per quanto riguarda il finale, rimango della mia idea che Blackheath sia in realtà una sorta di purgatorio, una prigione tra la vita e la morte, tra inferno e paradiso, in cui vengono mandate le persone decedute per essere punite, creando un loop infinito di speranze e illusioni, oppure per redimersi, di conseguenza solo chi si redime potrà poi accedere al "paradiso" o comunque all'aldilà, ed è quello che penso sia capitato ad Anna e Aiden. La risoluzione di un caso realmente accaduto ovviamente è solo una recita, un modo per scontare la pena, per cui nulla è reale, il medico della peste potrebbe anche essere uno degli angeli della morte e le incarnazioni solo test per mettere alla prova l'indole di Aiden. Questa è la parte che più mi è piaciuta di tutta la storia, meravigliosi i riferimenti che sono stati lasciati più volte durante la narrazione ma che ovviamente non si riuscivano a cogliere, immaginando fossero figurativi.

Per quanto riguarda il tema della giustizia e della redenzione, inizio citando Aiden:
"secondo il medico della peste, blackheath è stata concepita per riabilitare chi ne è prigioniero, ma le sbarre non migliorano nessuno e la sofferenza serve solo a distruggere i pochi residui di bontà superstite. Questo posto toglie la speranza, e senza speranza che scopo hanno l'amore, la compassione, la gentilezza?"

Aiden condanna questo posto e tutto ciò che accade al suo interno, però alla fine sia lui che Anna ne sono usciti migliori, per cui è evidente che il sistema funziona. Sicuramente è atroce e inumano, però alla fine vengono perdonati i loro peccati e gli viene persino concesso di dimenticarli, questo credo sia un atto caritatevole, senza contare che loro avevano effettivamente una speranza a cui aggrapparsi ed era la vita al di fuori da quel posto, elemento cruciale per la redenzione. Non so ancora se il fine giustifica i mezzi, ma devo ammettere che sono a favore di Blackheath e di questa punizione, è una seconda possibilità, se la si guarda sotto quell'aspetto, e sono convinta che tutti dovrebbero meritarne una.

30 anni divisi in cicli da 8 giorni fanno circa 1368 cicli. Capisco che il medico della peste li abbia aiutati a fuggire: non ne poteva più di iniziare e iniziare di nuovo. Avrebbe tutto il diritto di lamentarsi del lavoro ripetitivo

all'altro concorrente in gioco che potrebbe continuare a rimanere intrappolato in eterno in una realtà che più che presentarsi come l'occasione per una redenzione , o forse meglio  riabilitazione, non diventerebbe altro che una condanna a ripetere gli stessi errori che hanno portato il detenuto a scontare la condanna

Io avevo inteso il tutto più come una realtà parallela, un'impronta sovrannaturale, ma l'idea che invece sia un vero purgatorio e che loro in realtà siano morti è molto più calzante e affascinante!
Non so se invece promuovo Blackheat come pena redentiva in assoluto, quindi per criminali per tornare in libertà...quel che spinge Anna è spesso più che altro la voglia di andarsene da lì, una sorta di istinto di sopravvivenza, solo in brevi momenti sembra vedere in Aiden una persona e non solo un mezzo per andarsene. Invece è Aiden che si purifica, ma si purifica al massimo del senso di vendetta, non è lui lo spietato assassino. Quindi non sono convinta che abbia funzionato