Martedì, 04 Novembre 2025

Maggio 2018 - Lolita

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06/05/2018 12:46 #36463 da porthosearamis
Risposta da porthosearamis al topic RE: Maggio 2018 - Lolita

Katya ha scritto: Il nostro grande Emi :D :D


e come direbbe Galeazzi...grande....superlativoooooo...mitico.....ma bvaxxx....:laugh:

su internet ho trovato questa recensione che riporto in parte e che mi sembra attinente alla nostra discussione
"Da notare, inoltre, che con il suo romanzo Nabokov si scaglia contro la psicoanalisi tradizionale, che accusa di essere incapace a comprendere davvero i meandri della mente umana, le cui tensioni non sempre sono incasellabili in spiegazioni meramente logiche. Quello che Nabokov si propone di fare, dunque, è presentare una galleria di caratteri che sfuggono ad una chiara classificazione psicologica e la stessa attitudine del protagonista non può essere descritta come una chiara patologia quanto come un coacervo di emozioni il cui indirizzo non è spiegabile con la sola razionalità"

qualcuno ha notizie certe su questa critica alla psicoanalisi tradizionale di cui si parla?


Pier ha scritto: E visto che son convinto che per capire il capolavoro di Nabokov occorre comprendere fino in fondo e senza tabù il personaggio di Lolita mi appresto a leggere il romanzo di PIa Pera.


non lo conoscevo..ma la cosa mi intriga ;) .

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06/05/2018 14:42 #36465 da Graziella
Risposta da Graziella al topic RE: Maggio 2018 - Lolita

pierbusa ha scritto: Ho appena finito di leggere "Lolita". E adesso mentre medito su quello che ho letto e attendo i commenti di chi prosegue nella lettura, vorrei dedicarmi a una lettura "parallela".

La sempre compianta Pia Pera (1956-2016) nel 1995 pubblicò l'unico suo romanzo dal titolo "Diario di Lo" riscrivendo il libro di Nabokov ma ribaltando il punto di vista da Humbert-dipendente a Lolita narratrice assoluta.

E visto che son convinto che per capire il capolavoro di Nabokov occorre comprendere fino in fondo e senza tabù il personaggio di Lolita mi appresto a leggere il romanzo di PIa Pera.

Qualcuno storcerà il naso. Pazienza. :)

E' incredibile come mi sono sentita in sintonia dopo aver letto il tuo post. Sono due giorni che non faccio altro che pensare come mettere assieme tutta la faccenda della vicenda del romanzo proprio dal punto di vista di Lolita, chi è, perché si è rassegnata fino ad un certo punto alla sua situazione, lei così poco amata dalla madre e in grande competizione con lei nei confronti dell'unico uomo presente in casa loro. Vediamo se trovo questo diario di Lolita e vediamo chi è questa Pia Pera. Ti ringrazio Pier. :kiss: :kiss:

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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06/05/2018 15:10 - 06/05/2018 15:22 #36466 da Graziella
Risposta da Graziella al topic RE: Maggio 2018 - Lolita
@ Emi, anch'io ho letto le stesse righe che riporti più sopra, anzi ho letto, sempre in Internet tutto quello che c'era su Nabokov e la psicanalisi.
Nello specifico però queste righe riportano dei concetti che a mio modo di vedere non sono esatti perché: prima di tutto H.H. è si uno da ospedale psichiatrico, tanto che ci finisce più volte senza ottenere risultati perché lui non vuole guarire, infatti avendo accettato la sua perversione e volendosela vivere è il contrario del nevrotico, che ha "rimosso" i pensieri che il suo super Io, cioè la parte sua genitoriale ed educativa, ritiene inaccettabile. H.H. è un perverso e se la ride degli psicanalisti.
Anche gli altri personaggi, vedi ad esempio Lolita, potrebbe benissimo venir curata e recuperata, se fosse una persona vera.
Tutto quello di cui parla Nabokov dei suoi personaggi e verosimile, ed è proprio per questo che lui mette le mani avanti contro "un vecchio signore con un bastone che mi possa curare" (Freud)
Penso che Nabokov avesse una vera e propria avversione nei confronti della psicanalisi, gli psicanalisti la chiamano "resistenza", e sicuramente Nabokov non voleva finire in qualche testo di psicanalisi dove l'autore in stile Freud ne avrebbe fatta l'analisi, che sarebbe stata quella di risalire dal protagonista al suo autore.
Infatti continuo a chiedermi come mai ciò non sia avvenuto.
Inoltre Nabokov, da buon russo, non ha mai accettato proprio da un punto di vista culturale la psicoanalisi, così come in genere la cultura contemporanea russa.
Inoltre visto che sicuramente aveva letto il saggio di Freud su Dostoevskij e il parricidio, non voleva con Lolita fare la stessa fine.
Stranamente però, e questo mi insospettisce molto, noi non sappiamo quasi nulla della vita russa del nostro Nabokov, quando è arrivato in America nel 1940, aveva già 41 anni. C'è una grande bibliografia dell'autore scritta nel periodo russo e poi tradotta anche in italiano, e senza togliere nulla alla genialità dell'autore, voglio indagare meglio, magari rivolgendomi a un esperto di letteratura russa.
Spero di non essere riuscita in parte a rispondere alla tua domanda, senza aver urtato la suscettibilità di nessuno. Magari mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensi. Ciao:) :) :)

Galleria – 5 maggio 2006

Vladimir Nabokov: “Freud” (2006)


di Vladimir Nabokov, la Repubblica, 5 maggio 2006

L’avrò già fatto capire, ma vorrei ripetere che detesto non uno ma quattro dottori: il dr. Freud, il dr. Zivago, il dr. Schweitzer e il dr. Castro. Naturalmente il primo vince di molte lunghezze, come dicono alla corse dei cavalli.

Non ho alcuna intenzione di sognare gli squallidi sogni borghesi di un austriaco dalla testa balzana e dall’ombrello malinconico. Vorrei segnalare altresì che la fede freudiana ha pericolose conseguenze etiche: per esempio, quando a un lurido assassino con un cervello da tenia si concedono le attenuanti perché la sua mamma lo sculacciava troppo o troppo poco – una spiegazione è buona quanto l’altra.

Tutto l’imbroglio freudiano mi ha l’aria di una farsa, più o meno come il gigantesco aggeggio o feticcio di legno lucido, con un bel buco altrettanto lucido al centro, che non rappresenta nulla se non la bocca aperta del filisteo al quale raccontano che si tratta di una grande scultura prodotta dal più grande cavernicolo vivente.

(V. Nabokov, Intransigenze, 1994 II ed. Adelphi).

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
Ultima Modifica 06/05/2018 15:22 da Graziella.

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06/05/2018 16:09 #36467 da porthosearamis
Risposta da porthosearamis al topic RE: Maggio 2018 - Lolita

Graziella ha scritto: Nello specifico però queste righe riportano dei concetti che a mio modo di vedere non sono esatti perché... H.H. è un perverso e se la ride degli psicanalisti.


condivido e riporto un passaggio molto ironico e tagliente
"Devo la mia completa guarigione a una scoperta che feci proprio mentre mi curavano in quella particolare, costosissima clinica: scoprii che prendere in giro gli psichiatri mi procurava un inesauribile, gagliardo godimento. Bastava circuirli con astuzia; non mostrare mai che conosci tutti i trucchi del mestiere; inventare sogni elaboratissimi, puri classici dello stile (che procurano a loro, i cavasogni, incubi dai quali si svegliano urlando); stuzzicarli con false «scene primarie»; e non lasciargli mai intravedere il minimo sprazzo delle tue vere turbe sessuali. Corrompendo un’infermiera ebbi accesso a uno schedario dove scoprii, con spasso supremo, alcune cartelle cliniche in cui venivo definito «potenzialmente omosessuale» e «totalmente impotente».”

e tuttavia, come dici tu, guardando anche le altre opere di Nabokov, mi sembra che questi conoscesse molto bene Freud e abbia voluto imbarcarsi in questa crociata alle sue teorie



Stranamente però, e questo mi insospettisce molto, noi non sappiamo quasi nulla della vita russa del nostro Nabokov, quando è arrivato in America nel 1940, aveva già 41 anni.


Nabokov in realtà lasciò la Russia a causa della rivoluzione russa del 1917...
Nabokov è un esule...che il personaggio di H.H., aldilà della storia narrata, possa avere come chiave di lettura anche la ricerca di una felicità perduta?
L'uomo ha perduto la sua felicità (e la sua innocenza) e ciò che ne rimane è un essere ambiguo, dai mille chiaro-scuro...la scelta del nome ripetuto (Humbert Humbert), in fondo, non sottolinea tale ambiguità?

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06/05/2018 16:14 #36468 da Graziella
Risposta da Graziella al topic RE: Maggio 2018 - Lolita
@ Emiliano, ho trovato su Internet, proprio adesso un Link di un certo Odifreddi che a quanto pare sulla repulsione di Nabokov per la psicanalisi, la pensa come me:

matematica-old.unibocconi.it/odifreddi/odifreddinabokov.htm
(spero di aver ricopiato bene) comunque lo trovi in Nabokov e la psicanalisi (come ricerca su Google) poi come titolone in azzurro la prima parola e MATEMATICA

ciao

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08/05/2018 22:34 #36491 da Ariel
Risposta da Ariel al topic Maggio 2018 - Lolita
Ho iniziato anche io il libro... Finalmente :)
Ho letto i vostri tantissimi commenti che in un certo senso mi hanno preparato ad affrontare questa lettura, infatti sono solo al 15 % (forse ancora presto) ma non percepisco nessun fastidio nei confronti del contenuto di quest'opera. Sarà che sapendo cosa aspettarmi, mi sono predisposta ad una lettura emotivamente distante. Indubbiamente l'autore riesce farti entrare nella mente, e anche nel corpo di questo Humbert del quale descrive vivida ente le sensazioni. Proseguo nella lettura e mi prendo il tempo per approfondire, visti i tanti link e spunti che avete dato!

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quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima." William Ernest Henley

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09/05/2018 00:20 - 09/05/2018 00:52 #36492 da remembrandt
Risposta da remembrandt al topic RE: Maggio 2018 - Lolita
Ciao a tutti!
E' passato qualche giorno dall'apertura delle discussioni ma eccomi qua.
Devo ammettere che la mia precedente fallimentare lettura di Lolita mi ha trattenuto qualche giorno dal ricominciarne una seconda e quindi farmi avanti. Un primo incontro che risale penso almeno a quindici anni fa. Quasi una vita insomma. Soprattutto in termini di libri, letture fatte...
Tanto mi deluse questo libro da precludermi ogni altra lettura dello stesso autore. Sicuramente un gran peccato. In questa occasione, per farmi forza, ho anche considerato di leggerlo in un'altra edizione. Ricomprarlo. Ma tant'è, con un po' di volontà in più e, soprattutto.. un pensiero al portafoglio, rieccolo qui, tra le mie mani. Verde, Arnoldo Mondadori Editore, sesta edizione agosto 1959, unica traduzione autorizzata dall'americano di Bruno Oddera, quattrocentosessantanove pagine di solo romanzo, quattrocentoottantuno con la postfazione dell'autore. Lolita.
Personalmente non trovo particolari difficolta a separarmi dalla realtà abietta della mente del protagonista e oggettivarla. Non faccio maggiore difficolta che se leggessi un romanzo su altre dinamiche seriali e malate. Serial killer, come già detto, o chesso'. Ritengo che circa ventenne, all'epoca della mia prima lettura, fossi troppo immaturo per questa esperienza. Troppo educando e, nello specifico soprattutto religiosamente, inconsapevolmente educato a che le letture, anche nel contesto di una mera evasione, dovessero essere chiaramente esplicite, nei loro personaggi, a meri e magri contesti di bene e male. Bianco e nero. Per cui. Che vi posso dire. Ben vennero molti libri di Stephen King e poco altro. Quindi, quasi sempre.., o in quelli che lessi.., mostri conclamati da una parte e buoni dall'altra. Almeno dai tredici quattordici anni fino ai diciassette diciotto. E non è forse un caso infatti che un altro monumento letterario, o considerato tale, fece allora, tra le mie imberbi mani la stessa fine di Lolita. Delitto e castigo. Deludenti e abbandonati entrambi.
Come già detto non ho strumenti o conoscenze professionali di psicologia ne di psichiatria. Ho solo fatto, nel contesto del mio percorso, scelte e conseguentemente, e/o assieme, certe letture piuttosto che altre.
Sono perfettamente d'accordo che esista una componente di feroce critica sociale di Nabokov per la psicologica soprattutto di certi anni in Lolita. E personalmente, per quanto ovviamente.. mi sono distaccato dall' abietto binario mentale di Humbert H. per Lolita e compagnia, mi sono invece spellato le mani nella critica che lo stesso personaggio fa alla realtà psichiatrica di quegli anni. Magramente, se non proprio per niente curativa in generale. Nello specifico. Illusione di cura per i più abbienti con metodi che sconfinavano spesso nell' ipnosi. E segregazione, confino, condanna dei più poveri in vere cliniche della paura. Alla fine quindi, poveri e ricchi, per una volta.. paradossalmente, drammaticamente uguali nell'incapacità, in quei tempi, di una cura.
Seguo la storia con interesse per l'approfondimento psicologico delle patologie dei protagonisti.
H.H. in testa a tutti neanche a dirlo...
Godo dello stile in cui è scritto per quanto molto ricco in alcuni passaggi.
Pag. 64, circa.. non corrisponderà penso nella edizione in lettura presso la maggioranza... Cito. "sentivo (H.H. al suo primo scorgere Lolita) le ginocchia simili a riflessi di ginocchia in acqua increspata..."
Grande.
Non posso in particolare che elogiare a genio, perlomeno per quegli anni, certe critiche dell'autore per certi "dottori".
Pag. 47, circa.. Cito ancora. "e Humbert il Terribile discusse con Humbert il Piccolo per stabilire se Humbert Humbert dovesse uccidere lei, o il suo amante, o tutti e due, o nessuno dei due".
Capolavoro.
Pag. 56, circa.. cito infine. "E poi aggiunsi a questo periodo (si parla di un ricovero di H.H...) ancora una settimana per il gusto di continuare con un formidabile nuovo venuto, un celebre medico profugo (e certo anche squilibrato), noto per la sua specialità di far credere ai pazienti di aver assistito al proprio concepimento".
E di nuovo si, per me.. capolavoro.
Critica alla radice della teoria freudiana della Trinità dell' Es, Io e Super-Io
nel caso della seconda citazione.
Critica, nella terza ed ultima citazione, alla credenza, prevalentemente religiosa, del momento ritenuto effettivo della nascita. Ovvero il concepimento. Al contrario, secondo altri tempi, altre scuole di pensiero, di un momento successivo di svariate settimane. Coincidente con lo sviluppo della retina, la sua conseguente stimolazione con la luce e la conseguente stimolazione del cervello. Vero momento di "nascita", secondo altre correnti di pensiero, prima ancora del parto effettivo. Infatti, prima di questa stimolazione, per alcuni, sicuramente pochi.., si parla "solo" di "possibilità di vita". Prevalenza della psiche sull'organico quindi. Ma, per carità.., senza nessuna annullamento per l'importanza di quest'ultimo.
Insomma proprio non mi aspettavo certe finezze e acutezze concettuali per quei tempi e per un "semplice" scrittore. Secondo me, con H.H. e poi.. Lolita, si è anche voluto pescare nel più torbido e malato possibile per denunciare quanto a quei tempi fosse rara se non impossibile una cura (per la pedofilia penso tutt'oggi) per molte cose. Non so.
Io ci leggo, oltre la storia e grazie ad essa, una ottima critica alla medicina del tempo. Psichica e organica.
Si sarà capito che non sono particolarmente freudiano.. ma non c'è niente di personale per nessuno.
A ognuno le proprie scelte e/o interessi.
Ho parlato di bianco e nero. Beh.. forse tardivamente.., ma c'è ben poco di grigio e di non chiaro nella realtà deprecabile di certe malattie.
Il grigio che ritengo interessante è quello con cui si devono confrontare medici etc... Chi deve curare le vittime (tra chi le subisce e chi le agisce o non se ne viene a capo, nessun vittimismo...) di certe realtà e scoprire la causa del loro principio malato.
Chiudo, in caso interessi a qualcuno, con un film che più a tema non si potrebbe.
Sensibile nello stesso argomento, come nella sua trattazione.
Nella mia memoria, ottimo.

The Woodsman - Il segreto.
Tralascio di inserire e dilungarmi ancora con la trama.. del resto è facilmente rintracciabile, in caso di interesse.
Regia femminile con Nikole Kassell.
Protagonista assoluto un grande Kevin Bacon.
Sua altrettanto ottima controparte (e compagnia di vita, non è un caso per me, visto la delicatezza del tema...) Kyra Sedgwick.
Indipendente/Drammatico.
1h27m. Anno 2004.

Cavolo si ho scritto troppo...
Ma come si fa a sintetizzare certi concetti.
E chissà se ci sono riuscito o quanto, concettualmente..,
mi è sfuggito per strada.
Basterebbe magari fermarsi a commentare prima.
O più frequentemente e meno lungamente.
Perlomeno non cito letteralmente nessuno. :ohmy: :lol:
Per carità nessuna critica.
Ma a me ci mancava solo quello. ;) :cheer:
Dai, non perdete la speranza... ;)

Pagina cento, proseguo.
Ultima Modifica 09/05/2018 00:52 da remembrandt.

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13/05/2018 10:59 #36563 da Anna96
Risposta da Anna96 al topic RE: Maggio 2018 - Lolita
Ho iniziato anche io la lettura e devo dire che non ho trovato lo stile pesante o poco scorrevole come invece mi aspettavo, leggendo alcune recensioni. Anzi è un crescendo di emozioni, spesso tra loro contrastanti, che mantengono vivissima la curiosità e che fanno venir voglia di non interrompere mai la lettura.
Attenzione: Spoiler!


In realtà al contrario di molti di voi, non sto provando vero disgusto per i pensieri e le azioni di H.H., forse perché mi è davvero difficile immaginarmi Lolita come una ragazzina di dodici anni! Sembra avere una consapevolezza di sé stessa e del proprio corpo che non riesco assolutamente ad associare ad una dodicenne (sarà anche perché mi ricordo bene come ero io alla sua età).
Nessuno di voi ha avuto la mia stessa sensazione?:huh:

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13/05/2018 11:39 #36564 da EmilyJane
Risposta da EmilyJane al topic Maggio 2018 - Lolita
Io ho finito ieri sera di leggere il libro e devo dire che non mi è piaciuto.
Non parlo della trama perché anch'io non ho provato disgusto per Humbert Humbert e perché, come Anna, ho faticato a vedere in Lolita una ragazzina di 12 anni anche per come è raccontata la storia e in effetti nella seconda parte si intravedono le crepe in questa narrazione di idillio.
Non ho nemmeno provato empatia però per H. H. come ho letto da recensioni in giro, è una macchietta d'uomo, con i suoi francesismi, le sue pretese, i suoi piagnistei, le sue pose da uomo di mondo che piace alle donne.
In ogni caso è proprio la scrittura di Nabokov che non son riuscita ad apprezzare, è ampollosa, ridondante e autocompiaciuta, la postfazione dell'autore non ha fatto altro che confermare quanto fosse convinto di sé e della sua opera.
Se la prima parte del libro tutto sommato è leggibile e scorrevole, la seconda diventa un lungo esperimento dell'assurdo, in cui Nabokov fa sfoggio delle sue capacità e si diverte (o forse lo fa senza volerlo) a diventare incomprensibile.
Per continuare i vostri paragoni con le opere d'arte a me viene in mente Kandinskij, sicuramente un'artista a detta di molti ma nei cui quadri io non trovo assolutamente nulla e ci vedo solo linee e colori.
Per carità saranno bravissimi sia Kandinskij che Nabokov ma li lascio volentieri a chi li apprezza e comprende. :)

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15/05/2018 12:23 #36610 da Anna96
Risposta da Anna96 al topic Maggio 2018 - Lolita
Ho finito la prima parte.
Errata corrige: provo un profondo disgusto per H.H.
In particolare mi ha dato fastidio la parte in cui tenta di giustificarsi facendo riferimento a ciò che avveniva nell'antica Roma o Grecia, ignorando il fatto che per secoli gli uomini hanno accettato e legittimato pratiche abominevoli (come la schiavitù) e che poi grazie al progresso sono riusciti ad abolirle.
Mi inquieta anche il modo in cui lui riconosca di essere un mostro, per poi passare un attimo dopo a giustificarsi e a sostenere di essere meno peggio di quello che sembra, che in fondo non vuole farle nulla di male ecc.

Per ora mi sta prendendo molto anche se faccio fatica ad andare avanti per paura di quello che potrebbe succedere a Lolita :dry:
Essere dentro la testa del mostro rende la lettura più difficile

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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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