Per me il termine felicità indica qualcosa di ben definito, indica gioiosità, contentezza, serenità dell'animo, felicità appunto.
Non sono felice a leggere delle disgrazie altrui, finte o reali che siano.
NON sto dicendo che voi state dicendo che siete felici delle disgrazie altrui, sia chiaro.
Termini quali catarsi, immedesimazione, coinvolgimento emotivo, empatia , che voi stessi avete utilizzato, calzano in modo molto più appropriato.
Quindi , per me, avete pur sempre "interpretato" il termine felicità, resta da vedere se veramente l'autrice intendeva ciò che voi avete interpretato o no.
Quindi quando lei dice :
"ci trasmettono una specie di felicità? non è riprovevole provare piacere a leggere di cose tanto terribili?"
A me sarebbe venuto da dirle : "aspetta un attimo, io non provo felicità e piacere, che cosa intendi dire esattamente? "
Domande destinate a non ottenere risposta.
Per chi pensa che mi soffermi su un cavillo semantico, mi dispiace per lui ma non è così.
Non voglio farvi il maestrino, semplicemente secondo me è così, e secondo voi è colà, tutto qui.
Magari mi sbaglio io , magari voi avete capito ed io non ho capito, chi lo sa.
Personalmente non sono d'accordo sulle interpretazioni dell'arte e del coinvolgimento emotivo date da novel67, ma questa è un'altro argomento.
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After our first discussion of Lolita, I went to bed excited, thinking about Mitra's question. Why did Lolita or Madame Bovary fill us with so much joy? Was there something wrong with these novels, or with us?-were Flaubert and Nabokov unfeeling brutes? By the next Thursday, I had formulated my thoughts and could not wait to share them with the class.
"...ci colmano di così tanto piacere? non c'è qualcosa di malsano in questi romanzi o in noi stessi"?
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Per me il termine felicità indica qualcosa di ben definito, indica gioiosità, contentezza, serenità dell'animo, felicità appunto.
Non sono felice a leggere delle disgrazie altrui, finte o reali che siano ...
Termini quali catarsi, immedesimazione, coinvolgimento emotivo, empatia , che voi stessi avete utilizzato, calzano in modo molto più appropriato.
Quindi, per me, avete pur sempre "interpretato" il termine felicità, resta da vedere se veramente l'autrice intendeva ciò che voi avete interpretato o no.
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Secondo me il lettore dovrebbe essere in grado di distinguere le due cose.
Un conto è il piacere di leggere un buon libro. Un conto sono l'amarezza, la tristezza ed il disagio che derivano dalla lettura di storie come quella raccontata dalla Nafisi.
Per me è stato così almeno. Porterò con me il triste ricordo di quanto hanno dovuto affrontare (e di quanto devono affrontare) le donne in contesti sociali e culturali come quelli raccontati in questo libro.
Ma porterò con me anche l'enorme piacere e soddisfazione di aver letto il libro in sé stesso, cosa che mi ha permesso di approfondire una tematica importante, in un periodo storico particolare, e di discutere con voi sulla base di tantissimi spunti di riflessione, tra cui anche questo per l'appunto.
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Max, io non penso che l’obiezione da te sollevata sia solo di natura semantica: concordo anzi con Pier, quando sostiene che il termine “felicità”, in quel contesto, potrebbe sconcertare il lettore. Ritengo dunque le tue osservazioni assolutamente pertinenti. Ma, come dice Bibba, mi sembrano anche un po' estremizzate. Perché - come ha scritto Guido - si presuppone che il lettore sappia fare una distinzione: "un conto è il piacere di leggere un buon libro. Un conto sono l'amarezza, la tristezza ed il disagio che derivano dalla lettura di storie come quella raccontata dalla Nafisi".
Fatta questa premessa, penserei di risolvere la questione in questo modo, chiedendoti semplicemente: il libro ti è piaciuto? Il termine "piacere" non sarà sinonimo di "felicità", ma seguendo il tuo ragionamento mi aspetterei comunque un NO secco: come potresti infatti ricavare piacere leggendo delle disgrazie altrui, finte o reali che siano?
Allo stesso modo, non dovrebbero piacere neppure Guerra e Pace, Titanic, o Guernica. E invece, quanti esclamerebbero: ah, che bel libro, che bel film, che bel quadro! E’ sadismo, è masochismo, è insensibilità? No, è semplicemente l'impressione suscitata da un’opera d’arte: che può emozionare, stupire, colpire e commuovere, a volte anche fino alle lacrime.
Eppure, non è forse vero che si può piangere anche "di felicità"?
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Concordo con Emilyjane quando dice che non è necessario aver letto i libri di cui parla ma è sicuramente meglio averli già letti. Soprattutto perché se sono libri che si ha in programma di leggere è un vero peccato sapere già tutto quello che succede... Insomma se non avessi già letto il grande Gatsby ci sarei rimasta di sasso, perché dice tutto, proprio tutto...
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Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori
Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!
Palermo a Settembre?
Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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