Come una peperonata mal digerita ogni tanto questo libro mi ritorna su!
A parte questo orribile confronto che non fa onore alla peperonata, ogni tanto ripenso a questo libro come tante promesse non mantenute.
Mi sono piaciute le motivazioni che hanno ispirato il libro, mi piace molto l'autore e la sua storia da quello che ho visto su youtube. Ma il libro in se non si incastra con le le mie impressioni. E' come comporre un puzzle e quei maledetti pezzi sono stati tagliati male e non c'è modo di farli combaciare.
Il libro è una dimostrazione del virtuosismo dell'autore di creare una trama oltremodo complicata, tenendo insieme una discreta quantità di personaggi che ci vorrebbe una rubrica telefonica solo per ricordarsi i nomi. Però le motivazioni che lo hanno ispirato sono debolmente presenti nel libro, se non addirittura in contraddizione con lo svolgimento della trama. L'autore voleva mostrare l'inutilità delle prigioni, ma alla fine il protagonista riesce ad uscire dalla prigione, addirittura redento dalla sua sete di vendetta.
L'occasione di questo post me l'ho a dato la lettura di questo articolo (un pò lungo, ma se vi è piaciuto il libro ne vale la pena):
How a lifelong diet of games influenced The Seven Deaths of Evelyn Hardcastle
Se siete curiosi di vedere la casa di Blackheath, a metà articolo ci sono le foto di Manoir de Villier in Normandia che hanno ispirato la nostra ben conosciuta e decadente dimora. Nell'articolo è descritto un "dietro le quinte" di come è stato concepito il libro. Di nuovo mi devo complimentare con Turton, per il suo coraggio e la sua dedizione. Non posso fare a meno di ammirarlo.
Mi complimento anche con stesso (grazie! grazie!
) per come la mia prima impressione che ci fosse qualcosa di videogioco fosse vera. D'altra parte se si passa parte del proprio tempo davanti al computer a giocare, e buona parte della popolazione lo fa, qualcosa andrà a finire anche in quello che verrà creato.
Penso l'approccio migliore alle lettura delle "sette morti" sia quello di vederlo come un grande divertissement senza troppe pretese di trovare messaggi o significati nascosti. Il limite probabilmente è quello di essere un'opera prima che doveva rispondere alle esigenze del mercato (per me non è un male) e sottoposta alle richieste della casa editrice. Per la sua seconda opera pare che Turton sia stato lasciato più libero.
Che il libro sia un grande gioco me lo conferma che anche Neri Pozza per lancio del libro abbia utilizzato una escape room vedi:
A Milano c’è un escape room basata su un romanzo
.
Non ho mai fatto esperienza di una escape room, magari sarei riuscito a risolvere gli enigmi e a farmi bello davanti ai miei amici. D'altra parte che servono i libri se non a darsi un tono?