Ciao a tutti;
trovo solo adesso il tempo di scrivere due righe.
Ho letto i commenti precedenti e in parte mi ci ritrovo, ma per altri aspetti ho un'opinione più critica.
In primo luogo, se non sbaglio, qualcuno chiedeva se il libro si potesse considerare un classico; il libro è decisamente un classico! Sia per ciò che è stato fatto notare, ossia che da 150 anni viene stampato e letto, sia per l'influenza che ha avuto nella sua categoria e sugli scrittori successivi, che ne hanno tratto ispirazione e archetipi.
Gli stessi Conan Doyle e Agatha Christie affermarono di essersi ispirati a questo testo diverse volte e AC lo definì come una delle sue letture più formative.
Ho cercato delle informazioni online e pare che sia proprio questo libro di Collins ad introdurre (o a rendere celebri) figure come il detective che usa la logica, il "mistero chiuso nella scatola" (il meccanismo - tanto caro ad AG - di racchiudere tutti gli elementi in una ambientazione chiusa al momento dei fatti) e anche il genere "epistolare" e l'utilizzo della percezione alterata per commettere il crimine sono peculiari di questo libro.
Da qui però a definirlo "il miglior poliziesco mai scritto" ce ne passa. Forse lo era a quell'epoca.
Come ho accennato nel primo commento (dopo 150 pagine), il libro mi sembrava un po' lento e ora posso confermarlo. Il primo (forse l'unico?) colpo di scena si trova a pagina 350 (il ritrovamento della camicia da notte), dopo di questo non ne ricordo altri. La trama è come un grosso nodo che si scioglie un po' alla volta, ma lo fa quasi da solo, senza scossoni e senza sforzi.
Odio le ripetizioni, e Collins lo fa di continuo (di continuo!), ripetendo parole o intere frasi per dare enfasi. Per dare enfasi. Per dare enfasi!
Non funziona!

Altra cosa a cui sto diventando allergico, sono i romanzi pubblicati inizialmente a puntate, in cui ci si scontra con cambi di rotta e incongruenze. Gli stessi problemi li ho trovati ne Il conte di Montecristo, o nei racconti di Sherlock Holmes, quindi non è un problema che affligge solo Collins, ma Collins pare usasse sistematicamente modificare in corsa personaggi, lunghezza e trame in base al successo/insuccesso riscontrato nella puntata precedente e alla relativa pressione editoriale.
Quest'espediente mi fa sentire vittima abbindolata di un'operazione commerciale (vecchia di 2 secoli!).
Sul discorso "misoginia", credo sia solo la caratterizzazione del personaggio Betteredge, che vuole apparire simpatico ma non sveglio, sempre con un libro in mano ma tutto sommato abbastanza ignorante e un po' bigotto. Uno dei personaggi più coerenti e riusciti, a mio avviso, insieme alla signorina Clack (parti del suo resoconto sono state tra le più divertenti del romanzo).
Altri personaggi invece (tipo lo stesso Cuff, o Rachel Verinder nella seconda parte), li trovo pieni di incongruenze e forzati nel ruolo.
In sintesi finale, al libro do la sufficienza, soprattutto per l'aspetto storico, per l'ambientazione che adoro e perchè tutto sommato mi piace giocare a Cluedo, ma se devo dire che mi ha preso dalla prima all'ultima pagina tenendomi incollato mentirei parecchio.
Ho però deciso di prendere anche io La donna in bianco prima di farmi un'opinione definita su Collins, per cui tra qualche giorno lo inizio; se qualcuno vuole unirsi o ha già iniziato a leggerlo possiamo condividere!