Rieccomi!
dopo il Raduno ho deciso di impegnarmi nuovamente a leggere qualche libro del mese con voi! Ho iniziato anche io , sono solo al quarto capitolo, ma mi sono comunque fatta un'idea. Come sempre io comincio un libro leggendo solo la quarta di copertina e rimandando gli approfondimenti a fine lettura, perciò mi ero fatta un'idea diversa.
Non mi aspettavo una cronaca del lavoro che c'è dietro all'identificazione di un corpo, alla "burocrazia" ecc... tuttavia le mie aspettative non sono rimaste deluse, è un ambito che non conosco ed è interessante capire come funzioni. Sto apprezzando lo stile dell'autrice che scrive in maniera molto semplice e schietta, e trovo che dal suo modo di raccontare traspare anche il suo bagaglio emotivo, si avverte tutto quello che c'è dietro il suo lavoro anche quando descrive dettagli tecnici.
Ho evidenziato diversi passaggi che mi hanno fatto riflettere su come degli eventi, dei problemi ci sembrino poco importanti o semplicemente sembrano non esistere solo per il fatto che non ci coinvolgono in prima persona. Mi ha colpito poi la parte in cui scrive come per l'autrice siano gli effetti personali a colpirla maggiormente, sono gli oggetti che forse ci avvicinano di più perchè sono cose tutti possiamo avere in comune. Infine riflettevo su quanto sia già difficile affrontare un lutto, ma cosa può significare affrontare la perdita di qualcuno senza il suo corpo, senza la certezza della sua morte.
"è vero ed è spesso istintivo il fatto che più lontano avviene la tragedia,meno ci tocca. Soprattutto se la distanza è culturale, ancor più che geografica."
"A volte , ancor più dei volti ti colpiscono gli effetti personali. Non ne ho mai capito bene il motivo, ma forse è perchè questi rappresentano gli ultimi gesti, le ultime scelte. O forse, più egoisticamente, mentre le facce sono chiaramente "di altri", molti degli oggetti potrebbero facilmente essere i nostri..."
"... spesso, se non si vede il corpo, se non si è posti chiaramente di fronte alla morte del proprio caro, il lutto non può avere inizio."
Per quanto riguarda il passaggio evidenziato da Pier, sulla smania delle professionisti in questo campo nello svolgere questo lavoro ecc... anche a me in prima battuta è sembrato un pò macabro, ma poi ripensandoci come per ogni lavoro è una fortuna che ci sia gente entusiasta in quello che fa, qualsiasi sia il suo campo.
Proseguo la lettura!
"...Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima." William Ernest Henley