Grazie
gavi per questo tuo commento. Tutto quello che hai detto è vero. Per quanto possiamo sforzarci di comprendere le ragioni dell'umana crudeltà non potremmo mai provare lo stesso grado di compassione e comprensione per un reo rispetto ad una vittima, soprattutto se non si è spettatori ma lesi indiretti perché a subire il danno è un nostro affetto, nulla potrebbe portarci a provare alcuna pietà verso Caino.
Le ingiustizie a cui assistiamo ci fanno sentire impotenti, generano rabbia, disgusto e sfiducia. Per questo ci rifugiamo nell'indifferenza, perché ci permette di accettare di convivere con ciò che è ingiusto e incomprensibile.
Io credo però che è proprio questa indifferenza che ci trasciniamo dietro per proteggerci ad essere uno dei mali più grandi di questo mondo. È il peccato di omissione che macchia le nostre coscienze ogni giorno.
Hai ragione quando dici che molto di quello che accade è per noi ingovernabile, quello su cui può agire ognuno di noi in percentuale è ben poco. Ma se potessimo agire in minima parte e questo potesse spezzare anche solo per una volta un piccolo circolo vizioso, arrestare un atto di ingiustizia che inconsapevolmente ne generi altri a catena, non varrebbe la pena tentare? La risposta è si, credo siamo d'accordo tutti. Ma questo deve anche richiedere una comprensione del male che va al di là di quello che riteniamo umanamente meritevole di essere compreso, una sfida all'impossibile.
questo è quello che potremmo fare o che ogni giorno tentiamo di fare con successi discreti. Purtroppo non possiamo sapere a priori se agire su queste incognite possa fare alcuna differenza, ma lo dobbiamo a noi stessi, agli altri e a chi verrà dopo di noi. Non perdiamo la speranza

Grazie gavi