Modigliani non lo voglio mollare perché mi piace troppo.

Di Einstein ho preso qualcosa, ma dovrà attendere.

Dei due israeliani uno sono a metà, all’altro rinuncio e lo riporterò in biblioteca così come ha detto Novel67

In effetti è arrivato Simenon per il compleanno, ma aspetterà un attimo: in questo periodo ho davvero poco tempo per leggere e ho bisogno di un giorno intero di assoluta quiete per il mio amico Georges.
In sostanza non è cambiato molto da tre giorni fa…ma Novel ha fatto una richiesta e provo a rispondere:
parlare diffusamente de La recherche di Proust, parlo per me, è impossibile: per il momento ho letto un flusso di sensazioni, di ricordi e di minuziose descrizioni impossibili da riportare se non copiando intere frasi…e per complicarmi la vita lo sto leggendo in francese (ecco anche il perché delle dosi omeopatiche…leggendo pezzi brevi ogni giorno mantengo il filo del discorso senza perdere la concentrazione, e a me ne occorre tanta: è un testo difficile, Proust non è Dumas e io non sono madrelingua francese!) Nonostante le difficoltà che ho ma che peraltro non mi spaventano affatto, anche per fissare qualche idea che mi è utile, proverò a raccontare qualcosa partendo da un concetto interessante che scaturisce da questa frase:
La nostra personalità sociale è creata dalle opinioni degli altri. […] Riempiamo l’apparenza fisica della persona che noi vediamo con tutte le nozioni che abbiamo su di essa e nell’aspetto totale che noi ci rappresentiamo queste nozioni sono certamente la parte maggiore. Esse finiscono per riempire le guance, per aderire perfettamente alla linea del naso, si armonizzano con la sonorità della voce come se fossero una busta trasparente e ogni volta che vediamo quel viso o sentiamo quella voce sono quelle informazioni che ritroviamo e che ascoltiamo. Questo discorso si riferisce a Swann, vicino che frequenta la casa del protagonista, che gli ospiti non conoscono poi così bene come credono: lo accolgono in casa perché non sanno tutto di lui. Su questa cosa ci sto pensando da un po’, perché è innegabile che sia davvero così, anche ora, per tutti. Mi si sono aperti diversi link nella testa: definire la cosiddetta reputazione…e adesso che ci sono i siti che offrono di ripulirti quella online…e il fatto che le informazioni che diamo al mondo, e per esteso la nostra personalità, si adeguano a chi ci sta di fronte…bel problema filosofico, vero?

Mi è venuto in mente anche un passaggio de Il mercante di Venezia che riporto:
ANTONIO: Io tengo il mondo per quello che è, Graziano, un palcoscenico, dove ogni uomo deve recitare una parte, e la mia è triste.
GRAZIANO: Che la mia sia quella del buffone, con l’allegria e le risate vengano pure le vecchie rughe, e il mio fegato si riscaldi per il vino prima che il mio cuore si raffreddi per i lamenti della mortificazione.
Perché dovrebbe un uomo che ha dentro sangue caldo starsene a sedere come il suo antenato scolpito in alabastro? e dormire quando c’è da fare veglia? e farsi venire l’itterizia per la stizza? Ecco cosa ti dico Antonio:
c’è una sorta di uomini il cui volto schiuma e si ammanta come un immobile stagno, e mantiene un ostinato e fermo silenzio col proposito di ricevere una reputazione di saggezza, gravità, profondo intendimento, come a dire: “Io sono il Signor Oracolo e quando apro bocca guai se abbaia un cane”. Oh Antonio mio, ne conosco di questi che son reputati saggi perché non dicono nulla, mentre son certo che se parlassero spingerebbero quasi a dannarsi chi, a udirli, dovrebbe chiamarli, questi fratelli, scemi.
Quanto mi piacerebbe avere una notte a disposizione per discutere a bassa voce di queste cose. (con la giusta dose di alcol in circolo…perché no?

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