Ho terminato qualche giorno fa il libro e mi è piaciuto molto, l'ho abbassato spesso per riflettere su una moltitudine di temi: la solitudine, la privacy, il bisogno di attenzione e approvazione, il giudizio, il pregiudizio, come questi sono declinati nella nostra società, il fatto che spesso diamo più importanza a quello che sta lontano e dietro uno schermo rispetto a quello che viviamo, l'incapacità generalizzata di godere di quello che si ha nel presente senza dover mostrare agli altri cosa si sta facendo, l'incapacità di sopportare la solitudine o la noia, di concentrarci, l'incapacità di rendersi conto che noi stessi con la tecnologia possiamo essere un pericolo per gli altri, e non solo il contrario, l'incapacità di avere una relazione sana con una persona senza bisogno di un oggetto nel mezzo, gli orrori che si possono scoprire con la curiosità.
Quindi Samanta Schweblin ha perfettamente colto nel segno, dal momento che afferma di non aver voluto scrivere un romanzo di fantascienza, ma sulle relazioni umane.
Poi leggo le vostre critiche e alcune le riconosco e le ammetto, senza nulla togliere alla mia impressione espressa sopra, perché l'esperienza del libro è stata totalmente positiva per me.
Per prima la questione della superficialità e della semplicità del linguaggio, di cui mi sono resa conto solo adesso. Non c'è nessuna bella frase da appuntare in questo libro, non ci sono perle stilistiche. Di solito queste cose le noto, eppure nonostante questo ci sono delle scene che ho stampate nella testa,
e potrei andare avanti ancora. Insomma per me lo stile sebbene scarno è pur stato evocativo e sufficiente per il tipo di storia e per il fatto che la semplicità ha permesso anche di catturare di più la mia attenzione, di avvolgermi completamente.
Ricordo che anche con il libro proposto da me c'era stato questo problema: il fatto di non sviscerare gli argomenti in modo approfondito aveva infastidito. Non condivido ma comprendo.
Una cosa che ho notato invece subito è stata la presenza di temi legati al sesso, al voyeurismo, presenti in molte delle storie. Alla prima storia ho pensato fosse un modo banale per attirare l'attenzione, però poi mi sono ricreduta. Pensando a quello che si sente nelle notizie o anche a esperienze personali non mi pare che sia così inverosimile questa frequenza, Piripicchio!
Bibbagood: Non ho nessun altro libro da consigliarti dal momento che mi guardo bene dal leggere libri su questi temi
Come ho detto, è un argomento che non mi interessa per niente, non riesco a leggere per piacere cose che già fanno parte della mia quotidianità, non mi sembra aggiungano nulla di nuovo. Forse per quello amo la letteratura classica o in generale non apprezzo molto la letteratura italiana contemporanea: probabilmente sono una di quelle lettrici un po' limitate che nella lettura di piacere cercano di fuggire un po' dalla realtà o di imparare qualcosa di nuovo, di soddisfare qualche curiosità, e un libro che tratta di una realtà in cui sono già immersa non riesce a incuriosirmi molto purtroppo (nonostante riconosca che probabilmente proprio questi libri sono necessari per capire meglio la realtà in cui si vive, quindi la mia non è assolutamente una critica, anzi
)
Capisco perfettamente, io mi occupo di ambiente e leggo raramente libri che ne parlano, perché avendolo studiato approfonditamente spesso li trovo banali e non mi insegnano nulla di nuovo. Al massimo leggo di questo tema declinato in ambiti di cui sono meno esperta, ad esempio la politica.
Piripicchio ti concedo che la scrittrice descrive qui evidentemente gli aspetti negativi della tecnologia e quindi aveva un'intenzione moralistica, ma che ti aspettavi, su quelli positivi mica ci scrivi un romanzo.
Su tutto il resto sono in pieno disaccordo! La trama assurda? è assolutamente realistica, io penso che la gente li comprerebbe subito questi kentuki, è proprio questo il punto del libro, che alcune tecnologie SONO già kentuki!
Il fronte di liberazione l'ho visto come l'ennesima riflessione, mica ti sta dicendo che va creato, che è una figata, sta semplicemente descrivendo una situazione che secondo lei potrebbe verificarsi. La gente che non si rende conto di cos'è la vera libertà. Mi ha fatto pensare a due cose molto attuali: la gente che si lamenta della libertà tolta con il covid e pensa di erigersi a liberatore della patria con filmati demenziali di protesta, e i complottisti dell'app Immuni che però hanno sempre lo smartphone in tasca e gli occhi sui social. Queste dinamiche già esistono, la scrittrice ha provato ad adattarle alla sua storia.
La tua reazione di indignazione è quella giusta comunque