Terminata anche io la prima parte e mi ritrovo molto più nelle considerazioni di _elis riguardo a Maria piuttosto che di chi di voi vede in lei un atteggiamento morboso. A me non sembra affatto morboso, bensì mi sembra una persona con una forte sensibilità, non concentrata unicamente su se stessa, che forse ha già vissuto varie esperienze in cui si è dovuta confrontare con il dolore, direttamente o indirettamente; forse una persona un po' solo, che ha avuto delusioni (da cui forse deriva il cinismo verso il lavoro che fa) e che quindi si sofferma di più ad analizzare la realtà che la circonda. Non credo abbia una fantasia particolarmente fervida, se ci pensa capita a chiunque in alcuni momenti, magari mentre si guida o si è in treno o prima di dormire o in spiaggi mentre si prende il sole o che ne so, di cominciare a riflettere su qualcosa e da là i pensieri cominciano a vagare più sparsi, non dicono a immaginare realtà parallele, ma quanto meno a immaginare come una determinata situazione si sarebbe potuta sviluppare in un altro modo se si fosse fatto qualcos'altro, oppure a immaginare come si evolverà. Non so, secondo me non è così irrealistico il modo in cui Maria ci presenta i suoi pensieri; inoltre credo sia un po' l'intento di Marias ricreare tramite questi espedienti narrativi la complessità e la non linearità della realtà e della quotidianeità. Magari molti libri con una trama e uno stile più lineari son più scorrevoli, ma forse in effetti questa linearità non è che sia così realistica a ben pensarci
Riguardo al fatto che la voce narrante sia un personaggio femmina: mi ci sono soffermata anche io, in Domani nella battaglia pensa a me la narrazione è molto, molto simile (e anche il tema più o meno, visto che anche là c'è una morte iniziale che "sconvolge" la voce narrante, che è di fatto uno sconosciuto per la vittima), ma è un uomo e in effetti secondo me era riuscito meglio. Non mi ricordo più in quale libro del mese, ma un paio di anni fa ci eravamo soffermati proprio a discutere sul perchè autori maschi scelgano voci narranti femminili (e viceversa), cosa che premette un grado di identificazione spesso non semplicissimo da raggiungere, visto che al di là delle questioni di genere, sicuramente può capitare che in tanti aspetti una voce narrante femminile pensi diversamente da una maschile e l'autore deve quindi attuare un forte processo di identificazione. A me il libro sta piacendo molto, ma la voce narrante era secondo più riuscita nell'altra sua opera.
Grazie mille a chi di voi sta riportando anche alcune frasi, secondo me rendono benissimo come la percezione che stiamo avendo della lettura non è data dalla trama, ma proprio da come queste frasi son costruite, dalle immagini che vengono create dalla scelta accurata dei vocaboli e dalla struttura sintattica.