Martedì, 04 Novembre 2025

Giugno 2021 - Uomini e topi

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30/05/2021 12:18 #53036 da guidocx84
Giugno 2021 - Uomini e topi è stato creato da guidocx84
Sono aperte le discussioni sul Libro del Mese di Giugno 2021: "Uomini e topi" di John Steinbeck.

Questo mese torna Vanna alla moderazione della discussione sul Forum.

Per chi ancora non avesse acquistato il libro, riporto di seguito i link per l'acquisto in entrambe le versioni: cartacea o digitale ;)

EDIZIONE CARTACEA

EDIZIONE DIGITALE

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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01/06/2021 22:57 #53060 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Giugno 2021 - Uomini e topi
finito ora il libro di giugno
 Uomini e topi. Steinbek non ha scritto il suo miglior libro. Il finale è  scontato. Per il resto vita dura come al solito. Furore però è ben altro. Da giovane questo scrittore era il mio preferito. Però uomini e topi non lo avevo mai voluto leggere. Ringrazio Vanna per averlo proposto
 Adesso mi leggo quello sull'Antartide. meglio!

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
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02/06/2021 07:32 #53061 da vanna
Risposta da vanna al topic Giugno 2021 - Uomini e topi
Graziella Steinbeck Uomini e topi l'ha scritto nel 1937 e Furore nel 1939 ,i temi sono gli stessi, povertà, ingiustizia sociale così come il contesto storico in cui si svolge l'azione, la grande depressione americana degli anni trenta. Il primo è un'anticipazione del secondo che vede una storia più ampia e articolata con diversi capitoli dedicati alla descrizione del territorio e dei paesaggi, qui in poche pagine Steinbeck con grande maestria dà vita ad un racconto drammatico adatto ad essere portato sulle scene teatrali e cinematografiche anche se il libro per me rimane il migliore rispetto ad ogni altra trasposizione.Per gran parte del libro non accadono eventi di grande spessore,anzi tante cose si ripetono come la cantilena che Lennie ripete sui conigli e che ama sentirsela ripetere da George, altri piccoli accadimenti che sembrano non aver importanza preparano un finale che riannoda il tutto , ti spiazza e pone al lettore mille interrogativi e tante riflessioni da un punto di vista umano, per me il finale non è scontato, tutt'altro!

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02/06/2021 08:28 #53062 da Gisella
Risposta da Gisella al topic Giugno 2021 - Uomini e topi
Ciao a tutti...
Io ho iniziato a leggere il libro...e l'ho finito! Hehe! Tutto in un pomeriggio.
Devo dire che mi è piaciuto molto. Ho apprezzato il rapporto tra George e Lennie e in poche pagine ho ritrovato tanta bellezza e crudezza allo stesso tempo. Non avevo letto nulla di Steinbeck (eccetto un timido tentativo di iniziare a leggere Furore, ma accantonato a tempo indeterminato, qualche anno fa. Che sia giunto per me il momento di riprenderlo?).
In ogni caso ringrazio Vanna per avermi fatto scoprire questo piccolo gioiello.
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02/06/2021 11:08 - 02/06/2021 13:47 #53063 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Giugno 2021 - Uomini e topi

Graziella Steinbeck Uomini e topi l'ha scritto nel 1937 e Furore nel 1939 ,i temi sono gli stessi, povertà, ingiustizia sociale così come il contesto storico in cui si svolge l'azione, la grande depressione americana degli anni trenta. Il primo è un'anticipazione del secondo che vede una storia più ampia e articolata con diversi capitoli dedicati alla descrizione del territorio e dei paesaggi, qui in poche pagine Steinbeck con grande maestria dà vita ad un racconto drammatico adatto ad essere portato sulle scene teatrali e cinematografiche anche se il libro per me rimane il migliore rispetto ad ogni altra trasposizione.Per gran parte del libro non accadono eventi di grande spessore,anzi tante cose si ripetono come la cantilena che Lennie ripete sui conigli e che ama sentirsela ripetere da George, altri piccoli accadimenti che sembrano non aver importanza preparano un finale che riannoda il tutto , ti spiazza e pone al lettore mille interrogativi e tante riflessioni da un punto di vista umano, per me il finale non è scontato, tutt'altro!

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Cara Vanna, d'accordo, ieri non avevo molta voglia di scrivere di più. Uomini e topi resta un lungo racconto, una visione di vita di gente tipicamente americana che lavora nei ranch. Ogni personaggi ha la sua umanità, salvo il figlio del padrone che impersonifica lo spaccone e il cattivo per eccellenza. Steinbeck è sempre un grande, per carità, ma di lui preferisco "La Valle dell'Eden" nel quale vengono portati in vita personaggi buoni e caritatevoli e "mostri" anaffettivi. Il film ha stravolto tutto ed è  completamente farlso rispetto al libro. "Al dio sconosciuto" è sicuramente il più lirico di questo scrittore, e anche mistico. Per me è il più bello e quello che io ho amato di più. 
Da questo scrittore non ci dobbiamo aspettare romanzi rosa, tutt'altro. In tutti i suoi romanzi troviamo crudezza, così spesso è la vita per molti di noi. Al Dio sconosciuto è stato un romanzo di iniziazione. 
Uomini e topi è il romanzo del "così stanno le cose", non ci sono sconti per nessuno. 
A me le parti in cui viene ripetuta la storia del pezzo di terra ecc. è piaciuta molto e ti dirò di più, è essenziale, perché fa di questo racconto in prosa, un racconto che rasenta la poesia se non la ballata. E' arte quella di Steimbeck, che mostra sempre lo stile del grande maestro. La terra, il piccolo pezzo di terra, la casa, le proprie cose, non è solo il sogno americano, ma lo è stato anche quello dei nostri contadini, e lo è tutt'ora il sogno di ognuno di noi. Un sogno che è stato raggiunto dalla maggior parte degli italiani, avere un tetto sopra la testa. Là, nel 1936 era un'illusione, un sogno che non si riusciva a realizzare per molti di questi lavoratori girovaghi. E' il sogno, l'utopia di Carlo Marx, in "Prezzo, salario e profitto" un saggio di forte denuncia del lavoro salariato, dalla mancanza da parte degli operai dei mezzi di produzione, dall'alienazione della classe lavoratrice nel produrre oggetti che non gli apparterranno mai, oggetti che non gli servono. 
Così Steimbeck nel suo "Uomini e topi" descrive l'alienazione dei lavoranti costretti alla paga settimanale, che poi andranno a spendere in un bordello o al gioco, incapaci di progettualità, dove la progettualità resta solo un'illusione, un discorso consolatorio.
La miseria qui è ancora più nera, perché non si vede via di scampo.
Questo mettere in scena la crudezza, l'ineluttabilità di quella vita, è la grandezza di Steimbck che resta sempre un grande maestro.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
Ultima Modifica 02/06/2021 13:47 da guidocx84. Motivo: Corretto tag quote
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03/06/2021 11:15 - 03/06/2021 11:58 #53078 da Federico
Risposta da Federico al topic Giugno 2021 - Uomini e topi
Anche io ho finito questo breve libro e mi trovo d'accordo con i vostri commenti.
In poche pagine Steinbeck riesce a darci un'idea della vita dei braccianti americani negli anni della Grande Depressione.
Come ha detto Graziella, sono persone umili, il cui sogno (che si ripetono ossessivamente) è l'avere un pezzo di terra e una casa di proprietà, per migliorare la propria condizione e vivere felici, tra gli animali.
Lennie è il simbolo di queste persone: stupido, dal cuore d'oro, gran lavoratore, nonostante le buone intenzioni non riesce a non combinare guai, precludendosi la possibilità di farcela. Perché sebbene i padroni vengano descritti come persone cattive e prepotenti il destino di ognuno è comunque nelle proprie mani. Tutti desiderano andarsene, ma solo Candy ha risparmiato tanto da poterlo fare, gli altri sperperano tutto al bordello, precludendosi quindi come Lennie la possibilità di emanciparsi.
Il mondo descritto è desolante, nessuno è felice, non i lavoratori che infatti vagano da ranch a ranch, non i padroni che sfogano le proprie frustrazioni con la violenza, non la sposa di Curley che rimpiange il non essere scappata di casa da ragazzina con una compagnia teatrale.
L'autore descrive anche la segregazione razziale: quando i padroni vogliono sfogarsi si mettono a battere Crooks, che è da tutti chiamato "Nigger", negro, non ha nessuno con cui parlare, i compagni non lo vogliono nemmeno a giocare a carte, vive da solo perché puzza. Steinbeck con giusto un paio di accenni ci fa intuire come la pensi, ossia che siamo tutti uguali: Crooks è il più istruito, l'unico che legga dei libri, se lui puzza agli altri, gli altri puzzano a lui (del resto, chi si lavava al tempo?), il palmo della sua mano è rosa come i nostri.
L'inglese è quello volgare e sgrammaticato dei contadini, pieno di errori e parolacce. Tempi al passato, terze persone, sono tutti sbagliati. Si cerca di abbreviare ogni parola, per parlare il meno possibile. Il rapporto tra la lingua corretta e quella di questi braccianti è più o meno lo stesso che c'è oggi tra l'inglese dei giornali e lo slang dell'hip hop da ghetto.
Come è stato tradotto in italiano?

Questa è la mia prima lettura di Steinbeck, avevo altissime aspettative dopo i ripetuti elogi che ho sentito su di lui, non totalmente soddisfatte. Ovvero, a rifletterci è incredibile come abbia sollevato così tanti temi in così poche pagine, come abbia descritto un mondo lontanissimo per una persona educata con così grande realismo da riuscire a ricreare non solo l'ambiente ma anche i personaggi e il loro modo di pensare e parlare. Però non mi ha tenuto incollato al libro come mi aspettavo. Come anticipato, è probabilmente colpa delle alte aspettative che avevo, quindi credo proprio che tratterò questo libro come un aperitivo che mi ha aperto lo stomaco per la cena vera e propria, Furore, che se qualcuno volesse potremmo gustarci in condivisione il mese prossimo.

Una curiosità: Lennie mi ha ricordato tantissimo il gigante del film "Il miglio verde".

Ciò che ha detto Vanna sulle trasposizioni teatrali e cinematografiche non mi ha affatto sorpreso: per tutto il libro ho avuto l'impressione che si trattasse di un dramma teatrale. Le scene sono fisse, sono i personaggi a entrare e uscire in continuazione. Molti i dialoghi, poche le frasi della voce narrante che principalmente si limita a descrivere la scena a inizio capitolo.
Ultima Modifica 03/06/2021 11:58 da Federico.

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03/06/2021 15:12 #53080 da vanna
Risposta da vanna al topic Giugno 2021 - Uomini e topi

L'inglese è quello volgare e sgrammaticato dei contadini, pieno di errori e parolacce. Tempi al passato, terze persone, sono tutti sbagliati. Si cerca di abbreviare ogni parola, per parlare il meno possibile. Il rapporto tra la lingua corretta e quella di questi braccianti è più o meno lo stesso che c'è oggi tra l'inglese dei giornali e lo slang dell'hip hop da ghetto.
Come è stato tradotto in italiano'
 

Ho ambedue le traduzioni quella di Mari che ho letto in questi giorni e che ho trovato molto moderna con un linguaggio dei giorni nostri, quella di Pavese letta tanto tempo fa e rilette le prime pagine per fare un confronto e che ho trovato più consona all'ambiente rappresentato ed ai personaggi che si esprimono come i nostri contadini della campagna in quell'epoca. Per fare  qualche esempio: acqua corrente in Pavese diventa in Mari acqua potabile, le fave diventano i fagioli, la salsa il Kechiap.

Per quanto riguarda Furore c'è già una discussione aperta essendo stato il centesimo libro del mese del club puoi leggere i commenti ma se decidi di leggerlo forse meglio consultarli dopo. Uomini e topi è un piccolo capolavoro ma Furore ,almeno secondo il mio giudizio, è davvero un grande romanzo dove vengono ripresi e sviluppati quei temi che anche tu hai individuato in questo breve libro. Per queste due opere Steinbeck ha fatto esperienza diretta avendo lavorato quando era ancora giovane in dei ranches e dopo in  alcuni campi dove si fermavano tanti disperati, migranti che si spostavano verso ovest per trovare un lavoro .
 
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03/06/2021 16:00 - 03/06/2021 16:05 #53081 da Federico
Risposta da Federico al topic Giugno 2021 - Uomini e topi

vanna post=53080

L'inglese è quello volgare e sgrammaticato dei contadini, pieno di errori e parolacce. Tempi al passato, terze persone, sono tutti sbagliati. Si cerca di abbreviare ogni parola, per parlare il meno possibile. Il rapporto tra la lingua corretta e quella di questi braccianti è più o meno lo stesso che c'è oggi tra l'inglese dei giornali e lo slang dell'hip hop da ghetto.
Come è stato tradotto in italiano'


 

Ho ambedue le traduzioni quella di Mari che ho letto in questi giorni e che ho trovato molto moderna con un linguaggio dei giorni nostri, quella di Pavese letta tanto tempo fa e rilette le prime pagine per fare un confronto e che ho trovato più consona all'ambiente rappresentato ed ai personaggi che si esprimono come i nostri contadini della campagna in quell'epoca. Per fare  qualche esempio: acqua corrente in Pavese diventa in Mari acqua potabile, le fave diventano i fagioli, la salsa il Kechiap.


Grazie Vanna, l'italiano dei dialoghi è generalmente corretto o ci sono errori? Come è stata resa "l'ignoranza" di questi braccianti?
Sul ketchup: nell'originale Lennie desidera proprio del ketchup sui suoi fagioli. Qui è Pavese ad essersi staccato dall'inglese, probabilmente perché all'epoca era ancora sconosciuto alla stragrande maggioranza degli italiani.

vanna post=53080
Per queste due opere Steinbeck ha fatto esperienza diretta avendo lavorato quando era ancora giovane in dei ranches e dopo in  alcuni campi dove si fermavano tanti disperati, migranti che si spostavano verso ovest per trovare un lavoro .


Ah! Adesso è chiaro! Questo spiega la sua bravura nel rappresentare quel mondo e quelle persone
Ultima Modifica 03/06/2021 16:05 da Federico.

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03/06/2021 20:02 #53089 da vanna
Risposta da vanna al topic Giugno 2021 - Uomini e topi
Federico l'italiano dei dialoghi è asciutto non ho notato errori, rileggendo qua la' in questa nuova edizione viene usato il modo indicativo mentre Pavese ricorreva anche al congiuntivo e per quanto riguarda vocaboli volgari non ne ho notati oggi siamo abituati a ben altro! Nell'introduzione L. Sampietro fa riflessioni molto interessanti sulle traduzioni ma ora non ho tempo di continuare a scrivere 

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03/06/2021 21:00 #53090 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Giugno 2021 - Uomini e topi

vanna ha scritto: Nell'introduzione L. Sampietro fa riflessioni molto interessanti sulle traduzioni ma ora non ho tempo di continuare a scrivere 


La prefazione, seppur molto interessante nella prima parte perché è quasi un’ode ai traduttori (rendendo il giusto e meritato onore a chi si occupa di tradurre dall’originale le opere), nella seconda parte è piena di spoiler. Io la leggerò con attenzione dopo aver completato la lettura del libro.

L’ho iniziato e voglio godermelo. Non lo leggerò tutto di un fiato, a costo di frenarmi nell’impeto di andare avanti. Il libro è corto ma le riflessioni che potremmo fare qui sono comunque tante... e in fondo oggi è solo il terzo giorno del mese... ;)

Per adesso ho letto il primo capitolo e mi piace molto lo stile di Steinbeck.
Il rapporto tra i protagonisti messo in scena dall’autore suscita emozioni diverse e contrastanti: a volte diverte, per quanto è anche grottesco (si pensi alla scena del topolino...), altre volte fa provare compassione, pena per Lennie. Il gigante buono.
In alcuni casi provi rabbia per come George tratta Lennie.
In altri casi provi sulla tua pelle l’esasperazione di George nel doversi rapportare con un compagno di viaggio (intendendo con viaggio quella parte di vita che stanno condividendo) scomodo, complicato, difficile da gestire. Percepisci che George vorrebbe arrendersi e mandare al diavolo il compagno ma poi ovviamente cambia idea perché gli vuole bene.
In così poche pagine e con un linguaggio così semplice, facendo parlare i suoi due personaggi Steinbeck suscita così tante emozioni che mi fanno ben sperare per il prosieguo del libro ;)

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Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

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