Ieri ero così indaffarata che mi sono completamente dimenticata di questo gioco
Il libro di ieri sarebbe stato
La fattoria degli animali di George Orwell. Ha meno di 100 di pagine, quindi metto l'estratto dell'ultima pagina (se non avete letto il libro, attenzione che potrebbero esserci degli spoiler):
... Come prima, vi furono calorosi applausi e i bicchieri vennero vuotati fino al fondo. Ma mentre gli
animali di fuori fissavano la scena, sembrò loro che qualcosa di strano stesse accadendo. Che cosa
c'era di mutato nei visi dei porci? Gli occhi stanchi di Berta andavano dall'uno all'altro grugno.
Alcuni avevano cinque menti, altri quattro, altri tre. Ma che cos'era che sembrava dissolversi e trasformarsi? Poi, finiti gli applausi, la compagnia riprese le carte e continuò la partita interrotta, egli animali silenziosamente si ritirarono.
Ma non avevano percorso venti metri che si fermarono di botto. Un clamore di voci veniva dalla casa colonica. Si precipitarono indietro e di nuovo spiarono dalla finestra. Sì, era scoppiato un violento litigio. Vi erano grida, colpi vibrati sulla tavola, acuti sguardi di sospetto, proteste furiose.
Lo scompiglio pareva esser stato provocato dal fatto che Napoleon e il signor Pilkington avevano ciascuno e simultaneamente giocato un asso di spade.
Dodici voci si alzarono furiose, e tutte erano simili. Non c'era da chiedersi ora che cosa fosse successo al viso dei maiali. Le creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due. ...
In questa scena, gli animali "inferiori" osservano da fuori attraverso una finestra i maiali che festeggiano assieme agli umani, con cui hanno appena stretto un'alleanza. La frase finale è emblematica, perché all'inizio del libro gli animali (capeggiati dai maiali) si ribellano contro gli umani e il loro sfruttamento, instaurando regole rigide per stabilire un nuovo andamento, per poi man mano riassumere sempre più atteggiamenti simili a quelli degli uomini, fino a dimenticare completamente le regole imposte e diventare come loro.
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Il libro di oggi invece è
Viaggio al centro della terra di Jules Verne. Non l'ho mai letto, quindi non so cosa sta succedendo esattamente in questa scena, ma sembra che siano in atto i preparativi per un viaggio:
... Ma io non avevo tenuto conto dell’impazienza del professore. Lo trovai in mezzo ad una frotta di facchini che scaricavano certe mercanzie nell’andito gridando ed agitandosi, mentre la vecchia serva non sapeva dove dare del capo.
«Su, Axel, affretta dunque disgraziato! esclamò mio
zio, non appena mi ebbe veduto da lontano; e la tua valigia che non è fatta, e le mie carte che non sono in ordine, e la mia sacca da viaggio di cui non trovo la chiave, e le mie uose che non vengono!»
Rimasi stupefatto; mi mancò la voce, e fu a gran fatica che le mie labbra poterono articolare queste parole:
— Noi partiamo dunque?
— Si, disgraziato, che te ne vai a spasso invece
d’essere al tuo posto.
— Noi partiamo? ripetevo con voce affievolita.
— Sì, dopo domani mattina alle prime ore del gior-
no.
Non potei intenderne di più, e mi ritrassi nella mia cameretta.
Non v’era più dubbio; mio zio aveva impiegato tutto
il pomeriggio a provvedere parte degli oggetti ed utensili necessari al suo viaggio. L’andito era ingombro di scale di corda, di corde a nodi, di torce, di fiaschette, di ramponi di ferro, di picconi, di bastoni ferrati, di zappe, tanto da caricare per lo meno dieci uomini.
Passai una notte orribile. ...