Sabato, 06 Settembre 2025

Dicembre 2016 - Canto di Natale

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02/01/2022 11:41 - 02/01/2022 11:48 #56579 da gavi
Risposta da gavi al topic Dicembre 2016 - Canto di Natale
Ho chiuso la lettura del grillo del focolare e, che dire, mi è piaciuto. L'ho trovato vicino per temi ai precedenti racconti, un po’ meno per l'ambientazione che sembra lontana dal clima Natalizio.

C'è in tutti i racconti fin qui letti un elemento piacevole che ricorre: un senso profondo di calore familiare. Lo trovo ad esempio nella casa di Bob Cratchit, nel canto di Natale, in quella del vecchio Toby Veck in Le Campane e qui ora nella casa di Caleb Plummer.

È come se questo amore familiare descritto in modo così intenso e profondo fosse specchio di un ugual sentimento che nell'autore è rimasto più un ideale che una esperienza vissuta.Questa è la sensazione che avverto, confortato da quanto letto sulla vita di Dickens su ciò che ebbe a soffrire in giovane età per l'assenza degli affetti familiari e immagino che richiamandoli alla mente nell'atto in cui scrive li abbia sentiti fiorire e respirare nel cuore attraverso i suoi personaggi, per colmarne in qualche modo il vuoto.

Mi piace perlomeno crederlo perché la sensibilità di Caleb è profonda quanto, suppongo, il desiderio dell'autore di provarne la misura. Una sensibilità intensa con cui si prende cura della figlia costruendole attorno un mondo meraviglio e che è ben ripagata dalla stessa che all'udire la sua finzione ha solo parole d’amore e non di offesa perché nessuna ferita le ha inferto l'innocente inganno.

È interessante la metafora della vista ritrovata con cui gli esprime il suo affetto e la gratitudine:
Attenzione: Spoiler!

Certo, l'espressione suona strana ai giorni nostri ma quanto è profondo l'affetto tra padre e figlia. Non è mero esercizio stilistico, artificio ciò che il dialogo potrebbe indurmi a pensare, no, qui si avverte proprio un autentico sentimento.

È incantevole anche la dimensione di favola che si respira: il bollitore, l'orologio e il grillo che animano il focolare domestico. Il grillo poi, un minuscolo insetto che elargisce virtù e discernimento mi ha lasciato un forte senso di protezione. Un elemento magico vivo nella tradizione popolare inglese e credo rappresenti qui, come elemento fantastico, il riflesso della parte più bella e nobile di ciò che siamo per ricordarci che nei momenti bui sappiamo farvi appello per non smarrirci, come il vetturino John Peerybingles che turbato dall'idea di tradimento della sua Piccina ha parole e pensieri duri nei suoi confronti ma il grillo lo riconduce alla ragione e così lentamente i fumi della collera si dissolvono riportandolo al cuore dei sentimenti che nutre per lei.
C’è un non so che di magico tra queste pagine che mi hanno lasciato sorpreso.

Continuo la lettura con il prossimo racconto: La battaglia della vita.
Ultima Modifica 02/01/2022 11:48 da gavi.
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16/01/2022 17:50 #56993 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Dicembre 2016 - Canto di Natale
Ho finito ieri sera La battaglia della vita e devo dire che non mi è piaciuto granché, forse sto patendo i racconti perché non sono fatta per questo tipo di lettura (andrebbero letto ogni tanto e non di fila come faccio come un romanzo, credo). Comunque la storia sinceramente non mi è piaciuta, sarà senz'altro una storia d'amore ma io non amo molto i sacrifici che si fanno in nome di questo sentimento e quindi per me è no. Tra l'altro, in questa storia ci sono una marea di descrizioni, tanto da non farmi apprezzare neanche lo stile di Dickens che, invece, di norma apprezzo. Di positivo ho trovato solo i personaggi macchietta (due della servitù), ma per il resto...
L'ultimo racconto di questa raccolta è Lo stregato e il patto con il fantasma, ma non so quando lo leggerò.

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

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24/01/2022 20:05 #57286 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Dicembre 2016 - Canto di Natale
Ho finito anche Lo stregato e il patto con il fantasma ed è un altro racconto che non mi è piaciuto molto.
Dickens, anche qui, inizia con tinte molto cupe e poi ovviamente si dà al lieto fine. L'idea di fondo mi piace: cosa accadrebbe se potessimo dimenticare i ricordi dolorosi (come i lutti)? Secondo il protagonista si vivrebbe meglio e quindi accetta questo dono dalla sua ombra, un altro se stesso che parrebbe malvagio. Questo apparente "dono", in realtà si rivelerà essere una maledizione senza controllo perché il protagonista, pur senza volerlo, infetterà anche altre persone e le conseguenze saranno orribili.
Ci saranno solo due personaggi immuni da questo "morbo", un misterioso ragazzino praticamente selvaggio che rappresenta il cuore indurito degli esseri umani (ciò che porterebbe questo dono, nonché la prima volontà del protagonista) e una donna che incarnerà la compassione, il ricordo, l'affetto, il calore.
Intermezzo gradevole è dato dai Tetterby perché è evidente che a Dickens piacesse molto la vita familiare. Meno gradevole, invece, il modo in cui il figlioletto John viene trattato perché secondo me qui l'autore riprende, seppur in parte, lo sfruttamente minorile di cui ha spesso scritto nelle sue opere.
Il significato dell'opera credo sia nella domanda fatta prima, cioè cosa accadrebbe e come vivremmo senza i brutti ricordi? Senza le vicende negative del passato, non avremmo di buono quello che oggi abbiamo dentro di noi; senza il ricordo di chi non c'è più, non riusciremmo a provare affetto, compassione, consolazione. Questo, almeno, quello che credo sia la risposta di Dickens.

E tuttavia, come già detto, sebbene il tema mi sia piaciuto, non posso dire lo stesso del racconto. Non mi è piaciuto perché l'inizio è molto noioso, ci sono delle ripetizioni che mi hanno tenuto ben poco incollata al libro. Non ho amato il fatto che mentre tutti i personaggi avessero anche un lato oscuro oltre al buonismo iniziale, la donna invece fosse totalmente pura senza alcuna macchia (una cosa assolutamente irreale). E non mi è piaciuto che alcuni passi fossero piuttosto contorti, ma qui non so se è dovuto a Dickens o alla traduzione o a entrambi, è una cosa che ho riscontrato anche in altri racconti di questa collana e non riesco a capire il perché, i romanzi che ho letto di Dickens erano tutti piuttosto fluidi.


Concludendo, posso dire che c'è decisamente un motivo se tra tutti i racconti natalizi, il più famoso e quello che ha avuto più successo è "Il canto di Natale"

 

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29/01/2022 09:31 #57425 da gavi
Risposta da gavi al topic Re:Dicembre 2016 - Canto di Natale
Giorgia, sono rimasto indietro, purtroppo. Cerco di recuperare questo fine settimana per chiudere.

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03/02/2022 15:52 - 03/02/2022 15:53 #57638 da gavi
Risposta da gavi al topic Dicembre 2016 - Canto di Natale
Ho appena finito il racconto La battaglia della vita e sinceramente non l'ho particolarmente apprezzato. Una storia il cui intreccio non mi ha del tutto convinto. Dunque mi trovo di fronte a un amore, quello di Marion per Alfred, al quale la stessa rinuncia, per dare largo a un amore più grande, a quanto pare, che nutre verso la sorella Grace per far si che la stessa prenda in sposo Alfred di cui è stata sempre innamorata.


Per carità, un gesto altruistico e ammirevole ma la cosa singolare è che il riapparire di Marion sul finale con le motivazioni dette, spegne per me la forza del racconto stesso il cui sviluppo prometteva bene. Chiudere con la morte di lei avrebbe giustificato credo pienamente il sacrificio e dato anche un senso più coerente alla storia con un tono drammatico.


Allora mi chiedo c'è forse qualcosa che sfugge, qualche ulteriore dettaglio che possa giustificare una costruzione di questo tipo?


Guardando un po' sul web qualcuno ha dato una spiegazione che mi sento di condividere e cioè, parafrasandola, che un evento tragico della vita di Dickens, la perdita dell'amatissima cognata Mary morta a soli 17 anni, lo abbia indotto a mantenere vivo il personaggio Marion perché sarebbe stata per i familiari una sofferenza al pari di quella da lui sofferta per la perdita della cara cognata.

Se così fosse credo allora che il racconto pur se coerente con questa spiegazione, di come l’arte dello scrivere possa mantenere vivo l’amore e allontanare il dolore, perde di spessore, non sviluppa una trama avvincente per il pubblico perché diventa troppo intima e rischia di far poca presa nel lettore. Forse ciò potrebbe giustificare il poco successo riscosso negli anni.


Però non saprei. Le mie sono solo supposizioni.

Continuo la lettura con l'ultimo racconto il patto col fantasma.
Ultima Modifica 03/02/2022 15:53 da gavi.
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03/02/2022 16:10 #57639 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Dicembre 2016 - Canto di Natale
Prima di tutto, grazie Vincenzo per non avermi abbandonata sul finale :D
Sulla non morte di Marion, sinceramente non saprei. Potrebbe essere quello il motivo, però secondo me le motivazioni sono altre: prima di tutto è una storia (credo) pensata proprio per il Natale e quindi in qualche modo doveva essere positiva e poi, per quello che ho letto finora di Dickens, difficilmente mi aspetterei un giovane che muore per davvero (e meno male, ché già la vita è grama).

 

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03/02/2022 19:08 #57654 da gavi
Risposta da gavi al topic Dicembre 2016 - Canto di Natale

mulaky post=57639 userid=3998Prima di tutto, grazie Vincenzo per non avermi abbandonata sul finale :D
Sulla non morte di Marion, sinceramente non saprei. Potrebbe essere quello il motivo, però secondo me le motivazioni sono altre: prima di tutto è una storia (credo) pensata proprio per il Natale e quindi in qualche modo doveva essere positiva e poi, per quello che ho letto finora di Dickens, difficilmente mi aspetterei un giovane che muore per davvero (e meno male, ché già la vita è grama).

 

Giorgia non potevo abbandonarti perché per natura se mi prendo un impegno lo porto fino in fondo. Con i miei tempi, ma arrivo.

Si, in effetti pensandoci hai ragione, condivido quello che dici. E' probabile che mi sia fatto trascinare da ragionamenti che pur se logici portano fuori dal contesto del natale che invece è centrale nello sviluppo del racconto. Se mi dici che difficilmente ti aspetti in Dickens che un giovane muoia ci credo perché sicuramente hai più esperienza di lettura di me.

Mi accingo con l'ultimo racconto e poi ti dico la mia.

Grazie Giorgia.
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21/12/2023 14:30 #65064 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Dicembre 2016 - Canto di Natale
Con uno dei gruppi di lettura leggevamo questo mese Canto di Natale e anche se avevo intenzione di ridargli solo una sfogliata veloce, alla fine me lo son riletto tutto, inclusi i nostri commenti in questa discussione. E pazzesco quanto fossi profonda sette anni fa Comunque, il libro a quanto pare mi è piaciuto di più dell'ultima volta, l'ho trovato meno favola, ma anche perchè io son cambiata molto dal 2016 e ho fatto l'esperienza di leggere un libro che cambia radicalmente significato man mano che si cresce. Se a 26 anni mi aveva colpito quasi esclusivamente il suo carattere di storia adatta a bambini con bene e male molto definito e poco più, stavolta leggerlo è stato pesantissimo perchè ogni pagina che giravo sentivo la pressione del tempo che passa, con lo scandire dei Natali, dei rimpianti, di quel che non torna più, della consapevolezza che solo nelle favole ci si può svegliare e decidere di cambiare il futuro. Confermo poi una riflessione che avevo fatto e che riporto:
Anche se è un pensiero banale (però dai, allora dovrebbe essere banale tutto il racconto), sicuramente il messaggio che mi ha colpito di più sta nella frase "I will live in the Past, the Present and the Future". Mi ha colpito di più di quello "a Natale siamo tutti più buoni" perchè secondo me non è affatto scontato. Spesso infatti si criticano le persone che vivono "nel passato", perchè non riescono a godersi il presente e quindi a costruirsi un futuro. La filosofia di vita che va per la maggiore è "goditi il presente", perchè è di fatto l'unica cosa reale che abbiamo, non è una realtà falsata dai ricordi soggettivi nè da sogni futuri. Ma si critica anche chi vive troppo nel presente, perchè vive con sconsideratezza, senza far tesoro delle esperienze passate e senza preoccuparsi di quel che verrà dopo. Infine si critica chi, seguendo ambizioni e sogni, non si rende conto di quello che si sta perdendo nel momento attuale e che non tornerà una volta raggiunto quel futuro tanto desiderato. L'insegnamento che Scrooge trae dalla sua intensa notte è quindi tutt'altro che banale secondo me, anzi, credo faccia alquanto riflettere. Non bisognerebbe infatti vivere di rimpianti o crogiolarsi nei ricordi, ma contemporaneamente bisognerebbe ricordarsi che le persone che siamo diventate sono esattamente frutto di quelle esperienze e dobbiamo quindi riuscire a conviverci in modo "sano" nel presente, il quale sarà un presente più consapevole, che riusciremo a goderci di più e ci farebbe capire di più le persone che vorremo essere in futuro.


Secondo me questo è veramente il modo in cui si potrebbe vivere una vita felice e fino a un paio di anni fa ero convinta della sua possibilità, visto che era il tipo di vita che riuscivo a vivere; poi crescendo ci si rende conto che è sempre più difficile far vivere in armonia queste tre parti

Rileggendo il commento di Guido riguardo alla famiglia dello scrivano e del fatto che fa invidia vedere come riescano a essere felici con poco, non mi trovo d'accordo. È vero che ci sono persone che di natura riescono a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e loro son sicuramente da invidiare, ma la maggior parte delle persone che riesce a essere felice con poco lo è perchè ha vissuto traumi e situazioni difficili, e ha dovuto quindi ridimensionare tutto, ridare un nuovo significato alle cose, ed è quindi ovvio che la maggior parte delle cose passano in secondo piano perchè non ce ne importa niente di avere un tacchino grosso se ad esempio nostro figlio è malato, come nel libro. Quindi secondo me queste persone non sono da invidiare, è da invidiare chi si preoccupa di avere sempre di più, perchè evidentemente non ha una cavolo di preoccupazione.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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01/02/2024 15:15 - 01/02/2024 15:15 #65916 da muchentuchen
Risposta da muchentuchen al topic Dicembre 2016 - Canto di Natale
Ho appena finito di leggere questi libro insieme a un'altra persona fuori dal club. Eravamo un po' scettici perché Natale era già passato, ma gennaio con le sue temperature fredde e la opprimente sensazione del "dopo-feste" e dell'anno nuovo, dava la giusta atmosfera a questa lettura, e ne ho approfittato per spuntare il punto 27 della challenge.

Come tanti su questo forum, conoscevo la storia da quando ero bambina, grazie alle numerose trasposizioni su schermo che avevo guardato. A parte qualche piccolo dettaglio, la versione del libro era proprio quella che conoscevo bene, ed è stata una lettura molto veloce e senza dolori 
Il messaggio secondo me non è solo "siate buoni a Natale", ma di esserlo comunque tutto l'anno, con tutti e in qualsiasi circostanza, perché alla fine si finisce per rimpiangere i bei momenti che si avrebbe potuto avere se fossimo stati meno scontrosi e, come nel caso di Scrooge, bramosi di denaro invece che di amore. Lui aveva già perso gran parte della sua vita, e se ne è accorto appena in tempo, e questo dimostra anche che si rinsavisce solo se si viene colpiti in faccia dalle conseguenze delle proprie azioni. Scrooge rischiava di continuare con la sua vita come aveva appena fatto, perché completamente intoccato da ciò che lo circondava, ed è riuscito a rimettersi sulla strada giusta solo dopo avere avuto una dimostrazione chiara degli errori del suo passato, e le conseguenze negative che avevano sul presente e che potevano avere sul futuro. Bisogna dire che a tante persone questa opportunità manca del tutto, oppure se ce l'hanno la ignorano completamente.

Unica pecca di questa storia è il mancato approfondimento sul passato di Scrooge. Solo conoscendo bene la storia e attingendo alle proprie intuizioni si può dedurre che a farlo diventare così aspro è stato sicuramente in parte l'aver passato l'infanzia in un collegio, solo e lontano da casa e famiglia, ma non viene spiegato (o forse sono io a non aver colto bene le informazioni) perché nell'età adulta ha sviluppato una tale ossessione per il denaro, dato che il suo primo datore di lavoro, che lui stimava molto, era una persona generosa con i propri dipendenti e non badava a spese per organizzare feste. Non si spiega proprio perché raccimolava così tanti soldi senza spenderli neanche per il proprio piacere.

Ma a parte questo piccolo dettaglio, mi trovo d'accordo con @bibbagood sulla felicità che si può provare se si impara a vivere nel passato, nel presente e nel futuro. L'uno non può esistere senza gli altri. Bisogna guardare al passato per capire ciò che si ha fatto di giusto o sbagliato, in modo da ripeterlo o non ripeterlo nel presente, così da poter decidere per un futuro migliore di ciò che è stato. Come si può sperare in un futuro soddisfacente se non siamo in grado di gestire il presente? In fondo, come ci insegna questo libro, sta soltanto a noi scegliere se prendere la via giusta o quella sbagliata.
Ultima Modifica 01/02/2024 15:15 da muchentuchen.

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21/12/2024 19:57 #69065 da elis_
Risposta da elis_ al topic Re:Dicembre 2016 - Canto di Natale
Gironzolando in libreria ho adocchiato diverse nuove edizioni di Canto di Natale, non ho saputo resistere e ho acquistato quella Bur, trovandomi quindi a rileggere questa storia a distanza di decenni dalla prima volta! Paradossalmente, da bambina mi ricordo di non aver amato particolarmente questo libro, probabilmente a causa delle atmosfere un po' cupe (mi inquietava parecchio pensare che dei fantasmi possano farti visita), da adolescente ho poi visto e rivisto le varie versioni cinematografiche e, ad oggi, posso considerarla come la mia storia natalizia preferita. Non sono una grande fan di questa festività, non m'interessa nulla di tutto quello che gira intorno ad essa tant'è che a stento faccio l'albero di natale (e solo per non litigare con il mio fidanzato :laugh: ) e sono fermamente convinta che bisogna ricordarsi ogni giorno di essere buoni; per cui in realtà adoro questa storia proprio per quello che racconta e come lo racconta, l'atmosfera natalizia è solo il contorno. L'idea che ci si possa confrontare con il proprio passato e il proprio futuro, riguardando la propria vita, e avere la possibilità di redimersi se necessario, guardare a chi è meno fortunato e cercare di aiutarlo o quanto meno apprezzare di più quello che abbiamo; questo è quello che mi rimane di questa breve ma intensa storia. Gli si possono muovere tante critiche ma sarà che tocca delle corde nel mio cuore ripensando ai natali passati che non posso non considerarlo uno dei miei libri preferiti!
Ringraziano per il messaggio: guidocx84

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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

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Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

Avatar di ludofrog95 ludofrog95 - 13/07/2025 - 15:06

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