Sabato, 06 Settembre 2025

Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran

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05/12/2015 13:25 - 05/12/2015 13:28 #21373 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran

Insomma in Iran i presupposti della presa del potere da parte degli islamici affondano tutti nel sistema di potere corrotto dell'allora scià di Persia e della sua dinastia Pahlavi.


Sì,la maggior parte delle dittature nascono da un sistema politico non sano; spesso nascono in situazioni politiche di confusione (vedi il nazionalsocialismo o l´ascesa di Putin),in cui si cerca di dare in qualche modo un ordine senza pensare a come potrà evolversi la situazione; oppure nascono con l´intento di contrastare il sistema vigente,ma per fare ciò c´è bisogno di instaurare un´alternativa altrettanto forte come quella rappresentata da chi detiene al momento il potere, e anche in questo senso non si riesce mai a valutarne le conseguenze.

Continuo con la lettura, all´inizio ero un po´ delusa,la narrazione si svolgeva troppo in forma di saggio,ma più che altro non mi piaceva come presentava questo seminario, ovvero come un esperimento nel senso scientifico del termine; nel momento in cui racconta che annotava non solo quello che facevano negli incontri, ma anche le singole frasi dette dalle allieve per poi aggiungervi i suoi commenti, bo, mi sapeva di studio troppo "statistico", quasi che le allieve fossero delle cavie.
E mi sembrava forzatissimo il parallelismo Iran-Lolita, tanto che ho pensato che se intende così fare i suoi collegamenti, allora siamo in grado tutti di prendere un romanzo qualsiasi e ricontestualizzarlo in qualsiasi situazione ci pare. Però poi improvvisamente mi sono ritrovata nell´analisi del romanzo,che mi è invece piaicuta molto. Non tanto per la sua opinione sul romanzo in sè, che condivido solo in parte,ma perchè mi piace come affrontano l´opera. Secondo me l´autrice qui riesce a esprimere benissimo come tramite un gruppo di lettura si possa vivere un romanzo in modo molto più approfondito, si fanno riflessioni che da soli non si farebbero,ma soprattutto si notato cose che in un primo momento non saltano all´occhio, perchè ognuno dà una chiave di lettura propria. Mi è piaciuto quindi vedere le differenti luci in cui viene visto Humbert, in cui viene vista Lolita e in cui viene interpretato il loro rapporto.la mia interpretazione del romanzo è in parte diversa da quella dell´autrice,ma da come ne parla lei risulta chiaro di come non ci siano impressioni giuste o sbagliate, il romanzo è sempre quello, è un elemento oggettivo; le sensazioni però che dà sono diverse, e confrontarle aiuta secondo me molto a farsi coinvolgere dall´opera affrontata.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 05/12/2015 13:28 da bibbagood.

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05/12/2015 16:31 #21375 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran
Citazioni da "Leggere Lolita a Teheran" Parte Prima

Attenzione: Spoiler!

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
Tanti anni nel Club e nemmeno una medaglia!

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05/12/2015 16:57 - 05/12/2015 16:58 #21376 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran
Uno dei primi libri a cui si fa riferimento in "Leggere Lolite a Teheran" è "Invito a una decapitazione" di Nabokov libro che mi sono procurato e che ho subito messo nella mia lista dei libri da leggere, a questo punto nel 2016.

Uno degli aspetti che più mi sono piaciuti del libro della Nafisi è proprio il fatto di parlare di altri libri, certo mettendoli in relazione con la situazione iraniana di allora, ma contribuendo a far nascere molta curiosità e voglia di approcciare queste opere.

Io alcuni li ho già letti molti altri no, risultato... la mia personale lista dei libri da leggere si sta meravigliosamente allungando! :laugh: :laugh: :laugh:

p.s. Libri da leggere ve ne sono a milioni, molto meno sono quelli che personalità come Nafisi consigliano. E di questi consigli occorre far tesoro! :P

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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Ultima Modifica 05/12/2015 16:58 da pierbusa.

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07/12/2015 11:29 #21395 da Baby Jane
Risposta da Baby Jane al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran
A breve lo inizio, lo giuro...anche perché mi avete fatto venire voglia!!!

Baby Jane

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08/12/2015 14:32 - 08/12/2015 14:40 #21403 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran

A breve lo inizio, lo giuro...anche perché mi avete fatto venire voglia!!!


E fai bene Baby Jane! Fai davvero bene perché questo libro merita sicuramente di essere letto.
Inoltre, leggerlo in questo particolare periodo storico, credo colpisca ancora di più al cuore e alla mente.
Sì perché questo è un libro che ti fa soffrire e ti fa ragionare. Ti fa emozionare e ti fa pensare.
Trattasi tra l'altro di una storia vera, di vita vissuta. L'autrice ha soltanto cambiato i nomi delle persone che le gravitano attorno per proteggerle. E se prima di aver letto questo libro potremmo pensare "per proteggerle? Addirittura? No dai... esagerata...", dopo la lettura di questo libro abbiamo la consapevolezza che il comportamento scelto dall'autrice è più che plausibile, soprattutto sulla base del suo vissuto.

"Vivevamo in un paese in cui la cultura negava qualsiasi valore alle opere letterarie, a meno che non servissero a sostenere qualcosa che sembrava più importante: l'ideologia. Il nostro era un paese dove tutti i gesti, anche quelli più privati, venivano interpretati in chiave politica".

Credo che sia impossibile per noi non provare una sorta di empatia, con conseguente tristezza, leggendo le storie di queste ragazze che si trovano a vivere in un paese in cui il loro valore è praticamente zero. Si è detto molto, e non sarà mai abbastanza, sulla condizione della donna nei paesi musulmani. Eppure in passato mi è capitato di sentire commenti del tipo "a loro va bene così perché è la loro cultura, la loro religione" oppure "sono tutti uguali".
Ebbene, questa storia ci dimostra il contrario. Ci dice che non troppo lontano da noi esiste chi vorrebbe opporsi e il più delle volte non ce la fa... ci fa anche capire come mai fiumare di persone cerchino di abbandonare quei paesi. Secondo me non scappano soltanto dalla guerra... scappano anche e soprattutto da una cultura alla quale probabilmente non sentono di appartenere o alla quale non vogliono più appartenere, così come accade alle ragazze della Nafisi, strette nella morsa delle imposizioni rigide delle loro leggi.

"Il peggior crimine di un regime totalitario è costringere i cittadini, incluse le vittime, a diventare suoi complici. Farti ballare con il tuo carceriere, così come farti partecipare alla tua esecuzione, è un atto di estrema brutalità. L'unico modo per spezzare il cerchio e di smettere di ballare con il carceriere è tentare di conservare la propria individualità, ciò che sfugge a ogni possibile descrizione eppure distingue ciascun essere umano dai suoi simili".


E' logico che, se le sensazioni sono queste, se la vita ti lascia questo, evidentemente cerchi di scappare. E questo forse per noi occidentali dovrebbe rappresentare una piccola nota positiva. Il fatto che, in realtà, non sono tutti uguali... fare di tutta l'erba un fascio è sbagliato. Non dobbiamo cascare nel tranello dell'odio assistendo a certi eventi. Ma credo che però si debba in qualche modo reagire, seriamente, in maniera ponderata.
Il libro secondo me è un inno all'indipendenza. La Nafisi non ci dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, così come in molti casi non se la sente di dirlo ai suoi allievi. Li induce a ragionare! E' questo il suo compito di educatrice. Vuole che facciano la loro strada e che siano loro stessi a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato per ciascuno di loro. Ma il punto è proprio questo: la possibilità di scegliere.
Noi possiamo scegliere. Noi possiamo svegliarci domani mattina e decidere cosa fare della nostra vita. Ci piace? Continuiamo così! Non ci piace? Possiamo provare a cambiarla. Loro invece possono scegliere?

L'autrice viene messa anche di fronte ad un dilemma non banale.

"Se tutti se ne vanno, replicò Mahshid, con lo sguardo fisso sul pavimento, chi ci aiuterà a tirar fuori qualcosa di buono da questo paese? Come possiamo essere tanto irresponsabili?"

Ma il ribrezzo dell'autrice verso ciò che è diventato il suo paese è così tanto che la porta a dire:

"Vivere nella Repubblica islamica dell'Iran è come fare sesso con un uomo che ti disgusta".

Insomma, affermazioni che ci fanno capire che ha raggiunto il suo limite, che è a saturazione. Che è davvero disgustata dalla piega che ha preso la sua vita quotidiana in questo paese. E pertanto cerca l'indipendenza. Cerca di scappare. Credo sia un bisogno naturale. E allora la domanda è: premesso che scappare in una situazione del genere sarebbe plausibile, taccereste come egoista uno che abbandona il suo paese scappando in preda alla disperazione (e come eroe quello che rimane a tentare di cambiare qualcosa sapendo che ogni suo sforzo sarà pressoché vano) o fareste come l'autrice?

Leggendo questi libri ci rendiamo conto di quanto siamo privilegiati, di quanto abbiamo e che spesso non ci rendiamo neanche conto di avere: la libertà di scegliere, l'indipendenza di poter decidere cosa fare della nostra vita, di poter scegliere come andare vestiti a giro, quali amici avere, quali libri leggere, chi frequentare, cosa studiare, ecc. Ci siamo abituati così tanto a ciò che abbiamo che lo diamo per scontato.

Leggere questo tipo di storie ci fa tornare con i piedi per terra e ci fa riflettere.

Infine, mi è piaciuta molto l'osservazione per la quale la lettura di un libro in un particolare momento, contesto o in una particolare situazione della nostra vita, lo renda ai nostri occhi diverso rispetto alla lettura dello stesso in un momento differente. E' una grande verità e credo che sia un po' perché un libro è come un amico. Con un amico ti senti libero, ti senti te stesso. E ci sono momenti sì e momenti no. E l'amico lo capisce e lo comprende. Ti lascia sfogare.
Credo che di questo parlammo anche relativamente alle "riletture". Un libro che può non esserci piaciuto in un momento particolare della nostra vita potrebbe invece stupirci e farci innamorare in un altro momento della nostra vita.

"La Austen che conosci è irrimediabilmente legata a questo posto, a questa terra e a questi alberi. Non crederai che sia la stessa Austen che leggevi con il professor Fench vero? No, vero? Questa è la Austen che hai letto qui, in un paese dove il censore è cieco e dove impiccano la gente per strada e stendono un telone nell'acqua del mare per tenere separati gli uomini e le donne mentre fanno il bagno".

A noi amanti della letteratura una cosa del genere non può non scalfirci, aiutandoci a capire ancor di più cosa significa vivere in quei paesi. Quanto dev'essere dura, soprattutto per le donne, riuscire a sopravvivere alla quotidianità.

Consiglio a tutti la lettura di questo libro. Forte, toccante ma mai scontato. Voto 8 per la Nafisi e credo che questo sia assolutamente uno dei candidati a diventare Libro d'Oro del Club del Libro per il 2015! Come si dice... in extremis! Meglio tardi che mai! :laugh: :laugh: :laugh: ;)

p.s. e grazie Bea per averlo tirato fuori dal tuo cilindro dei libri da leggere nel club! ;) :kiss:

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain
Ultima Modifica 08/12/2015 14:40 da guidocx84.
Ringraziano per il messaggio: bibbagood, Baby Jane

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09/12/2015 10:30 #21412 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran
Bellissimo commento Guido e sono contenta che il libro di abbia coinvolto cosi tanto!

Il libro secondo me è un inno all'indipendenza. La Nafisi non ci dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, così come in molti casi non se la sente di dirlo ai suoi allievi. Li induce a ragionare! E' questo il suo compito di educatrice. Vuole che facciano la loro strada e che siano loro stessi a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato per ciascuno di loro. Ma il punto è proprio questo: la possibilità di scegliere.


Questa interpretazione l´ho avuta anche io,soprattutto in rapporto al ruolo della letteratura. Mi piace come l´autrice affronta le opere in classe,perchè cerca sempre un confronto, stimola i suoi allievi a pensare,a farsi un´opionione. La lettura e i libri non sono solo un hobby passivo, ma possono insegnare effettivamente ad avere un approccio critico alla vita. Questo secondo me è un fatto molto attuale al di là di paesi musulmani o meno. Si legge di meno, spegniamo i cervelli con il bombardamento della tecnologia, parliamo solo per sentito dire, senza effettivamente avere pensieri nostri. Le lezioni universitaria non sono come quelle della Nafisi, si va per fare presenza. Mi è capitato di avere un paio di professoresse di letteratura, una al liceo e una al università, molto brave, che ti facevano amare quello che insegnavano;ma questo amore si limitava a sognare le opere id cui ci parlavano, perchè la lezione era comunque sempre a senso unico. Invece in questo libro secondo me viene espresso benissimo come la capacità di ragionare è la cosa che ci fa rimanere indipendenti, e questa capacità ci può essere trasmessa dalla letteratura, visto che come dice l´autrice stessa, nei libri si possono vedere varie facce della stessa medaglie e ci insegnano quindi a non criticare ad occhi chiusi quello che pensiamo sia diverso da noi.

L'autrice viene messa anche di fronte ad un dilemma non banale.

"Se tutti se ne vanno, replicò Mahshid, con lo sguardo fisso sul pavimento, chi ci aiuterà a tirar fuori qualcosa di buono da questo paese? Come possiamo essere tanto irresponsabili?"


Insomma, affermazioni che ci fanno capire che ha raggiunto il suo limite, che è a saturazione. Che è davvero disgustata dalla piega che ha preso la sua vita quotidiana in questo paese. E pertanto cerca l'indipendenza. Cerca di scappare. Credo sia un bisogno naturale. E allora la domanda è: premesso che scappare in una situazione del genere sarebbe plausibile, taccereste come egoista uno che abbandona il suo paese scappando in preda alla disperazione (e come eroe quello che rimane a tentare di cambiare qualcosa sapendo che ogni suo sforzo sarà pressoché vano) o fareste come l'autrice?


Oltre al dubbio che riporti tu, c´è anche quello che lei si pone nella parte su James : "è meglio dare ai ragazzi la possibilità di imparare o rifiutarsi di obbedire al regime?". L´autrice infatti è divisa dal dubbio se tornare ad insegnare per amore dell´insegnamento e piegarsi al regime indossando il velo oppure non venire a patti con i propri ideali, che vedrebbe come un tradimento verso ciò in cui crede, e però rimanere relegata chiusa in casa senza poter fare effettivamente qualcosa di attivo per cambiare la situazione, come sarebbe se insegnasse. Certo sono due questioni difficili in cui è difficile immedesimarsi. Per quanto riguarda il lasciare il proprio paese, io posso fare un piccolo,insgnificante paragone con la mia situazione. Mi è capitato più volte di sentire gente che mi dice che i "cervelli in fuga" sono degli egoisti, perchè sfruttano l´istruzione acquisita in italia per poi fare soldi all´estero. Io stessa ora che sto finendo la specialistica in Germania rimango a cercare lavoro qui,senza neanche provare a cercarlo in Italia. Sono poco patriottica?Può essere,ma non mi va neanche di vivere in un paese in cui non mi piacerebbe la vita che condurrei solamente perchè devo onorare la mia patria. È un paragone minuscola rispetto al tema della Nafisi, ma il concetto è lo stesso. La patria non dovrebbe essere una limitazione geografica, la stessa autrice dice come quando stava in America pensava all´Iran come casa sua, nel momento in cui è tornata si è resa conto che non si riconosceva più in quel paese. Ma è chiaro che lei si sente iraniana, ama la lingua persiana, la cultura, trova stimolante il dibattito con la sua gente. Il dover però vivere in un luogo geografico che le impone uno stile di vita che non le appartiene non credo c´entri molto con la patria, probabilmente si sentiva più iraniana quando stava in America. E a ciò si allaccia il secondo dubbio, se insegnare e sottomettersi al regime oppure non piegarsi e fare una resistenza a quel punto passiva. E lei alla fine decide di insegnare,e non per amore della patria,ma perchè le piace quello che fa, l´insegnamento e la letteratura sono una parte imprescindibile della sua identità e quindi pur di non dovervi rinunciare decide di mettete il velo. Insomma, è difficile dare un giudizio.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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09/12/2015 10:39 #21413 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran

Infine, mi è piaciuta molto l'osservazione per la quale la lettura di un libro in un particolare momento, contesto o in una particolare situazione della nostra vita, lo renda ai nostri occhi diverso rispetto alla lettura dello stesso in un momento differente. E' una grande verità e credo che sia un po' perché un libro è come un amico. Con un amico ti senti libero, ti senti te stesso. E ci sono momenti sì e momenti no. E l'amico lo capisce e lo comprende. Ti lascia sfogare.


Il ruolo dei libri invece mi lascia un po´ perplessa. Come ho detto in uno dei primi commenti, mi piace molto come affrontano la lettura di Lolita,ma il confronto con la situazione iraniana mi è sembrato molto forzato. Molto più bello mi è sembrato il processo a Gatsby, l´ho trovato geniale, intenso, intelligente. Insomma, mi è sembrato il modo perfetto su come affrontare la letteratura e fa capire il ruolo che la letteratura può avere se noi le lasciassimo lo spazio che merita.
Sto a metà del capitolo su James e bo, spesso il legame con i libri mi sembra forzato, li cita così,ogni tanto, giusto per rimanere fedele al presupposto che sta scrivendo un libro in cui si parla di letteratura e della sua influenza sulla società attuale e quindi più se ne cita e meglio è,ma niente di più. Forse perchè la narrazione mi sembra troppo un saggio sulla questione iraniana, e i libri ne fanno da sfondo, invece di essere il contrario come pensavo sarebbe accaduto. Però mano mano che si va avanti noto come il semplice elencare i libri così, nominare un libro alla fine di una frase, associare ad ogni situazione e ricordo un personaggio letterario, mi faccia in realtà avere l´impressione di come effettivamente i libri possano essere considerati dei veri amici. Lei li cita così, non soffermandosi in modo esaustivo sull´opera in sè o sul perchè vi sia cosi affezionata, spesso dice solo il titolo, esattamente come si farebbe se nominassimo un nostro amico o famigliare mentre raccontiamo qualcosa a qualcuno. Quindi non so,non sono pienamente convinta di questo legame societá-libri,ma di certo non mi sta lasciando indifferente!

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09/12/2015 11:28 #21414 da Blue
Risposta da Blue al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran
Questo libro è nella mia lista dei libri da leggere da un po', ma visto i molti impegni di questo periodo pensavo di rimandarne ancora la lettura per dedicargli la dovuta attenzione.
Tuttavia, le vostre opinioni e soprattutto i bei commenti di Guido e bibbagood mi hanno molto incuriosita quindi lo inizierò al più presto.
Spero di trovarlo in libreria

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09/12/2015 13:53 #21419 da Claudia1221
Risposta da Claudia1221 al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran
Ho iniziato a leggere il libro da un po' anche se non ho commentato. Ho letto anche qualche vostro commento, piano piano leggerò anche gli altri. Mentre leggevo ho sottolineato tante frasi che mi hanno colpita, frasi che volevo condividere con voi sul momento ma non so perché qualcosa mi ha fermata. Ci sarebbe tanto da dire eppure non riesco a dirlo... Sono cosè che si sanno è vero, sono cose che leggiamo sempre nei giornali, che vediamo alla tv, ma il fatto di conoscere già la situazione non la rende più digeribile. Leggere di queste donne è come un continuo pugno allo stomaco. Noi pensiamo di poter capire quello che provano ma no è così, non abbiamo la minima idea di cosa possa significare vivere in questo modo, private della libertà di sedere dove vogliono, di vestire, pettinarsi di fare qualunque cosa... per non parlare poi delle violenze...

Il libro offre moltissimi spunti anche sulla lettura in generale, come molti di vi hanno già fatto notare, vi riporto una frase che ho sottolineato e della quale volevo parlare con voi:
"Perché storie come Lolita e Madame Bovary - così tristi, così tragiche- ci trasmettono una specie di felicità? non è riprovevole provare piacere a leggere di cose tanto terribili? Ci sentiremmo allo stesso modo se le trovassimo sul giornale o succedessero a noi?"
Cosa ne pensate?

"Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?"
Harper Lee, Il buio oltre la siepe .

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09/12/2015 14:25 - 09/12/2015 14:26 #21421 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Dicembre 2015 - Leggere Lolita a Teheran

Questo libro è nella mia lista dei libri da leggere da un po', ma visto i molti impegni di questo periodo pensavo di rimandarne ancora la lettura per dedicargli la dovuta attenzione.
Tuttavia, le vostre opinioni e soprattutto i bei commenti di Guido e bibbagood mi hanno molto incuriosita quindi lo inizierò al più presto.
Spero di trovarlo in libreria


Sono contenta che i nostri commenti ti abbiano incuriosito :) in realtà mi sarebbe venuto da scrivere tantissimo in rifiermento agli spunti offerti dal commento di Guido e riguardo altre cose che mi sono venute in mente leggendo,ma poi avrei fatto anche io un monologo come le mie sopracitate insegnanti di letteratura, quindi dirò tutto mano mano che la discussione si avvia ;)

"Perché storie come Lolita e Madame Bovary - così tristi, così tragiche- ci trasmettono una specie di felicità? non è riprovevole provare piacere a leggere di cose tanto terribili? Ci sentiremmo allo stesso modo se le trovassimo sul giornale o succedessero a noi?"
Cosa ne pensate?


Anche io avevo annotato questa frase,ed è difficile anche qua dare una risposta. Ma forse is può ritrovare in ciò che ho già detto nel commento precedente e che l´autrice mette in evidenza. I libri ci offrono una visione più ampia della realtà, ci fanno uscire dal nostro modo di pensare perchè ci presentano punti di vista diversi dai nostri. Ognuno di noi ha una prospettiva diversa su una specifica cosa,ma nel contatto tra di noi il mio punto di vista rimane il mio e il tuo rimane il tuo. Mentre nei libri si ha la possibilità di immedesimarsi in ciò che avviene, permettendoci di capire in prima persone cose che nella realtà ci risulterebbero incomprensibili. Quindi, per rispondere alla domanda di Claudia:se nella realtà parlassimo di un´adultera,la giudicheremmo e basta,ma leggendo Madame Bovary riusciamo a capire quello che prova e il perchè delle sue azioni, non puntiamo il dito; oppure, se alla fine decidiamo di puntarlo, è perchè la sensazione che lei ci ha trasmesso è stata quella, e non perchè facciamo parlare i nostri pregiudizi. Se sentiamo di un pedofilo,scattiamo inorriditi,ma Nabokov offre varie prospettive sotto cui analizzare il caso,che anche qui ci permettono di non giudicare e basta,ma di riflettere su cosa ci sia effettivamente dietro quello che solamente all´apparenza è un caso di pedofilia da condannare. Quindi la felicità di cui parla l´autrice non credo sia gioia vera e propria perchè siamo contenti di quello che succeda a Emma Bovary o a Lolita,ma è la felicità data dell´emozione di essere compartecipi di ciò che esse vivono, mentre se succedesse nella realtà ci limiterremmo a giudicare. Non so se questo vale anche per il "se succedesse a noi", però in fondo credo di sì, perchè a maggior ragione saremmo troppo influenzati dal nostro giudizio per poter vivere con lo stato d´animo giusto quello che ci accade. Però bò, su quest´ultimo punto non ne sono molto sicura.

Pensate la mia possa essere un´interpretazione condivisibile o troppo idealizzata?Te Claudia come lo hai interpretato?

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Ultima Modifica 09/12/2015 14:26 da bibbagood.
Ringraziano per il messaggio: Novel67

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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori

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Ciao Marigiò, ti linko il gruppo di Palermo: QUI :)

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

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