Margarethe post=53384Questo viene infatti ripetuto in vari capitoli. Per risollevare il morale ricordo che viene detto anche che non è una regola e che molte persone riescono a comportarsi diversamente proprio perché hanno subito il trauma, lo riconoscono e decidono di non comportarsi così con i propri figli. Penso che sia un buon punto di partenza per cercare di ridurre i fenomeni di violenza sui bambini
Assolutamente. Anch'io sono del parere che la possibilità di un cambiamento sia sempre presente. Simon descrive tendenze e "regole" che ha riscontrato nella sua esperienza lavorativa. Ma l'uomo e la donna sono creativi e possono trovare risorse e percorsi di rinascita sempre nuovi.
Oggi vorrei riportare alcune considerazioni di quello che nel mio testo in inglese è l'VIII capitolo.
Agghiacciante la verità su ciò che Simon considera il tradimento per eccellenza: quello che avviene ad opera dei professionisti, quali medici, insegnanti o avvocati, che dovrebbero aiutare le persone. Tra questi, ve ne sono alcuni (io credo sempre nell’onestà della grande maggioranza) che, probabilmente affetti da “psicopatia” (come descritta da Simon), approfittano del loro ruolo per sfruttare le persone in difficoltà. Queste, per le loro fragilità, abbassano le loro difese e si ritrovano alla loro mercè. Nei confronti di un psicoterapista può avvenire un processo di
idealizzazione che, insieme alla paura di perdere questa nuova importante figura nella vita di una persona, aumenta la vulnerabilità del paziente allo sfruttamento del terapista, per esempio di tipo sessuale.
Si aggiunga a ciò il fenomeno del
transfert: sentimenti e atteggiamenti originariamente diretti verso importanti figure di attaccamento nel corso dello sviluppo infantile che vengono, a un certo punto della terapia, rivolti verso il terapista. Secondo Simon, si tratta di un fattore chiave che favorisce la violazione dei limiti del rapporto terapeutico che può facilmente scivolare verso rapporti di intimità sessuale.
Interessante anche il fatto che si può verificare un
controtransfert: i sentimenti, pensieri e comportamenti, consci e inconsci, del terapista nei confronti del paziente. Un controtransfert di tipo erotico e incestuoso per esempio, potrebbe portare ad un interesse sessuale nei confronti della “persona proibita”, il paziente, appunto. Vi è poi la posizione di controllo, di potere, di pieno possesso della persona che può alimentare la propensione del terapista a dare sfogo alle sue fantasie sessuali nei confronti del paziente. Simon cita il controverso segretario di stato Henry Kissinger il quale disse: “Il potere è un grande afrodisiaco”.
In una ricerca condotta su 575 intervistati emerse che sebbene il 95% dei psicoterapisti maschi e il 76% delle femmine fossero sessualmente attratti dai loro pazienti, solo il 9,4% dei maschi e il 2,5% delle donne agirono sulla base di tale attrazione. Interessante questo dato perchè un po' avvalora la mia buonafede nella maggior parte dei professionisti.
Molto interessanti anche le linee guida che secondo Simon possono ridurre il rischio di oltrepassare i limiti del rapporto terapeutico.
Tra queste:
- · Il terapista mantiene la neutralità col paziente, tenendo per sé visioni personali
- · Il terapista promuove l’indipendenza del paziente preservandone la separatezza psicologica da sé
- · Il terapista mantiene confidenzialità e ottiene il consenso informato
- · Il terapista interagisce col paziente primariamente attraverso il dialogo e fa di tutto per minimizzare il contatto fisico col paziente
- · Il terapista evita di caricare il paziente con la rivelazione di fardelli personali
- · Il terapista stabilisce una rigida politica sui pagamenti e accetta solo denaro in cambio delle sue prestazioni
- · Il terapista stabilisce un setting professionale e privato per le sue sedute
- · La lunghezza delle sessioni è chiaramente definita
E' evidente che chi vuole evitare di "cadere in tentazione" ha tutti gli strumenti per farlo...