Ho letto le vostre riflessioni e vorrei commentare anch'io alcune di esse.
Relativamente all'esposizione mediatica di episodi di violenza sulle donne, soprattutto negli ultimi tempi, credo anch'io che non se ne parli mai abbastanza. Quindi ben venga la trasparenza su questo genere di notizie. Anzi, il parlarne, il sentire ogni giorno una nuova storia di violenza, fa riflettere su quanto il fenomeno sia più comune di quanto si pensi. È una cosa raccapricciante e credo che il rischio di un'emulazione sia inferiore al beneficio di diffondere queste informazioni per creare consapevolezza. Ritengo infatti che sapere ed accettare l'esistenza di un problema sia il primo primo passo per risolvere il problema stesso.
Tuttavia trovo assolutamente fuori luogo e fastidioso ciò a cui forse faceva specifico riferimento Frankie nel suo commento, ovvero quei talk show, quelle trasmissioni televisive che per settimane, approfittando della notizia e del dolore delle persone coinvolte, sfruttano l'evento per "riempire palinsesti".
Sono dunque a favore dell'informazione seria, della diffusione della notizia, dell'approfondimento onesto. Il confine è molto sottile ma delimita molto bene due modi completamente diversi di fare giornalismo, informazione e formazione.
A tal proposito, concordo sulla necessità di riformare il sistema scolastico italiano. L'articolo condiviso da michxk.4 è molto interessante. Ci sono paesi europei (quindi culturalmente molto vicini a noi) che prevedono nei propri programmi scolastici svariate ore di educazione sessuale ormai
da più di 50 anni come ha notato Bea. Questo è il tempo che ci vuole per intraprendere un cambiamento culturale in una società. Mi sarebbe piaciuto che nell'articolo avessero correlato anche il dato dei femminicidi in un anno di riferimento per ciascuna delle nazioni. Ad ogni modo, basta fare una rapida ricerca su Internet per trovare qualche informazione in merito, ad esempio
questa statistica sull'UE
. Tra l'altro secondo me andrebbe re-introdotta anche l'educazione civica. Quando andavo alle elementari io (trentaquattro anni fa) facevamo educazione civica qualche ora a settimana, avevamo anche un libro di testo. E ricordo che alle medie ci portarono qualche volta al consultorio e, durante le ore di scienze, erano previste anche ore di educazione sessuale. Non so se erano iniziative spontanee delle scuole che ho frequentato io oppure se anni fa educazione civica e sessuale facevano parte dei programmi scolastici anche in Italia.
Secondo me questi dati evidenziano come l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole a livello formale non dovrebbe essere considerata come l'unica soluzione al problema, anche se certamente sarebbe un primo passo importante e quindi assolutamente auspicabile.
A quanto sopra andrebbe associata almeno una solida legislazione che consenta di applicare pene certe e severe; andrebbero previsti programmi di sostegno alle donne vittime di abusi e canali a cui chi si sente in pericolo possa fare riferimento senza avere paura di ritorsioni ancor peggiori.
Venendo al libro, anche io come Chiara trovo poco humor in questo libro, anzi, è un libro che fa male. È un libro di denuncia. È una raccolta di grida disperate e richieste d'aiuto. Almeno questo è l'effetto che sta facendo a me. È come se ogni storia fosse un pugno nello stomaco, un calcio nelle palle, una coltellata, ecc.
Tratto da "Il ricordo della sua faccia".
Lei è là dentro questo macello
Dentro questa maschera mostruosa
Dentro la morte della sua stima di sé
Dentro il desiderio di lui di annientarla
Lei è là, lo giuro
L'ho sentita ansimare
L'ho sentita sospirare
L'ho sentita balbettare qualcosa
Con quella cosa che era stata la sua bocca
Io l'ho sentita. Lo giuro
Lei vive là dentro.
Ci siamo capiti...
E allora credo sia inevitabile l'indignazione, la rabbia!
Tratto da "Ne ho abbastanza"
Ne ho abbastanza che la violenza contro le donne non sia una priorità internazionale quando una donna su tre verrà stuprata o picchiata nella sua vita - distruggere e ridurre al silenzio e sminuire le donne è la distruzione della vita stessa. [...]
Ne ho abbastanza della passività degli uomini buoni. Dove cazzo siete? Vivete con noi, fate l'amore con noi, ci fate da padri, amici, fratelli, nutriti, accuditi ed eternamente sostenuti da noi, quindi perché non siete al nostro fianco? Perché il nostro stupro e la nostra umiliazione non vi spinge alla rabbia e all'azione?
Ribadisco, pugno nello stomaco, presa di coscienza, volontà di cambiare le cose, ma come cambiarle nel nostro piccolo? Cosa può fare ciascuno di noi per promuovere il cambiamento? Ve lo siete chiesti? Continuo la lettura (sono al 64%) e seguo con interesse questa discussione. Nel Forum da sempre la percentuale di donne è superiore alla percentuale di uomini. Personalmente sono interessato alle riflessioni di ambo le parti ma, da uomo, mi piacerebbe conoscere le impressioni di altri uomini sull'ultimo estratto che ho riportato. Grazie.