è da molto tempo che vorrei leggere questo libro, grazie per l'articolo.
Ammiro molto Malala e sono rimasta sorpresa quando ho saputo che in Pakistan è considerata controversa, non dai talebani, ma dalle persone normali. Da quello che ho capito leggendo vari articoli a riguardo, questo disprezzo è dovuto in parte all'immagine che noi occidentali abbiamo voluto dare di lei nel mondo, anche attraverso la scelta del titolo del libro. Infatti i pakistani vedono Malala come una persona che ha tradito la sua cultura e la sua religione a favore della cultura occidentale e pensano che esageri un po' a ritenersi chissà che eroina, dal momento che ci sono moltissime bambine che hanno vissuto la sua condizione e anche peggiore, e che secondo loro non ha fatto nulla di straordinario per i pakistani. Probabilmente se leggessero il libro si renderebbero conto che il contenuto è molto diverso dalla copertina, molto rispettoso del suo paese.
La questione non è così semplice e c'è tutta una serie di motivi per cui non è apprezzata in patria, però questo in particolare mi ha colpita e rattristata più di altri, perché pensando di fare bene abbiamo creato un'immagine disprezzata da chi più dovrebbe prendere coraggio ed esempio da lei.

É vero Margarethe!
Le storie vanno sempre conosciute a fondo.
La paura e l'ignoranza fanno mal tollerare chi improvvisamente esce dal gregge e allora la cosa più facile é accusare, emarginare e sminuire. É così che un regime basato sul terrorismo deve governare e chiunque mini questo equilibrio con spirito di rivolta seppur pacifico ma capace di far porre domanda e mettere freni fa paura.
É molto bello il discorso che ha tenuto a New York vi consiglio di sentirlo per intero. Lì dice esplicitamente che la sua posizione non ha nulla a che vedere con la sua religione.

Come un popolo puó restare indifferente difronte a un simile attentato?
Ma non é nulla di nuovo perché é sempre stato così. Ci si rintana nell'indifferenza. Eppure c'è chi comunque lotta per se e per chi una voce non ha o sceglie di non averla.
Quanti di noi avrebbero avuto lo stesso coraggio?

Se decidete di leggerlo contatemi, mi farebbe piacere affrontare questa lettura insieme a voi.

Io ci sto Bibi

Bello l'articolo mi sembra molto interessante la sua storia , che non ho ancora mai letto, però voglio leggerla. Molto vero quello che dice sull'istruzione, che alla fine per questi popoli potrebbe essere anche una loro arma contro l'oppressione che vivono. Inoltre il suo invito alle donne a combattere per loro stesse lo trovo molto coraggioso. Sicuramente lo voglio leggere.

Giami23 ha scritto:

Come un popolo puó restare indifferente difronte a un simile attentato?
Ma non é nulla di nuovo perché é sempre stato così. Ci si rintana nell'indifferenza. Eppure c'è chi comunque lotta per se e per chi una voce non ha o sceglie di non averla.
Quanti di noi avrebbero avuto lo stesso coraggio?

Credo che più che indifferenza sia paura. Sicuramente tantissime persone quotidianamente lottano contro l'oppressione dei talebani, e probabilmente sono anche più d'aiuto per la gente rispetto a Malala. Una cosa diversa è esporsi pubblicamente, è qualcosa che ti condiziona la vita, poche persone hanno questo coraggio. Certo è un atto importante ma non biasimo chi fa una scelta diversa.

No purtroppo chi é soggetto a questi regimi vive nel terrore e nessuno può biasimarli, é difficilissimo opporsi ed esporsi ma non impossibile. ma l'indifferenza c'è ed é anche quella dell'occidente.
La scuola forma le menti ed é da lì che bisogna partire per un vero cambiamento.
É vero molti di quelli che combattono lo fanno in silenzio, basta pensare a Patrick zaki, se non fosse stato arrestato probabilmente nessuno avrebbe saputo tutto quello che ha fatto per la sua nazione