Per quanto mi riguarda, ne sono sempre più convinto, la lettura almeno di un altro libro di Nabokov mi sarà imprescindibile. Anche io infatti colloco con difficoltà il senso di molta della storia di questo libro, o come si diceva, il suo contenuto. Per quanto come da alcuni post fa, possa per me avere avuto un geniale intento di critica verso una determinata "scienza medica" del suo tempo, alla fine questa critica mi sembra un po' poco per giustificare quattrocento e passa pagine di perversioni. Sono confuso. O magari, continuo a pensare.. Nabokov, genio o non genio che lo si possa chiamare per certe concettualizzazioni o tentativi di esse, alla fine secondo me risente di non essere un medico egli stesso. E di essere quindi troppo a digiuno di mezzi e troppo addentro, impastoiato.. nel periodo che vorrebbe psichiatricamente criticare per essere veramente libero, felice.. e concettualmente più chiaro. E magari, a volte, terminologicamente anche più coerente. Tuttavia, quello che tu, Lereen, giustamente riporti dalla postfazione del libro come tra gli intenti dell'autore, per me è stato vero e ne ho goduto. Mi riferisco alla ricchezza linguistica. A tutte quelle giravolte e circonvoluzioni da drago in un carnevale cinese che tuttavia per buona parte dei pareri si e trattato di noiosa o comunque eccessiva prolissità. Alla fine si, è sicuramente vero. Non si può dire che sia un autore sintetico. Fiumi di parole con parecchie virgole ma ben pochi punti. Però, nonostante periodi o espressioni concettuali cosi lunghe, un senso, o respiro.. personalmente non mi è quasi mai venuto a mancare. Al contrario, per quanto io possa essere scivolato o caduto qualche volta per l'eccessiva bizzarria di un delirio o magari per un nome di troppo da ricordare, ho cavalcato con particolare piacere il suo flusso narrativo. Il problema, nel mio caso, sta nella separazione che dall'inizio ho agito nei confronti della mente di H.H.
E' una separazione che mi ha accompagnato per tutta la lettura del libro.
Che ha disgiunto l'esperienza percettiva del libro e che l'ha parzializzata. Tanto che adesso, nel ricordare il libro, "vivo" un senso di stranezza'. Incompiutezza. Avrei preferito un viaggio più parallelo e contemporaneo tra il contenuto, H.H... e il contenitore, scrittura...
E' per questo infatti, come dicevo, che leggerò un altro libro di questo autore. Per avere un piacere più completo dalla scrittura di Nabokov, senza magari una storia cosi "scomoda".
Ora invece, propongo una curiosità e mi pongo una domanda. Anzi, diciamo pure due, ma con una piccola fondamentale premessa. Alle accuse verso i siciliani di cui tra poche righe.. si è già chiaramente risposto da parte di chi in quelle meravigliose ed assolate terre ci vive o ci è nato,
ed è agli atti. Per cui nessun annullamento per questi ultimi... L'argomento risale infatti quasi all'inizio di questa discussione, ma, se non sbaglio, non mi sembra sia già stato rilevato o sia venuto alla luce un importate o almeno interessante dettaglio. In sostanza dalla versione o versioni Adelphi del libro, come ho confrontato in libreria e come si diceva, è palese una certa anti(pro.. per H.H...)italianità di Nabokov per il nostro paese. Sicilia e siciliani a pagina 189, 190 delle versioni Adelphi sono in particolare additati a precursori degli stravizi, diciamo meglio.. perversioni di H.H.
Sono letteralmente citati. Nella mia versione invece no. Edizione Mondadori dell'agosto del 59 a pag. 229 entro le prime dieci righe, si parla solo di "paesi mediterranei". Ci si può magari avvicinare a pensare che parli anche dell'Italia quando cita le doti di questi paesi. La musica, in particolare. Le doti amatorie invece, anche queste citate, tralascerei... Vero o meno.. sa troppo di pizza e mandolino... E' un argomento qualitativamente troppo delicato per generalizzare. Di qualsiasi paese si tratti...
Quindi ecco la curiosità. Qualcosa che in un edizione era solo accennata e ipotizzabile viene pesantemente modificata e dichiarata in una edizione successiva. Quanto invece alle due domande.. la prima cosa che mi chiedo è perché questa differenza. L'altra domanda invece mi è nata ricordando un film, tratto da un libro, che vidi molti anni fa. Non ne ho mai letto il libro, ma il film che ne fece Roberto Faenza me lo ricordo abbastanza ben fatto.
Come si colloca, insomma, nell'ambito di questa accusa di H.H. un lavoro, letterario e filmico come La lunga vita di Marianna Ucria? Ecco.. l'ho detto,
ed ora quasi me ne pento... Dal romanzo di Dacia Maraini, nella storia non siamo assolutamente ai giorni nostri, ne in tempi recenti, ma si racconta di una tredicenne che viene data in sposa (per motivi di interesse, ma questo è tutto un altro capitolo..) ad un anziano zio... Siamo all'inizio del settecento nello specifico, ma il libro, per quanto romanzo, viene ascritto al genere o sottogenere storico...
L'ho buttata li.. meglio.. qui. Ma non per venire in soccorso di Nabokov ne di H.H., solo cavalcando l'onda di un ricordo per una storia che mi aveva molto colpito al tempo del film.
Quindi.. in ogni caso, per sempre e senza indugio..
vade retro Humbert Humbert vade retro,
ti "saluto" anch'io.
Ma è stata una lettura importante. Uno storico abbandono ripreso e terminato con successo. Grazie veramente a tutti. Tra le piccole soddisfazioni della vita.. il fine settimana in cui l'ho terminato camminavo più leggero. Sinceramente e davvero, piaciuto o meno, per quanto mi riguarda.. evviva!!!
Piccolo inciso. Off topic di qualche post fa che ora mi ritorna, scusate!
Ho parlato "male" di Stephen King... Ma solo perché lessi quasi solo lui entro una certa età e da ragazzino. Se fino ad oggi dei suoi libri, a dire volgarmente un numero, ne ho letti quasi una ventina, evidentemente mi è spesso piaciuto e ogni tanto ancora piace. Solo. E' molto impostato, a volte, in concetti assoluti tra Male e Bene. Oggi lo leggo e rileggerei, in alcuni passaggi, con altri occhi.
Ora, come avevo accennato alcuni post fa, non mi rimane che sperare di risolvere un altro mio storico imperdonabile abbandono. Delitto e castigo.
Lettura terminata di nuovo a tre quarti, se non addirittura a metà.
Sarà quando sarà, dopo Lolita niente è impossibile.
Vabbè ora basta però.. abbiamo capito!! E poi, che leggi solo libri..??
No, no.. per carità!! Ma magari, a volte.. sai com'è. Da ragazzino tartagliavo, oggi pure ogni tanto mi ritorna.. e finisce che guardo meglio "in faccia" i libri che le persone...

Ok la chiudo qui.

Anche se no, scusate.. c'è ancora un ultima cosa.
Una cosa in sospeso da tempo,
ma che dopo aver letto Lolita sarà finalmente anche
per me possibile fare,
possibile leggere.
Leggere Lolita a Teheran.