Cara Vanna, è interessante il punto di vista che proponi perché schiude argomenti a me cari spingendomi ora a una ulteriore riflessione che merita qualche riga di approfondimento. La leva del sentimento a cui ti richiami certamente stride con le parole forti da me usate e che tu comprensibilmente ometti. Anteporre il cuore per lenire le sofferenze altrui è un segno evidente della nostra umanità e su questo nessun dubbio. Facciamo di tutto per le persone a cui teniamo perché stiano in salute e non patiscano dolore se affette da gravi e debilitanti malattie, fisiche o psichiche poco importa. Però, a parer mio, se lasciamo che il cuore guidi le scelte estreme che le circostanze ci spingono a compiere, come quella che affronta George, rischiamo di elevare a valore morale una condotta che è di principio discutibile e certamente condannabile se crediamo ad esempio nella sacralità della vita. Se osserviamo con gli occhi di George è probabile che in quel contesto sociale il sentimento di compassione che nutre verso l'amico può forse risultare compatibile con la soppressione di una vita umana ma l'atto in sé non può trovare giustificazione alcuna per le ragioni sopra richiamate e soprattutto per quei diritti umani riconosciuti sin dalla seconda metà del '700 che hanno posto un argine al libero arbitrio e sono a parer mio proprio quei diritti, peraltro ispirati dalla dichiarazione d'indipendenza americana, a sorreggere la sacralità stessa della vita: ancora prima del gesto avrebbe potuto tutelarne la salute, farsi guidare dal cuore alla ricerca di soluzioni meno estreme; perché proprio la morte? Un gesto che forse avrebbe potuto trovare qualche comprensione di fronte alla sofferenza di un uomo ormai segnato da una grave malattia che non ha cure, anche se per me inaccettabile, e non certamente di disagio psichico pur se particolarmente grave.
Grazie per avermi dato modo di aggiungere altro.
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Cara Vanna, è interessante il punto di vista che proponi perché schiude argomenti a me cari spingendomi ora a una ulteriore riflessione che merita qualche riga di approfondimento. La leva del sentimento a cui ti richiami certamente stride con le parole forti da me usate e che tu comprensibilmente ometti. Anteporre il cuore per lenire le sofferenze altrui è un segno evidente della nostra umanità e su questo nessun dubbio. Facciamo di tutto per le persone a cui teniamo perché stiano in salute e non patiscano dolore se affette da gravi e debilitanti malattie, fisiche o psichiche poco importa. Però, a parer mio, se lasciamo che il cuore guidi le scelte estreme che le circostanze ci spingono a compiere, come quella che affronta George, rischiamo di elevare a valore morale una condotta che è di principio discutibile e certamente condannabile se crediamo ad esempio nella sacralità della vita. Se osserviamo con gli occhi di George è probabile che in quel contesto sociale il sentimento di compassione che nutre verso l'amico può forse risultare compatibile con la soppressione di una vita umana ma l'atto in sé non può trovare giustificazione alcuna per le ragioni sopra richiamate e soprattutto per quei diritti umani riconosciuti sin dalla seconda metà del '700 che hanno posto un argine al libero arbitrio e sono a parer mio proprio quei diritti, peraltro ispirati dalla dichiarazione d'indipendenza americana, a sorreggere la sacralità stessa della vita: ancora prima del gesto avrebbe potuto tutelarne la salute, farsi guidare dal cuore alla ricerca di soluzioni meno estreme; perché proprio la morte? Un gesto che forse avrebbe potuto trovare qualche comprensione di fronte alla sofferenza di un uomo ormai segnato da una grave malattia che non ha cure, anche se per me inaccettabile, e non certamente di disagio psichico pur se particolarmente grave.
Grazie per avermi dato modo di aggiungere altro.
Sono d'accordo con ciò che affermi sulla sacralità della vita tutelata dai diritti umani e che l'atto di distruggerla è comunque deprecabile ma in quel contesto di poveracci sfruttati in un ranch arido e assolato nel periodo della grande depressione americana che futuro avrebbe aspettato Lennie ? Torture, carcere nel migliore dei casi e quando il povero Lennie sarebbe stato raggiunto da Curley che imbraccia il fucile con la chiara intenzione di sparargli " nelle budella" ?La situazione è talmente compromessa che a pare mio aver sangue freddo ed agire risulta una delle mosse possibili
Tu dici che George avrebbe dovuto tutelare la salute dell'amico, ma in che modo e con quali risorse?
Faccio fatica anch'io ad accettare il finale di quella vicenda e tutte le volte che l' ho letta provo un'immensa tristezza e sicuramente se mi fossi trovata nei panni di George non avrei agito come lui non sarei stata capace di un gesto simile ,non fa parte del mio carattere.
Inoltre penso che bisogna viverle certe situazioni come quelle con persone care malate e sofferenti e trovarsi nell' impossibilità di aiutarle, personalmente se mi verrò a trovare in tali frangenti preferirei vedere metter fine alla mia esistenza . La malattia e la sofferenza senza rimedio mi fanno molta paura per non parlare di deperimento cognitivo come l' Alzheimer .
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Brava Graziella, secondo me qui hai centrato in pieno. La morte come più grande atto d'amore. Tant'è che lo uccide nel modo più dolce possibile: evitandogli dolore, evitandogli che Lennie se ne renda conto, anzi, facendogli rivivere un'ultima volta il suo umile sogno.George ha sparato all'amico per amore. Per salvarlo da ciò che sicuramente gli sarebbe capitato. Un gesto d'amore!!!!!
Una morte caritatevole, pietosa.
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Si Guido, effettivamente ripensandoci non è lo stesso ambito problematico. Concordo con Vanna e Federico che la scelta va inserita nel contesto in cui si trova Geroge: siamo praticamente ancora nel far west, dove la vita di un uomo vale davvero poco, il confine tra il vivere e il morire è molto labile, la dignitià umana è un concetto ancora troppo lontano. Sul fatto che poi George sia mosso da un atto di pietà perche vuole bene a Lennie, mi sembra non ci siano dubbi. Difficile anche persino fare un pronostico su come avrei agito, perchè le influenze delle situazione, la sua urgenza, sono tali da esercitare una pressione molto maggiore rispetto al contesto quasi da laboratorio dei vari dilemmi morali di cui ci siamo serviti a ottobre.Guido:
Un omicidio neanche troppo vicino al concetto di eutanasia secondo me perché Lennie non era incosciente o in fin di morte.
L'accostamento ci sta tutto! GenialeGuido:
Secondo me torniamo un po’ al concetto del dilemma morale affrontato con il Libro del Mese di Ottobre 2020. Solo che invece dell’uomo grasso, in questo libro abbiamo l’uomo grosso
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Brava Graziella, secondo me qui hai centrato in pieno. La morte come più grande atto d'amore. Tant'è che lo uccide nel modo più dolce possibile: evitandogli dolore, evitandogli che Lennie se ne renda conto, anzi, facendogli rivivere un'ultima volta il suo umile sogno.George ha sparato all'amico per amore. Per salvarlo da ciò che sicuramente gli sarebbe capitato. Un gesto d'amore!!!!!
Una morte caritatevole, pietosa.
Da notare che questa era l'intenzione di Goerge da subito, appena ha scoperto ciò che era successo: infatti la prima cosa che ha fatto è stata rubare la pistola.
Perché? George lo fa perché sarebbe stato linciato da Curley, che è arrabbiato, è un violento e aveva già da prima una gran voglia di vendicarsi dell'umiliazione subita durante la lotta. Infatti tutti se ne escono coi fucili in mano per andare ad ammazzarlo senza nemmeno bisogno che se lo dicano. Gavi mi trovi in disaccordo quando hai preso la tangente degli istituti psichiatrici: quella non sarebbe mai stata la fine di Lennie, se l'avessero preso e non ammazzato, dopo una selvaggia pestata sarebbe finito dritto sulla sedia elettrica.
In questa settimana mi son spesso chiesto cosa rappresenti Lennie, visto che è chiaramente un simbolo. La conclusione che più mi ha convinto è questa: George e Lennie sono due lati dell'uomo. George rappresenta la maturità adulta, la razionalità pratica, Lennie rappresenta l'infanzia, l'illusione. Il primo è quindi scafato e si destreggia nel mondo, ma non ha sogni, ideali, aspirazioni che non siano utilitaristiche. Il secondo è un sognatore ma non sa comportarsi, non pensa alle conseguenze di quel che fa (non ha nemmeno memoria di quel che fa o dice), non sa vivere nel mondo (un esempio su tutti è a inizio libro quando reitera l'errore di bere dall'acqua stagnante per poi aver mal di pancia la notte). Steinbeck mi sembra che voglia dire che per sopravvivere nell'America del tempo, ma forse ancor più genericamente nel mondo intero e in tutte le epoche, dobbiamo sopprimere la parte infantile che per anelare a una sognata felicità futura perde contatto con la realtà presente. Anche se questa è forse la parte più dolce e umana che abbiamo.
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Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori
Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!
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Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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