Molto interessanti davvero questi articoli, si vede che sono scritti da qualcuno che ha parecchia esperienza di gruppi alle spalle. Riporto i passaggi che mi hanno copito di più.
1. La lettura non è un’attività sociale.
Non date retta a chi si ostina a sostenere il contrario. Un gruppo di lettura non fa letture di gruppo. Ciascuno si legge il libro scelto e poi, in un incontro a una data stabilita, si discute di quel libro. Si parla di ‘lettura condivisa’ per distinguerla, appunto, dalla lettura di gruppo. [cfr. Ferrieri, La lettura condivisa, Alberto Manguel, Una storia della lettura].
Parlare ad altre persone di un libro letto non sempre viene facile, naturale. Discutere di un libro, in modo pertinente e interessante, significa molto spesso aprire una finestra sulle proprie idee e i propri sentimenti. Ho conosciuto persone che hanno lasciato il gruppo, del quale pensavano di sentirsi felicemente parte, perché pesava troppo emotivamene parlare dei libri letti, con sincerità.
In un certo senso, il gruppo di lettura è una specie di ‘riduzione del danno’ causato dall’introspezione e dalla solitudine (parziale) provocata dalla lettura ed è anche un modo per pulirsi la coscienza da parte di individui che sono orgogliosi del tempo in solitudine dedicato alla lettura. È un modo per trasformare il discorso attorno alla lettura in uno spazio pubblico.
Questo punto offre un paio di spunti davvero interessantii: innanzitutto il fatto che la lettura non sia un'attività sociale. Visto la recente esperienza di gdl su guerra e pace che stiamo facendo qui sul club divisa in tappe (e viste altre esperienze che ho avuto su anobii) posso dire che io in realtà mi trovo molto meglio con il metodo ufficiale del club, ovvero leggere il libro del mese per intero, ognuno con la propria velocità e decidendo se commentare prima o solo alla fine quando si ha la completezza. Per dire Guerra e pace a volte è sembrato una gara, con i continui aggiornamenti "io ho finito", "io sono a tot punto", a volte questo può essere deleterio e scoraggiare qualcuno che legge più lentamente e si sente magari escluso. Inoltre il fatto di commentare solo su una parte a me riesce più difficile, soprattutto quando è "forzato", nel senso che essendo un percorso a tappe è quasi obbligatorio fare un commento allla fine di ogni tappa. Al contrario con il libro del mese ognuno può sentirsi libero di leggere a che velocità vuole e di commentare solo quando si sente pronto o ne sente l'esigenza. (sia ben chiaro che le mie non sono assolutamente critiche, visto che ci sono in mezzo, ma solo il mio modo di sentire).
Secondo punto: parlare di un libro significa aprire una finestra sulle proprie idee e sentimenti.
In effetti io a volte faccio davvero tanto fatica, sarà che nella vita sono un'introversa, dover spiegare le emozioni e le sensazioni private che senz'altro provo leggendo un libro mi risulta difficile, non so se a volte dò l'impressione di fare commenti impersonali, spero di no visto che m'impegno per esprimere le mie emozioni ma, a dir la verità, spesso mi domando "a chi interessa quello che provo o quello che sento?" "perchè dovrei andare nello specifico quando a volte faccio così fatica a capirmi pure io?"
In ogni caso penso che il gruppo online aiuti molto a sentirsi più liberi, molte volte sono stata tentata di partecipare al gruppo che si ritrova nella biblioteca del mio paese ma mi immagino già a fare scena muta perciò ogni volta desisto. Online ci si sente più liberi, ognuno ha il suo spazio, nessuno ti parla sopra, non importa il tono di voce (nel mio caso basso) e nessuno ti chiede di ripetere perchè tutti sono in grado di leggere. Poi si riesce a conoscersi pian piano, attraverso i vari post, così poi magari anche in un incontro "fisico" non si è dei perfetti sconosciuti.
Decidere di interrompere la propria catena più o meno programmata di letture o rinunciare al piacere di farsi cogliere dall’ispirazione-innamoramento per un certo libro, o ancora far posto a un libro “forzato” sul comodino aggiunge uno strato di fatica alla lettura che rende la decisione di condivisione un atto di forte volontà che andrebbe sempre premiato da una discussione, relativa al libro scelto, completa, aperta e ricca.
Altro punto da sottolineare, in effetti è faticoso a volte dover leggere un libro "a forza" quando ce ne sono molti altri che ci chiamano col canto di sirena. Però trovare una discussione approfondita e che ti arricchisca ti ricompensa della fatica nel leggere un libro che non si è scelto.
Poi nulla vieta ogni tanto di prendere una pausa, io in questo periodo mi sono lasciata prendere la mano e sono così impelagata in vari gruppi di lettura che sto raggiungendo il mio punto limite. In questi giorni perciò sto leggendo un libro solo per me stessa, penso che ogni tanto sia doveroso verso se stessi. Anche perchè poi si riprende la lettura condivisa con più energia.
Scusate se mi sono dilungata e magari ho detto cose inutili ma mi hanno molto colpito questi articoli.