Rispetto a voi, non mi stupisco che Ballard abbia parlato di questo abbrutimento degli esseri umani perché trovo sia molto realistico che l'uomo diventi una bestia se lasciato senza regole o a sé stesso, libero cioè da un qualsivoglia controllo anche minimo.
William Golding, scrittore nonché professore, fece un esperimento con i suoi studenti (ragazzi) lasciandoli senza una sorta di arbitro e dovette interromperlo perché la cosa stava degenerando. Da questa esperienza trasse il materiale per scrivere il suo romanzo più famoso, cioè 
Il signore delle mosche. Lo lessi circa quindici anni fa e mi turbò abbastanza perché si trattava di ragazzini e quindi, forse, è per questo che non mi stupisco con 
Il condominio di Ballard perché dagli adulti mi aspetto di tutto e del resto basta seguire un po' di cronaca per rendersene conto (tg o giornali). Anche Golding non andò troppo a fondo con la psicologia, ma secondo me è perché non bisogna scavare granché per vedere un essere umano degenerare: basta lasciarlo a se stesso e, infatti, non per niente, una massima di Golding è "Gli uomini producono il male come le api producono il miele".
Gli uomini hanno poco rispetto per l'altro, per sé stessi e per il mondo (ambiente, animali, ecc.) e non seminano buoni sentimenti e virtù, quanto invece rabbia e violenza che non possono che sfociare in rancore, soprusi, prepotenza, volontà di imporsi sugli altri ecc.
Il condominio, quello reale, è un microcosmo particolare: da un lato è un ristretto ambiente sociale e quindi soggetto a regole, ma dall'altro lato è dove ognuno di noi abita e pretende di stare in libertà. Secondo me è il posto perfetto per vedere come queste due particolarità entrino in conflitto e come sia difficile trovare una quadra: se in altri ambiti sociali si riesce a stare entro le regole con più facilità perché percepiti come "esterni", difficile è farlo a casa propria in virtù del fatto che si tratta della propria abitazione e quindi si fa quel che si vuole. Il lockdown che ci ha tenuti a casa era una situazione particolare, ma stare tanto tempo nel condominio ci ha reso molto insofferenti con gli altri condomini: dai rumori in orari di riposo, alla musica a tutto volume, alla ginnastica fatta in casa saltando su tappeti elastici, alla tv a volume altissimo, ai giochi online con amici fino alle 3-4 di notte, per non parlare di chi ha lasciato le scarpe fuori dal proprio uscio per non beccarsi il Covid, ai sacchi di spazzatura lasciati fuori in attesa che scattasse l'orario X per poter uscire a buttarli. In tempi normali, ci sono quelli che si lamentano degli animali del vicino perché sporcherebbero in qualche modo, oppure altri che "svuotano" la tovaglia fuori facendo cadere le briciole sul balcone dell'inquilino del piano inferiore, ecc. L'elenco penso sia abbastanza lungo, io ho messo solo quello che è capitato a me, ad amici e conoscenti 
Non credo che Ballard abbia scritto di una situazione impossibile o troppo distante dalla realtà. Se oggi non succede questo è solo perché, per fortuna, ci sentiamo ancora legati a delle regole sociali, di convivenza, alla legge... ma, se ci riflettiamo un attimo, ci saranno sicuramente circostanze in cui chiudiamo gli occhi di fronte a scorrettezze (se non illegalità) altrui perché ci siamo talmente abituati che è diventato normale. Ecco, nel condominio di Ballard certe cose assurde sono normali, gli inquilini sono dei barbari, incivili e disadattati e preferiscono stare nel condominio dove si può fare ciò che si vuole e, contestualmente, perché sono tra "veri" simili. Molti, infatti, non vanno più a lavoro perché la realtà sociale lavorativa non è quella che vogliono: dovrebbero sottostare a delle regole. Per quanto il condominio sia una realtà orrenda (e alcuni se ne accorgono), il richiamo degli impulsi peggiori è troppo forte, ma anche il richiamo dell'abitudine.
La cosa che mi sta piacendo del romanzo è come Ballard, senza doverlo sottolineare, ci faccia capire che, alla fine, tutti gli uomini sono uguali. L'imbarbarimento non è qualcosa che dipende dal ceto, dal sesso, dal livello di istruzione, dal conto in banca: il seme del male è dentro di noi, serve solo un contesto un po' più fertile per farlo sbocciare. Ovviamente è orribile l'idea che tutti abbiano questo seme perché significa che potenzialmente ogni essere umano può diventare una brutta persona, però è anche vero che abbiamo dentro di noi i semi buoni e alla fine si tratta solo di saper innaffiare i semi giusti (per info, vi rimando ai libri di Thích Nhất Hạnh).
Aggiungo anche che non credo affatto sia un caso che Ballard faccia parlare proprio quei tre condomini: uno è dei piani alti, uno dei piani di mezzo e uno dei piani inferiori. Si ricollega, per me, al discorso che ho fatto prima e cioè che l'abbrutimento dell'essere umano non fa alcuna distinzione di classe.