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Dicembre 2020 - Kentuki

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20/12/2020 22:06 #48554 da IlariaAngelicchio
Risposta da IlariaAngelicchio al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Ciao a tutti,
Sono circa a metà del libro.

Di solito non amo i racconti e le storie troppo frammentate. Ma questo è il primo romanzo che riesco a leggere da quando è nata la mia bambina proprio perché composta di storie brevi e per lo più intrecciate. Ho provato con altro, ma faccio fatica con lunghi capitoli (che interrompo, riprendo, perdo il filo...) Insomma questa struttura peculiare per me ha il vantaggio di essere leggibile :laugh:

Io non lo sto leggendo come un romanzo di fantascienza. E vi dico di più. Una tecnologia simile al Kentuki esiste già. Fu commercializzato non tanto tempo fa un orsetto che, connettendosi ad internet, consentiva ad un'altra persona di comunicare a distanza col bambino. La pubblicità mostrava il papà che leggeva una fiaba al figlio mentre era in trasferta di lavoro. Ci saranno stati sicuramente dei meccanismi per rendere la connessione al pupazzo univoca con il dispositivo a distanza. Ma li vedete anche voi i pericoli di questi aggeggi?
Quindi rispondo a chi disse "chi metterebbe in mano ad un bambino un kentuki?". Noi!
Forse il pupazzo di cui parlo non ha avuto un enorme successo, ma dove lavoro (testiamo giocattoli tra l'altro) ho scoperto che è pieno di giochi per bambini piccolissimi che sono collegati al WiFi.
Chi di voi ha figli più grandi li avrà addormentati con il phon o la cappa della cucina. Ora esiste l'App per i rumori bianchi (che sempre sia benedetta) e le app che propongono esercizi giornalieri da far fare al bambino e dove puoi monitorare la crescita del pupo. Come? Inserendo dati!

Concordo con chi diceva che i kentuki sembrano essere la somma di più tecnologie tra quelle che usiamo. Social, Alexa App di vario tipo, netflix, lavatrici intelligenti, tessere del supermercato.

Il libro sta stimolando molte riflessioni in me come fece black Mirror (ve la ricordate la puntata dei Like?). Mi immedesimo nelle storie ed empatizzo coi personaggi. Quindi le riflessioni diventano più personali nella mia esperienza.

Vorrei condividerne alcune:
1. alcune persone usufruiscono dei social preferendo guardare e altri facendosi guardare. I più sono in un qualche punto del continuum tra i 2 estremi. Ho personalmente conosciuto alcune persone che non postavano nulla sui social, ma che sapevano tutto di tutti. Io personalmente sono più orientata sul lato del continuum "farsi guardare" in quanto da molto tempo, da molto prima dei social, seguo il precetto "chi mostra gode e chi guarda crepa". Nella storia io avrei un kentuki. Voi? Su che lato siete del continuum?
2. Le tecnologie riempiono solitudini e creano nuovi legami. Forse continuando a leggere il libro avrò modo di riflettere sul pericolo. Ma pensate a quello che facciamo qui. Stiamo condividendo pensieri e storie personali. Alcuni di noi sono facilmente riconoscibili nella loro identità offline. Stiamo quindi dando in pasto la nostra privacy al web per avere uno spazio dove condividere un interesse e, perché no, conoscere nuove persone. Alcuni di noi si sono incontrati nella vita reale, sono nate amicizie. La mia riflessione è quindi: come facciamo a prendere il meglio da questi strumenti minimizzando i rischi?
Che ne pensate?
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20/12/2020 23:07 #48555 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Ciao Ilaria il tuo post è veramente interessante e sono d'accordo con molte delle tue riflessioni.
Ad alcune tue domande ho già risposto nei miei precedenti post in questo topic. Ad esempio, se costretta a scegliere, ho detto da subito che preferisco avere un Kentuki che essere un Kentuki, perchè trovo più morboso guardare le vite degli altri che mostrare la propria vita.
Per quando riguarda la frammentarietà dei racconti a me non ha disturbato per nulla, anzi ha accresciuto in me la voglia di arrivare fino in fondo il più velocemente possibile, anche se poi ho sperimentato una rilettura del libro leggendo ogni singolo racconto senza la frammentazione imposta dall'autrice, e il risultato è stato interessante, ho colto dei particolari che mi erano sfuggiti.
Il libro non mi sembra per nulla banale, forse chi lo ritiene tale è perchè dà per scontato che alcuni fatti descritti è normale che accadano (ma così normale non è), oppure al contrario perchè ritiene che ad alcune conseguenze raccontate non si possa arrivare (ma anche questo non è vero, non siamo così distanti dalle situazioni del libro).
Mi ha dato molto da pensare quello che hai scritto Ilaria sul fatto che siamo noi genitori che sin da piccolissimi inconsapevolemente diamo in pasto i nostri bambini alla tecnologia.

MEMENTO AUDERE SEMPER
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21/12/2020 07:57 #48556 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Molto interessante il tuo commento Ilaria :)

Mi ha fatto ripensare ad un articolo che lessi qualche tempo fa: The Internet of Stupid Things . Era il 2015 quando lo pubblicarono. Oggi, le cose, se vogliamo, sono pure peggiorate. In questo articolo si rifletteva più che altro sui problemi di sicurezza introdotti da dispositivi non intelligenti o non sviluppati secondo tutti i necessari criteri che vengono collegati in Internet (es. le babycam cinesi da 10 €).

Io mi sono ritrovato la connessione bluetooth attiva (e peraltro non disattivabile) pure nello spazzolino da denti! Ma vi rendete conto? :laugh: Potrei monitorare tramite una app quanto tempo spazzolo per ogni semiarcata e se sto spazzolando bene o male... usata una solta volta solo per curiosità (volevo capire se effettivamente era affidabile), poi disinstallata (e non perché era inaffidabile...) :laugh:

La mia riflessione è quindi: come facciamo a prendere il meglio da questi strumenti minimizzando i rischi?


Come dicevo in qualche altro post, la cosa migliore che possiamo fare secondo me è sforzarci di conoscere a fondo gli strumenti che utilizziamo.

Parli correttamente di dati. L'altro giorno, ad esempio, ho sentito da qualche parte (non ricordo se in radio o in tv) che quasi il 90% degli utenti non legge le informative dei prodotti che utilizza (argomento del quale si parla, ad esempio, anche in QUESTO ARTICOLO ).

Ammetto di fare parte di quel 90% (spesso, vuoi per fretta, vuoi per svogliatezza, vuoi per come sono scritte le informative, ecc., anche io, che sono del settore, non leggo le informative... ed è sbagliato!).
Eppure, quando vogliamo comprare qualcosa di nuovo, spesso ci soffermiamo ad analizzarne le caratteristiche, leggiamo recensioni, ci informiamo. Invece con le cose che ci vengono date gratuitamente difficilmente lo facciamo. Come dicevano nel documentario su Netflix di cui parlavo nel mio primo post di questo topic: "Se non pagate per un prodotto, ricordatevi che il prodotto siete voi!" (intendendo, tra le altre cose, i nostri dati).
Quindi, senza dubbio, l'aspetto fondamentale sarebbe la conoscenza, la formazione in merito a ciò che si utilizza. Aggiungo anche la moderazione (un uso moderato dello strumento, limitandolo a quando realmente ne abbiamo bisogno).
Ecco, credo che con questi due accorgimenti i rischi non sarebbero eliminati ma sicuramente mitigati ;)

Per quanto riguarda il libro, sono circa all'80%. Le storie, per iterazioni successive, volgono al termine. Ormai lo finisco e poi tornerò qui a dire la mia ;)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain
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21/12/2020 11:12 - 21/12/2020 11:15 #48558 da elisalillibedo
Risposta da elisalillibedo al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Buongiorno a tutti.
Finito qualche sera fa. Rimango poco entusiasta. Non un brutto libro, per carità, ma appunto non mi ha entusiasmata, ovvero – come già avevo detto – non mi ha appassionata né mi ha detto nulla di nuovo, a parte un finale che riconosco non scontato. Ma comunque la conclusione delle storie mi ha lasciata un po' così... (ora mi leggerò tutti i commenti precedenti con gli spoiler, magari trovo qualcosa su cui riflettere)

Detto questo mi unisco alle riflessioni di Ilaria... personalmente io prenderei un kentuki o una connsessione solo quando me lo farebbero diventare necessario (come mi successe col cellulare, con whatsapp, ecc...), ne apprezzerei i lati utili e divertenti (se ce ne dovessero mai essere) e dopo un po' vorrei scagliarlo contro un muro ma non riuscirei a farlo perché sarebbe talmente entrato nella vita e negli usi quotidiani che stare senza sembrerebbe tagliarmi fuori da troppe cose comode e/o utili facendomi incavolare almeno quattro volte al giorno (esattamente il mio rapporto con i prodotti di Zuckerberg & C). Con questa scherzosa riflessione, che dà in pasto a tutti voi qualcosa di me :laugh: , voglio dire che alla tecnologia prima o poi ci si deve adeguare (a meno, come dicevo, di fare come Captain Fantastic...). Il problema è che forse (forse!) io ho gli strumenti per sopravvivere a questa sopraffazione, riuscendo forse (forse!) a gestire la tecnologia a mio beneficio e non a mio discapito. Mi chiedo quanta gente abbia questi strumenti nel mondo... Basta vedere cosa succede con l'informazione. Siamo sommersi di notizie e informazioni da ogni canale, eppure, parlando con la gente mi rendo conto che la gente è disinformatissima su tutto, anche su quello di cui si parla in continuazione. Io mi affido a due canali di informazione, giornale radio e qualche quotidiano o settimanale di attualità., li ascolto/leggo non con assillo (una volta al giorno), eppure mi sembra di saperne sempre molto di più di chi sta tutto il giorno davanti alla tele o ai social a cercare notizie o non so cosa... Scusate, mi sono lasciata andare forse a un piccolo sfogo :P

In sintesi, la tecnologia è molto utile, guai se non ci fosse (pensate questa situazione senza connessioni internet...), ma è un mostro a due teste. Bisogna domare quella cattiva e sfruttare quella buona. Ma non abbiamo le armi per farlo. Non tutti. Pochi. (Nessuno?) COme se ne esce? Non lo so, forse col tempo. Quando il lato perverso prende il sopravvento si prendono provvedimenti (come Grigor... che finché la legge non regolamenta, va avanti). Qualcuno ne paga le spese, putroppo.

Spero di non avervi depresso :unsure: In verità non sono così disfattista nella vita :laugh:

"In genere, quando fate la vita del cacciatore di balene ai tropici, vi investe una sublime mancanza di accadimenti."
H. Melville, Moby Dick
Ultima Modifica 21/12/2020 11:15 da elisalillibedo.
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21/12/2020 11:20 #48559 da elisalillibedo
Risposta da elisalillibedo al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Aggiungo un post scriptum...
Con ogni tecnologia nella storia si è battagliato. Anche con l'avvento della radio. Il nuovo fa paura...

"In genere, quando fate la vita del cacciatore di balene ai tropici, vi investe una sublime mancanza di accadimenti."
H. Melville, Moby Dick
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22/12/2020 11:50 #48575 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Terminato questo romanzo che mi ha colpito sia per la sua originalità, sia per la capacità dell’autrice di mantenere sempre buono il livello di tensione.

Certo alla lunga un po stanca e quasi non se ne può più di pupazzetti e tablet, però ha sicuramente il pregio di raccontare sprazzi di aspetti controversi della psicologia umana quali il narcisismo, il voyerismo, la pedofilia, il bisogno declinato in varie forme di legami sociali, le dinamiche di coppia, la solitudine…

A quanto le risultava, se l’utente del kentuki voleva abbandonare il «gioco» l’apparecchio non si poteva più usare. «Credi che sia stato a causa dei vecchi?», chiese Camilo. Era una cosa a cui Eider non aveva pensato. Non le sarebbe mai venuto in mente che adesso, oltre a tutte le avvertenze tecniche da leggere quando si compra un elettrodomestico nuovo, ci fosse anche da chiedersi se per quell’articolo sarebbe stato dignitoso vivere con una data persona. Chi mai si chiederebbe, davanti allo scaffale di un supermercato, se il ventilatore che intende portarsi a casa sarà disposto a fare aria a un nonno in pannolone che guarda la tv?


Ma si, ma in effetti chi se ne frega di un nonno in pannolone che gurada la tv?! La vita di un vecchio in un ospizio non può suscitare nessun interesse; sono vite noiose che non hanno più niente da dire… stacchiamo la spina, ci hanno imbrogliato. Vogliamo vedere vite di uomini coi muscoli e donne dalle forme sinuose che cercano di affermarsi con ogni mezzo.

Ma se decidessi di fermarti di fronte a quel vecchio ad ascoltarlo e lo guardassi negli occhi, scopriresti che dietro a quelle rughe c’è un uomo o una donna che come te è stato giovane e che ha tanto, tanto da raccontarti. Scopriresti che magari, quando aveva la tua età ha rischiato la sua vita perché tu oggi possa vivere la tua da uomo libero.

Ho lavorato per due anni in una comunità con persone anziane ed è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Con le loro storie mi hanno portato indietro nel tempo riuscendo quasi a farmi sentire nostalgia per un tempo e un mondo che non ho conosciuto. Un tempo che forse proprio perché c’era poco bisognava condividerlo e stringersi più vicini gli uni gli altri. Un tempo di vicinato, di tradizioni, di cose semplici e di valori che facevano si che anche nella povertà si potessero vivere delle vite ricche e piene.

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
Ringraziano per il messaggio: nautilus, Margarethe

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22/12/2020 12:31 #48576 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Dicembre 2020 - Kentuki

Piripicchio: Per non parlare del Fronte di liberazione Kentuki che tanto mi ricorda il FLNDG (fronte di liberazione nani da giardino). Qui si raggiunge il parossismo. Persone che bramano di essere liberi con il kentuki, come se questa "liberaà" fosse in alcun modo differente dal connettersi con googlemap ed andare in giro liberamente con la visuale in soggettiva.

lo dico con affetto e allegria e con la solita speranza di essere contraddetto con forza: tèrribol!


:laugh: :laugh: :laugh:

Very Witty come sempre! Però non mi sento di esser così pessimista. Dai l'idea è buona, forse poteva esser sfruttata meglio. E quasi come una evoluzione del Grande Fratello...

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon

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22/12/2020 12:47 #48577 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Dicembre 2020 - Kentuki


A quanto le risultava, se l’utente del kentuki voleva abbandonare il «gioco» l’apparecchio non si poteva più usare. «Credi che sia stato a causa dei vecchi?», chiese Camilo. Era una cosa a cui Eider non aveva pensato. Non le sarebbe mai venuto in mente che adesso, oltre a tutte le avvertenze tecniche da leggere quando si compra un elettrodomestico nuovo, ci fosse anche da chiedersi se per quell’articolo sarebbe stato dignitoso vivere con una data persona. Chi mai si chiederebbe, davanti allo scaffale di un supermercato, se il ventilatore che intende portarsi a casa sarà disposto a fare aria a un nonno in pannolone che guarda la tv?


Ma si, ma in effetti chi se ne frega di un nonno in pannolone che gurada la tv?! La vita di un vecchio in un ospizio non può suscitare nessun interesse; sono vite noiose che non hanno più niente da dire… stacchiamo la spina, ci hanno imbrogliato. Vogliamo vedere vite di uomini coi muscoli e donne dalle forme sinuose che cercano di affermarsi con ogni mezzo.

Ma se decidessi di fermarti di fronte a quel vecchio ad ascoltarlo e lo guardassi negli occhi, scopriresti che dietro a quelle rughe c’è un uomo o una donna che come te è stato giovane e che ha tanto, tanto da raccontarti. Scopriresti che magari, quando aveva la tua età ha rischiato la sua vita perché tu oggi possa vivere la tua da uomo libero.

Il bello di questo libro è che porta a riflettere su più aspetti della vita. L'episodio della residenza per anziani è uno dei più tristi di tutto il libro
Attenzione: Spoiler!
.
Per certi versi è un libro che ci mette a disagio, perchè ci pone di fronte a situazioni che possiamo vivere, a pensieri che possiamo fare, a comportamenti che possiamo tenere. L'autrice sviscera l'essere umano, di cui ci fa vedere anche i pensieri più reconditi, quelli che apertamente non manifesterebbe mai, ma che dietro l'anonimato di una webcam non si fa scrupoli ad esprimere. Chi avrebbe il coraggio di dire che non vale la pena guardare la vita di un anziano? Eppure chi quel coraggio non ce l'ha, grazie all'anonimato non esita a disconnettersi. Non è la tecnologia che crea mostri, meditiamo su questo.

MEMENTO AUDERE SEMPER
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22/12/2020 18:04 #48581 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Dicembre 2020 - Kentuki
ho terminato questo libro da piu di una settimana ed è la prima volta che per parlane ho avuto bisogno di uno stimolo di una domanda ...perchè?
perchè è un libro che mi ha lasciata interdetta con molte domande ma anche molte riflesioni sul nostro essere piu profondo
sapete cosa ho notato subbito dopo che ho terminato l'ultima pagina
ho notato che tutti i kentuky fanno la stessa fine vi siete domandati il perché?
Lo slogan di questo libro dovrebbe essere nessun kentuky è per sempre ...tutti disconnessi nessun kentuky ha un continuo con questo che cosa ha voluto indicare l'autore
Non ha fatto continuare nessuna vita kentuky tutte finite che conclusioni dovremmo trarre?
È a questo che sto pensando da quando lho finito
Tral'altro la cosa che mi ha un po' disturbato è la frettolosita con cui il libro è stato terminato
La disconessione è come la chiusura di una porta in faccia si ristabilisce la propria pravasy e la propria vita, forse l'unica soluzone per una curiosità morbosa chè è intrinseca nel gioco.
Entrare nella vita degli altri viverla anche, è il massimo chi non vorrebbe provare
Ma se poi tu porti il tuo mondo in quella vita diventa complicato e pericoloso non c'è più una distinzione dell' essere e Finisce tutto quando i proprietari dei kentaky si svegliano e dicono come direbbero ad una vicina toppo invadente fuori da casa mia è la mia vita
L'unica distinzione nelle storie è con Marvin e sapete il perchè è un kentaky libero e qui il libro apre le porte verso tutt'altra cosa un altro aspetto la tasportazione del essere nel kentaky vivere attraverso
Pericoloso come gioco si rischia come Marvin di estraniarsi dal mondo... Anche qui c'è una disconnessione
Diversa e vine descritta ed identificata come la morte
Insomma un libro tuttaltro che banale di cui potremmo parlare per giorni perché estremamente attuale
ps ultima nota alcune utenti mi hanno fatto notare lo strano caso del colonnello sanders
qualcun'altro lha notato è una cosa molto curiosa e simpatica
Ringraziano per il messaggio: nautilus

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22/12/2020 20:17 #48585 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Dicembre 2020 - Kentuki
La morte dei Kentuki per per me vuol dire il ritorno alla vita vera dell’essere umano. Il reale, con tutte le sue difficoltà, solitudini, brutture, che comunque prevale sulle vite non reali. La morte del Kentuki è la presa di coscienza che non si può scappare dalla propria vita, che non ne possiamo creare un’altra invadendo la quotidianità di altri essere umani, o sperando di essere amati da chi non ci conosce ma ci vede da dietro uno schermo. Brutta che sia dobbiamo vivere la nostra vita, il Kentuki è solo una parentesi, per fortuna, viste le conseguenze.

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