In questa settimana non ancora conclusa, complice una congiunzione astrale (tanto tempo libero e brevità delle opere di cui dirò) ho “fatto fuori” 5 libri che aspettavano me: ecco il resoconto.
La giostra degli scambi: ebbene sì, sono una parente di Salvo Montalbano.

Senza accorgermene mi sono ritrovata una collezione, tutti in fila in ordine che nemmeno in libreria dove lavoro, e non scherzo quando dico che io e Salvo siamo parenti: ormai la sensazione che provo nell’acquistare il “nuovo” è proprio quella che ho quando torno al paesello e vado a trovare una zia che vedo molto poco…il tempo non è passato, hai voglia di vederla almeno quanta ne hai di tornare a casa, ti fa piacere chiacchierare un attimo, le vuoi bene, poi te ne scordi fino a natale. Ecco. Per quelle due ore che passo (con il giorno scelto con cura perché devo poterlo iniziare e finire senza interrompermi mai) in vacanza dalla mia vita riuscendo anche a riderci sopra non ringrazierò mai abbastanza Camilleri.
Poi, ma questa volta è godimento puro, ho letto La tombola dei troiai di Malvaldi…

i vecchietti del Bar Lume…chi li conosce sa, chi non li conosce…beh, siamo in un paese libero.
Passiamo alle cose serie: Pirandello, L’innesto, associato (solo come argomento eh!) ad un film recente (La scelta con Ambra Angiolini e Raoul Bova). Un dramma, bello e toccante, con l’ennesima dimostrazione che Pirandello ha scritto tutto tutto tutto…ogni sentimento, ogni difficoltà, ogni turbamento dell’anima, ogni aspetto dell’esistenza, con una freschezza mai intaccata dopo 100 anni…cosa che si può attribuire solo al genio, secondo me. Qui c’è la storia di una donna che dopo una violenza scopre di aspettare un bambino ed è con il marito di fronte ad una scelta lacerante…vincerà l’amore, certo, ma chiedendo un prezzo molto alto. Mi ha lasciato molto a cui pensare.
È stato il turno di Bruciante segreto di Stefan Zweig: di suo ho letto Paura e Lettera di una sconosciuta. Uno scrittore che mi stupisce sempre e non mi delude mai, in opere che spesso sono poco più di un racconto riesce a farti entrare così profondamente nei sentimenti dei protagonisti da farti rimanere senza fiato. In questo in particolare il protagonista è un ragazzino che “saltella” (mi è venuto solo questo termine!) tra l’infanzia e l’età adulta, come se per questo passaggio ci fosse una linea per terra e lui mette un piede oltre il confine, si pente, torna indietro, poi ci riprova, salta di là ma viene trattenuto…corre dietro a questo bruciante segreto che hanno gli adulti, sua madre in particolare, che vuole carpire, vuole capire e sempre gli sfugge e con il quale avrà letteralmente uno scontro fisico. Vero e intenso come sa essere solo Zweig, e considerate che è nel mondo dei più da oltre 70 anni.
Infine, più lentamente, ho letto Atena di John Banville: non lo conoscevo assolutamente. Questo libro mi ha “chiamato” dallo scaffale della libreria in cui stava in rigoroso ordine alfabetico. Spolveravo, il mio lavoro è anche questo. L’ho preso in mano e ho detto <mio>. L’incipit è favoloso. Tutto il resto non delude. Un lunghissimo racconto in cui ogni cosa prima o poi prende il suo posto. Adoro i romanzi in cui le cose le devo intuire e qui l’intuizione è fondamentale. Frasi toccanti e ricercate, una scrittura talvolta contorta ma solo perché lo è il protagonista, il quale scappa da un passato poco chiaro e corre dietro a cosa? Ossessioni? Fantasmi? Personaggi ambigui? Mi è piaciuto molto.
Difficile che mi capitino settimane così…