Giorgia, ti confermo che il mio intervento non voleva essere "contestatorio" nei confronti tuoi o di ciò che hai scritto. Né volevo "riprenderti" su quella frase come dici a Vanna. Mi dispiace averti fatto percepire il mio intervento in questo modo. La prossima volta sarò ancora più attento a come mi esprimo. In realtà la tua osservazione mi era stata molto utile per una riflessione personale sull'empatia, che ho voluto condividere con la Community. Tutto qua. Ti assicuro che non mi permetterei mai di fare il maestrino nei vostri confronti, neanche se avessi le competenze per farlo. Pertanto non sono d'accordo quando dici che:
potrebbe anche passare il messaggio che se non stai super attento a quello che scrivi, vieni ripreso da qualcuno che ti dice che hai sbagliato ad esprimerti e che invece di X dovevi scrivere Y. Non è il mio caso, sono piuttosto serena a riguardo e con te, ma puoi sicuramente immaginare quali potrebbero essere le conseguenze su utenti timidi, introversi e poco pratici delle dinamiche del forum
Secondo me non c'è il rischio che passi questo messaggio perché stiamo tutti parlando serenamente, confrontandoci anche su ciò che scriviamo e non solo su quello che leggiamo (altrimenti le discussioni sui libri sarebbero composte da un post unico per ciascun utente e diventerebbero recensioni invece che discussioni).
Inoltre penso che tutti gli utenti, anche i più timidi, introversi e poco pratici delle dinamiche del Forum (quali dinamiche poi...?

), sappiano rendersi conto che nessuno in questo Forum li giudica per cosa scrivono ma che semmai quello che si scrive può essere utilizzato dagli altri utenti per dissentire in maniera costruttiva per la discussione generale e per il gruppo, anche fornendo una visione diversa e personale della questione. È così che cresciamo insieme
Tornando alla famosa frase, semplicemente hai scritto una cosa che non mi trovava d'accordo e io l'ho detto provando a spiegare il perché, dicendo anche che se tu avessi scritto una cosa più soggettiva e meno generica ai miei occhi, probabilmente non avrei neanche dissentito.
Mia opinione: per come hai scritto, più che empatia con Candy, mi pare che tu ti sia immedesimato nella situazione e, secondo me, sono due cose diverse.
L'empatia è immedesimarsi nell'altro, comprendendone lo stato d'animo.
Credo che l'uccisione del cane di Candy sia l'espediente che utilizza l'autore per far affrontare a Candy il tema della solitudine (uno dei temi centrali del libro), nello specifico della solitudine derivante del sentirsi abbandonati dalla società perché anziani (uno dei grandi problemi della società statunitense ancora oggi, insieme al razzismo).
È su questo sentimento che ho provato empatia perché un giorno prima, parlando con mio nonno di 90 anni, per l'appunto avevo provato le stesse sensazioni di Candy, come se io stesso mi fossi proiettato in avanti di 50 anni e mi trovassi solo in una società anni luce distante da quella in cui oggi invece mi muovo con disinvoltura. Nella discussione con mio nonno l'espediente per arrivare a provare io stesso il terrore per la solitudine quando sarò anziano è stata l'estrema digitalizzazione di questo periodo storico rispetto ai suoi tempi, il suo sentirsi abbandonato e perso come un pesce fuor d'acqua per il fatto che tutto ciò che era abituato a fare in un modo oggi lo si fa diversamente... e per il fatto che per poter vedere le partite di calcio mio nonno dovrà "
attivarsi il www...!", che per lui è male e veicolo di meretrici
L'episodio specifico dell'uccisione del cane di Candy e il fatto che io non me ne sarei stato lì a sentirlo ammazzare, è un altro tema
Comunque... siamo entrambi tranquilli, siamo stati garbati, tutti e due abbiamo detto che cercheremo di essere più chiari... W Il Club del Libro e chi lo popola! Lunga vita al Club del Libro!