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Temo che alcuni di voi possano essere frenati dalla lettura perchè temono che non aver letto alcuni dei libri di cui si parla possa essere un ostacolo. Voglio quindi precisare,che da quello che ho capito,l´aver letto alcuni dei libri citati può sicuramente far apprezzare di più il libro,ma che non è decisamente un requisito necessario, visto che da quello che ho capito non è un saggio sulle singole opere,ma il pretesto per parlare della situazione attuale delle donne in Iran tramite collegamenti con i libri. Io ancora non ho iniziato, quindi spero di non sbagliarmi. Coloro che magari lo hanno già iniziato (o finito
) forse possono dare qualche informazione in più. Spero però che anche i più titubanti decidano di dargli una possibilità
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Iniziato anche ioo! È il secondo mio libro del mese e nonostante le perplessità iniziale, più lo leggo e più mi coinvolge **
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Nell'autunno del 1995, dopo aver dato le dimissioni dal mio ultimo incarico accademico, decisi di farmi un regalo e realizzare un sogno. Chiesi alle sette migliori studentesse che avevo di venire a casa mia il giovedì mattina per parlare di letteratura. Erano tutte ragazze, dato che, per quanto si trattasse di innocui romanzi, insegnare a una classe mista in casa propria sarebbe stato troppo rischioso.
Per circa due anni, quasi tutti i giovedì mattina, con il sole e con la pioggia, sono venute a casa mia, e quasi ogni volta era difficile superare lo choc di vederle togliersi il velo e la veste per diventare di botto a colori. Eppure, quando le mie studentesse entravano in quella stanza, si levavano di dosso molto di più. Lentamente, ognuna di loro acquisiva una forma, un profilo, diventava il suo proprio, inimitabile sé. Quel piccolo mondo, quel soggiorno con la finestra che incorniciava i miei amati monti Elburz, diventò il nostro rifugio, il nostro universo autonomo, una sorta di sberleffo alla realtà di volti impauriti e nascosti nei veli della città sotto di noi.
Tema del seminario era il rapporto tra realtà e finzione letteraria. Leggevamo i classici della letteratura persiana, per esempio alcuni racconti della nostra «signora delle storie», Shahrazad, tratti dalle Mille e una notte, insieme ai classici dell'Occidente -Orgoglio e pregiudizio, Madame Bovary, Daisy Miller, Il dicembre del professor Corde e, appunto, Lolita. A ogni titolo che scrivo, un nuovo vortice di ricordi arriva a turbare la pace di questo giorno d'autunno, in un'altra stanza, in un altro paese.
Per poi chiarire meglio:
Se oggi voglio scrivere di Nabokov, è per celebrare la nostra lettura di Nabokov a Teheran, contro tutto e contro tutti. Dei suoi romanzi scelgo quello che ho insegnato per ultimo, e che è legato a così tanti ricordi. È di Lolita che voglio scrivere, ma ormai mi riesce impossibile farlo senza raccontare anche di Teheran. Questa, dunque, è la storia di Lolita a Teheran, di come Lolita abbia dato un diverso colore alla città, e di come Teheran ci abbia aiutate a ridefinire il romanzo di Nabokov e a trasformarlo in un altro Lolita: il nostro.
In queste poche righe l'intento del libro diventa chiarissimo si parla di letteratura per "adattarla" alla realtà Iraniana trasformando Nabokov (e successivamente altri autori) in qualcosa di diverso di applicabile alla realtà Iraniana dell'epoca.
Nafisi secondo me riesce benissimo nell'intento facendoci leggere Nabokov (e poi gli altri) in una chiave diversa, da una prospettiva nuova.
Personalmente ho trovato questo approccio alla letteratura veramente notevole, permettendomi di avere una visione sorprendente di certe opere letterarie.
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Iniziato anche io,ma per ora è più che altro la descrizione del contesto in cui hanno deciso di creare il "club".
Due cose però mi hanno colpito: l´autrice parla degli autobus, in cui le donne dovevano (devono?) salire dalla porta posteriore e di sedersi nello spazio riservato alle donne. Una mia amica a giugno di quest´anno è andata in un paesino sperduto a occidente della Turchia, è atterrata a Istanbul e da là ha preso un aereo piccolo turco e appunto era rimasta sconvolta di come le donne dovessero sedere tutte insieme in fondo e gli uomini tutti insieme avanti (quindi famiglie e amici devono dividersi,ma in generale faceva impressione proprio il distacco netto, metteva angoscia solo il sentirlo raccontare).
Poi vabeh,una riflessione superflua, visto che sono cose che si sanno,ma che comunque mi impressiona sempre, riguarda la frase in cui l´autrice fa riferimento alla reintroduzione della lapidazione per le adultere e le prostitute. Capisco che sia una società maschilista,ma si potrebbe anche usare senza troppi problemi un´espressione neutra ovvero "per l´adulterio, per chi commette adulterio, ecc", invece l´autrice sottolinea il fatto che è riservato solo alle donne; ribadisco, è una cosa che si sa, e anche con l´utilizzo di un´espressione neutra avremmo capito tutti che le uniche ad essere lapidate per adulterio sono le donne e non gli uomini,però trovo comunque molto più forte l´utilizzo del´l´espressione al femminile,come se fosse una cosa data per scontata che le persone cui si rivolgono queste leggi sono esclusivamente donne e non c´è quindi bisogno di ricorrere ad espressioni più generiche.
Questo pezzo sull adulterio succede nella stessa frase al pezzo in cui l´autrice accenna all abbassamento dell età minima per sposarsi da 18 a nove anni, e non c´è bisogno di commento.
Il benessere e lo sviluppo propiziati dallo Shah erano privilegi per una minoranza degli iraniani, soprattutto per la classe medio-alta delle città, mentre nelle campagne permaneva l'analfabetismo e la mancanza di infrastrutture. Il laicismo imposto dalla dinastia Pahlavi, oltre alla corruzione e agli sfarzi di corte, continuamente ostentati in pubblico per accrescere il lustro della "grande Persia", non faceva altro che alimentare l'astio di una società gelosa delle sue radici e distante da un modello di vita troppo occidentale. Indossare il hijab era proibito, ma per molte donne avere la testa coperta da un velo era un segno di appartenenza e di rispetto di antiche tradizioni. Specialmente negli ultimi anni del suo regno Reza Pahlavi si lanciò in spese folli e populiste (beni di consumo, armamenti militari) che stridevano clamorosamente con una rete di servizi e di infrastrutture assai carente e con una disoccupazione e un'inflazione giunte a livelli non più controllabili.
La paura di perdere il potere aveva indotto lo Shah a rafforzare la polizia segreta, la Savak, che pattugliava giorno e notte le vie delle città con orecchie tese ad ascoltare qualsiasi critica, diretta o meno, al sovrano e ai suoi fedeli. Sempre attraverso la Savak e l'esercito, il regime si premurava di sedare qualsiasi tentativo di ribellione e di perseguitare ed arrestare gli avversari politici, dai sindacati agli intellettuali, dal partito comunista Tudeh agli ulema seguaci dell'ayatollah Khomeini, già costretto in esilio a Najaf, in Iraq prima e a Parigi poi. La rivoluzione che ne seguì aveva quindi un terreno fertile per coinvolgere attori diversi fra loro, tanto che molti degli osservatori internazionali che avevano salutato con entusiasmo il cambiamento iraniano, all'insegna di una maggiore libertà, non furono capaci di prevedere quello che sarebbe successo subito dopo.
La debolezza e le divisioni di molte componenti della rivoluzione, dai comunisti ai sindacati passando per gli intellettuali e l'esercito, favorirono la presa egemone del potere da parte del clero religioso che in breve tempo riuscì ad organizzare un referendum per il passaggio dalla monarchia alla repubblica islamica, che venne stravinto con il 98% dei voti. Alla trasformazione dell'Iran in un Paese guidato dai dettami dell'Islam si accompagnò l'epurazione dei nemici interni, marchiando con l'epiteto di "infedele" chiunque si opponesse al regime o tradisse, seconda la visione dei mullah e ulema, gli ideali della rivoluzione. Cancellati i sindacati, i comunisti e buona parte dell'esercito e ridotto al silenzio il mondo intellettuale, il consiglio supremo della rivoluzione, maggior organo costituzionale guidato da Khomeini fino alla sua morte, rimase il padre-padrone dell'Iran.
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Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori
Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!
Palermo a Settembre?
Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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