Solo a me non è piaciuto?
Poco dopo la metà facevo molto fatica a leggerlo. E' difficile ricordare tutte le azioni con l'aggravante di doverle collocarle correttamente nella linea temporale e associarle con quello che i personaggi conosco e ignorano in quel momento.
L'autore ha cambiato tante volte le carte in tavola, da rendermi la lettura stucchevole e qualche volta noiosa. A parte le azioni e gli avvenimenti che sono magistrali, ci sono molte cose sono poco delineate e lasciano un pò a desiderare.
Il libro è costruito con scrupolo maniacale nei dettagli. E' una costruzione cervellotica, piacevole per chi ama i puzzle e passare il tempo a ricostruire le sequenze degli eventi. E' un bellissimo divertissement, costruito senza voler trasmettere nessun messaggio particolare (per esempio punizione e redenzione). Tutte le spiegazioni mi sembrano posticce e incoerenti. Lo scopo del libro è quello di immergersi in un puzzle. Se, alla fine del libro, ci fosse stato un quiz con domande tipo "dove si trovano i personaggi alle 10:20?", non ne sarei stato sorpreso. I riferimenti al tempo, agli orologi, sono una piccola ossessione durante la narrazione. La forza (e nello stesso tempo la debolezza) del libro è che tocca tanti temi senza approfondirne nessuno in particolare, lasciando alla fantasia di chi legge il compito di tappare i buchi, e lasciando intendere che ci potrebbe essere qualcosa di più. Probabilmente non mi è piaciuto perché i puzzle (dentro un romanzo) non fanno per me.
Ho guardato molto velocemente un paio di interviste di Turton su youtube. L'impressione che mi ha dato (intelligente, risposta sempre pronta, istrionico, sorridente) mi conferma l'ipotesi del divertissement. Non è un'anima tormentata
. Se non ricordo male, ha parlato di aver fatto un enorme schema su una parete per tenere traccia degli eventi a passi di due minuti, e ha detto che la prima stesura era molto più breve e poi su suggerimento della editor l'ha ampliata per spiegare meglio gli eventi narrati.
Nella narrazione ci sono due realtà. La prima Blackheath. Blackheath è stato concepito come una prigione per punire i criminali. Non ci sono grandi spiegazioni su cosa sia. E' luogo molto evocativo ed ognuno può immaginarselo come meglio crede. A me piace pensarlo come una simulazione stile matrix. Potrebbe essere un girone dantesco popolato da anime, che devono trovare la soluzione dell'enigma in competizione fra di loro, e diavoli che fungono da supporto, recitando a soggetto. Le morti dentro questa prigioni sono reversibili, è sempre un loop temporale. Non si muore veramente. Daniel sembra averlo capito. Un omicidio dentro Blackheath è un vero omicidio? A parte le tre coscienze imprigionate, chi sono effettivamente gli altri, per esempio le due Evelyn?
La seconda realtà è dove le prigioni come Blackheath sono state concepite. Ci sono innumerevoli prigioni, ma le prigioni tipo Blackheath sono le peggiori. Si può dire che non c'è morale dentro Blackheath. Ci può essere solo trasformazione (con un pò di aiuto). La morale, la colpa, la vendetta, i delitti (quelli veri) sono in un altro piano di realtà. Chi è dentro Blackheath può avere conoscenza di questa realtà superiore. Aiden apprende della sua esistenza durante la narrazione e gli altri concorrenti (Anna e Daniel) conoscono già la sua esistenza. Curiosamente Cunningham che potrebbe sospettarne non ne diviene consapevole. Due personaggi sono a cavallo tra questi due mondi: il medico della peste e lacrima di argento. Sono carcerieri, arbitri, manutentori di questa prigione e altre prigioni. Hanno grandi poteri di discrezionalità ma devono mantenere il rispetto delle regole, altrimenti ne dovranno rispondere a dei superiori. Per i prigionieri non si sa cosa ci sia dopo Blackheath. Suppongo che i tre ne vogliono uscire per rientrare al piano superiore, ma non è sicuro, potrebbe essere che rientrino in un'altra prigione o ad un paradiso costruito della stesso sostanza di Blackheath solo con un pò di sole in più
.
Lo scopo di queste prigioni dovrebbe trasformare la mente dei criminali in modo da renderli migliori e riscattarli dai loro delitti. Scopriamo che non è così. E solo con l'intervento del medico della peste che ne riescono ad uscire.
Come si fa a pentirsi dai propri crimini senza conoscerli? Come si fa a redimersi dal male se è stato cancellato dalla memoria? Anche Anna e Daniel sono stati privati della memoria del mondo precedente. E' molto curioso che si possa diventare migliore quando sei inserito dentro un gioco il cui scopo è egoistico (sei in competizione con gli altri, e solo uno può salvarsi) e si potrebbe vincere diventando cinici e crudeli. Perchè per trovare la soluzione non serve diventare più buoni e migliori. E se bisogna diverntarlo c'e' un salto logico.
Il medico della peste modifica il gioco in modo che la collaborazione sia un fattore determinate, ma di sua iniziativa disobbediendo agli ordini dei suoi superiori. Possiamo dedurre che lo scopo di Blackheath non è il ravvedimento, ma tenere i suoi ospiti imprigionati per sempre.
Salverei solo il medico della peste. E' l'unico che ha possibilità di scelta. Gli altri sono prigionieri del loop temporale, non possono far altro che "giocare" all'infinito. Il medico della peste interviene, cambia l'ordine delle incarnazioni di Aiden, per favorirlo, e disobbedisce ai suoi superiori. Il costo della disobbedienza sarà la punizione. Ha deciso di essere punito perché ha empatizzato con i detenuti di cui è custode e dei quali dovrebbe essere solo un freddo osservatore. Ha fatto una scelta morale.
Poi mi verrebbe da dire che è quasi un paradiso terrestre al contrario
, che Aiden è Adamo, che Anna è Eva, che il medico della peste è il serpente, che la conoscenza del bene e del male ti fa uscire dall'inferno, che la disubbidienza.... Ok è ora di andare a letto
Purtroppo lo smile che sbadiglia non c'è.