Questo, almeno, quello che credo sia la risposta di Dickens.
E tuttavia, come già detto, sebbene il tema mi sia piaciuto, non posso dire lo stesso del racconto. Non mi è piaciuto perché l'inizio è molto noioso, ci sono delle ripetizioni che mi hanno tenuto ben poco incollata al libro. Non ho amato il fatto che mentre tutti i personaggi avessero anche un lato oscuro oltre al buonismo iniziale, la donna invece fosse totalmente pura senza alcuna macchia (una cosa assolutamente irreale). E non mi è piaciuto che alcuni passi fossero piuttosto contorti, ma qui non so se è dovuto a Dickens o alla traduzione o a entrambi, è una cosa che ho riscontrato anche in altri racconti di questa collana e non riesco a capire il perché, i romanzi che ho letto di Dickens erano tutti piuttosto fluidi.
Concludendo, posso dire che c'è decisamente un motivo se tra tutti i racconti natalizi, il più famoso e quello che ha avuto più successo è "Il canto di Natale"