Mercoledì, 05 Novembre 2025

Dicembre 2020 - Kentuki

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25/12/2020 11:03 #48647 da Thepinklady
Risposta da Thepinklady al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Devo essere sincera, non ho letto ogni singolo commento a proposito del libro perchè siete tanti...
ora sono arrivata a piu' di metà del libro e credo ormai di aver passato il momento topico...

Cosa ne penso della storia:
il fatto che ci siano piu' racconti frammentati mi fa pensare ad una strategia dell'autrice per farci vedere da piu' lati l'uso di questi kentuky e secondo me questa è una cosa carina, per permettere al lettore di comprendere il funzionamento di questi aggeggi e avere quindi una visione d'insieme.

Come molti avevano già commentato, i kentuky ricordano i social media, ed infatti penso che sia una cosa fatta apposta dall'autrice per renderci conto che quando sono stati inventati i social non sapevamo bene dei pro e dei contro che avessero creato, sopratutto perchè prendendo parte delle nostre relazioni nella vita quotidiana.
Siamo sicuri che i social li avremmo usati lo stesso se prima avessimo saputo a cosa andavamo incontro?
Non li biasimo, Io trovo sarebbe stato veramente difficile prevedere cio' che sarebbe successo, ma alla fine, anche se ormai tutti abbiamo esperienza di come funzionano, continuiamo a sbagliare e a creare sempre piu' piattaforme dove la gente si sente sempre piu' sola, è insicura e anche se vuoi narcisista perchè tutti vogliono attenzioni...

A livello di come è scritto il libro:
ecco, io lo trovo un po' noioso e avendo già superato il momento topico dei racconti trovero' difficile finirlo, comunque scorre abbastanza bene, penso che non sia scritto/tradotto male.
Penso che le emozioni dei personaggi siano superficiali per gran parte dei racconti, io credo che piu' un personaggio ha una descrizione accurata piu' troviamo famigliarità con loro e tendiamo ad empatizzare. Invece io non mi sento coinvolta, ho diciamo un'attenzione forse particolare per la storia di Emilia/Eva ed Enzo/Luca.
Attenzione: Spoiler!

Attenzione: Spoiler!

Non è incredibile che diamo piu' attenzione a degli sconosciuti piu' che alle persone che già conosciamo e con cui invece dovremmo avere dei rapporti normali? Forse viene dal fatto che hanno/abbiamo delle maschere, perchè è piu' facile mostrarsi cosi' piuttosto che umani, pieni di difetti, anche se alla fine è cio' che siamo.

Se dovessi scegliere tra essere o ad avere un kentuky credo che sceglierei di averlo, cosi' nel caso non mi piacesse potrei spegnerlo. L'idea di dover essere un kentuky e nel caso venir spento da qualcuno mi metterebbe tristezza perchè lo paragonerei ad un rifiuto, quindi credo che chi dice di averlo ha molta piu' libertà e se vuoi "potere", perchè senza di esso, la connessione non potrebbe esistere.
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26/12/2020 11:55 - 26/12/2020 12:23 #48656 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Dicembre 2020 - Kentuki

Mattia P. ha scritto: Terminato questo romanzo che mi ha colpito sia per la sua originalità, sia per la capacità dell’autrice di mantenere sempre buono il livello di tensione.

Certo alla lunga un po stanca e quasi non se ne può più di pupazzetti e tablet, però ha sicuramente il pregio di raccontare sprazzi di aspetti controversi della psicologia umana quali il narcisismo, il voyerismo, la pedofilia, il bisogno declinato in varie forme di legami sociali, le dinamiche di coppia, la solitudine…


Ti ri-quoto interamente Giuseppe perché ieri sera ho finito anche io di leggere questo Libro del Mese e sono totalmente in linea con il tuo commento, parola per parola! Quindi perché reinventare la ruota? :laugh: ;)

Segnalo la pubblicazione della RECENSIONE di Francesca su questo nostro Libro del Mese ;)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain
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26/12/2020 18:10 - 26/12/2020 18:17 #48667 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Dicembre 2020 - Kentuki

Elisalillibedo: Detto questo mi unisco alle riflessioni di Ilaria... personalmente io prenderei un kentuki o una connsessione solo quando me lo farebbero diventare necessario (come mi successe col cellulare, con whatsapp, ecc...), ne apprezzerei i lati utili e divertenti (se ce ne dovessero mai essere) e dopo un po' vorrei scagliarlo contro un muro ma non riuscirei a farlo perché sarebbe talmente entrato nella vita e negli usi quotidiani che stare senza sembrerebbe tagliarmi fuori da troppe cose comode e/o utili facendomi incavolare almeno quattro volte al giorno (esattamente il mio rapporto con i prodotti di Zuckerberg & C). Con questa scherzosa riflessione, che dà in pasto a tutti voi qualcosa di me , voglio dire che alla tecnologia prima o poi ci si deve adeguare (a meno, come dicevo, di fare come Captain Fantastic...). Il problema è che forse (forse!) io ho gli strumenti per sopravvivere a questa sopraffazione, riuscendo forse (forse!) a gestire la tecnologia a mio beneficio e non a mio discapito.


Penso sia proprio centrale delle nuove tecnologie: vengono inserite come una novità comoda e poi diventano una necessità, e se non le possiedi rimani tagliato fuori. Banalmente a volte mi capita di uscire senza smartphone e mi ritrovo in situazioni in cui devo tornare a casa a prenderlo perché gli altri mi impediscono di fare qualcosa senza di esso. Es. al comune per dei documenti, era chiuso e bisognava telefonare per prendere appuntamento. A fare sport nel parco, e l'istruttrice mi aveva mandato la scheda via whatsapp..
Come dici tu credo che si debba riflettere sui lati positivi e negativi di ogni strumento per noi stessi, decidere se l'utilizzo vale la pena, e poi darsi delle regole per essere sicuri di farne un uso ottimale. Le regole non saranno uguali per tutti naturalmente. Ad esempio, se uno ha un’attività online da pubblicizzare sui social non può sperare che vada bene anche rinunciandovi. Ma chi lo usa solo per mettere dei like agli amici sperando che questi sostituiscano una relazione, allora è meglio rinunciare e fare una telefonata ogni tanto. Perché se devo mantenere una relazione a suon di like, è una relazione talmente sottile che magari è meglio lasciarla andare.. Forse a volte è anche il caso di prendersi qualche scomodità, piuttosto che diventare troppo dipendenti.

Thepinklady: Siamo sicuri che i social li avremmo usati lo stesso se prima avessimo saputo a cosa andavamo incontro? Non li biasimo, Io trovo sarebbe stato veramente difficile prevedere cio' che sarebbe successo, ma alla fine, anche se ormai tutti abbiamo esperienza di come funzionano, continuiamo a sbagliare e a creare sempre piu' piattaforme dove la gente si sente sempre piu' sola, è insicura e anche se vuoi narcisista perchè tutti vogliono attenzioni...

E in effetti lo stesso Zuckerberg afferma che i social servono a mantenere relazioni. Una cosa positiva! Ma poi si è aggiunto che servono a far fare pubblicità alle imprese, a spiare, a perdere semplicemente tempo per avere la parvenza di un momento di piacere e riposo, a "informarsi" (!!!). Whatsapp doveva servire a scambiare immagini e video con gli amici, ora è diventato un disturbo continuo di cui è difficile privarsi. Anche le e-mail, una forma di comunicazione formale ma più veloce di una lettera, sono diventate qualcosa a cui devi rispondere immediatamente e che arrivano a ogni ora.
Il fatto che continuiamo a sbagliare nonostante ne conosciamo i pericoli non deve farci pensare che non siamo capaci di controllarci, è solo che combattiamo un nemico più forte di noi, che sfrutta la nostra psicologia per attirare la nostra attenzione, per questo ritengo che solo dandoci da soli delle regole possiamo riuscire a controllarci.

Mattia P.: Ma se decidessi di fermarti di fronte a quel vecchio ad ascoltarlo e lo guardassi negli occhi, scopriresti che dietro a quelle rughe c’è un uomo o una donna che come te è stato giovane e che ha tanto, tanto da raccontarti. Scopriresti che magari, quando aveva la tua età ha rischiato la sua vita perché tu oggi possa vivere la tua da uomo libero.

Nautilus: Per certi versi è un libro che ci mette a disagio, perchè ci pone di fronte a situazioni che possiamo vivere, a pensieri che possiamo fare, a comportamenti che possiamo tenere. L'autrice sviscera l'essere umano, di cui ci fa vedere anche i pensieri più reconditi, quelli che apertamente non manifesterebbe mai, ma che dietro l'anonimato di una webcam non si fa scrupoli ad esprimere. Chi avrebbe il coraggio di dire che non vale la pena guardare la vita di un anziano? Eppure chi quel coraggio non ce l'ha, grazie all'anonimato non esita a disconnettersi. Non è la tecnologia che crea mostri, meditiamo su questo.


Condivido le vostre riflessioni, anche io ero rimasta molto male di fronte a questi episodi. A quello che dice Nautilus di collega la riflessione di Elisa:

ElisaZ: Parlando di questi casi, ritengo che il kentuki non compia un'opera di traviamento dell'animo umano, ma ne sia in realtà uno spietato rivelatore: danno semplicemente la possibilità di rimuovere tutti quelle sovrastrutture sociali che impongono un determinato codice di condotta morale. L'essere umano, spogliato di queste, è libero di comportarsi come più gli aggrada (anche in modo perverso, crudele o violento), poichè libero da ripercussioni.
Credo quindi che essere un kentuki non vada a modificare l'animo umano, ma a esasperarne determinate componenti... ESATTAMENTE COME SUCCEDE SUI SOCIAL. Una persona educata e con una solida etica morale resta tale di persona, in videochiamata o per messaggio. Al contrario, perdonate il francesismo... un cafone maledicato resta un cafone maleducato, ancor più nel momento in cui può nascondersi dietro in kentuki, che può essere il perfetto corrispettivo di un account fake.
Non ritengo che questo libro presenti solo una critica legata ai social, ma un vero e proprio studio sociale. Ecco perché anche io, come hanno scritto altri, fatico a considerarlo parte del genere "fantascienza"... mi sembra piuttosto REALISMO SOTTO PSEUDONIMO!

Sono pienamente d'accordo!!

Elisalillibedo: perché si chiamano Kentuki?

Blache Francesca: La scrittrice cercò su internet una parola che suonasse bene per esprimere il concetto di oggetto piccolo, elettronico, ecc... le piacque la parola kentuky e la selezionò. Un'ultima cosa: il Titolo originale è Kentuki al plurale.

In un'intervista la scrittrice diceva di essere in cerca di un nome che suonasse poco costoso, un po' una cinesata, ma anche un po' americano, e ha visto che ci sono varie cose con questo nome in giro per il mondo, così l'ha scelto. Non si riferisce al Kentucky e lei stessa lo pronuncia con la u, come se fosse giapponese. è qualcosa che ricorda qualcosa a chiunque lo legga, alla fine è usato in tutto il mondo.

Elisalillibedo: Ma è così per tutto quello che riguarda il progresso, o quasi. Avete mai sentito parlare di accellerazionismo? Il progresso non si può fermare, accelleriamo sempre, qualcuno ci lascia le penne (in senso più o meno figurato) perché il progresso porta danni oltre che vantaggi (un esempio su tutti il cambiamento climatico), ma non si torna indietro, si accellera ancora di più per trovare soluzioni ai danni. Creando altri danni a cui si troveranno altre soluzioni. Molto semplificato, eh! È inquietante, ma il mondo (la società) va così.

Non avevo mai sentito questo termine. Alla fine è una cosa inevitabile, non possono esistere azioni che hanno solo effetti positivi, non esiste la panacea, si va avanti, si sperimenta, e poi si corregge ciò che non va..

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ultima Modifica 26/12/2020 18:17 da Margarethe.
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27/12/2020 16:51 #48677 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Dicembre 2020 - Kentuki

elisalillibedo ha scritto:

Blache_Francesca ha scritto: A quale personaggio di Murakami ti ha fatto pensare?


Il Colonnello Sanders in Kafka sulla spiaggia. :) Mi chiedevo se ci fosse un riferimento a Murakami o se sempilcemente si erano casualmente ispirati entrambi al Kentucky Fried Chicken.
Attenzione: Spoiler!

Inizialmente credevo che l’autrice per il colonnello Sanders di Alina si fosse ispirata al KCF, leggendo poi quello che hai scritto mi sono andata a documentare e credo proprio che abbia voluto fare anche e soprattutto un omaggio a Murakami e al suo Kafka sulla spiaggia. Il Kentuki di Alina è un corvo e guarda caso Kafka, il protagonista del romanzo di Murakami, ha un alter ego, il ragazzo chiamato Corvo.
È bello scoprire all’interno dei libri citazioni riconducibili ad altri libri!

MEMENTO AUDERE SEMPER
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27/12/2020 20:15 #48683 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Ho finito il libro da un po' di giorni, ma, mi sono presa del tempo per leggere i vostri commenti e mettere in ordine le mie idee.
Come avevo accennato, in un post precedente, non ho trovato la storia frammentata molto scorrevole e talvolta mi é sembrata superficiale. Avrei preferito che andasse più a fondo.
Quello che mi lascia perplessa è la fatica a ricomporre i pensieri, quasi come se alla fin dei conti mi lasciasse indifferente. In realtà non è così. All'inizio ho fatto fatica a proseguire ma negli ultimi capitoli non riuscivo a interrompere la lettura, che é stata un crescendo di tensione e turbamento. Mi lascia irrisolta ecco..tante domande. Non so se rispondermi che "non dice più di quello che già sta accadendo alla società" o se "in realtà siamo inconsapevoli di quello che apparentemente conosciamo e che dovremmo iniziare a temere". La mia colpa, diciamo, è di essere poco attratta dalla tecnologia, ma è da stupidi perché vi ricorriamo ogni giorno (tra l'altro il mio lavoro senza la tecnologia non esisterebbe).
A tratti non posso farne a meno ed in altri momenti la detesto. Forse il problema è proprio questo, non riconoscere quanto e come dipendiamo da essa, in che modo influisce sulle nostre vite e come siamo incapaci di porre un freno.
Siamo sempre più distaccati dalla realtà, sempre più frustrati, avidi, materialisti, senza privacy e ladri della privacy altrui, affidandoci ciecamente a tutte le nuove tecnologie, nella totale ignoranza, nella speranza di colmare i nostri vuoti poiché ci stiamo impoverendo negli affetti, proprio come i protagonisti che si ritrovano così spinti a cercare un surrogato, finendo per non vivere la propria vita.
Io credo che nella sua scrittura semplice, sbrigativa, sfaccettata, l'autrice dice molto più di ciò che ha scritto e lancia innumerevoli messaggi a cui devono seguire interrogativi e riflessioni che lascino a noi il compito di dare una conclusione.
Probabilmente il libro mi ha infastidita perché mi ha costretto a interessarmi e a pormi nuove domande su un qualcosa che io cerco sempre di eludere, inutilmente, e quindi a dovermene preoccupare.
Qualunque emozione susciti un libro, purché ci faccia riflettere, andando anche contro il nostro volere, i nostri gusti e interessi, vuol dire che ha colto nel segno.
Brava Nautilus complimenti, ottima scelta davvero!!

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)
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29/12/2020 11:43 - 29/12/2020 11:45 #48703 da IlariaAngelicchio
Risposta da IlariaAngelicchio al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Ciao a tutti,
Ho finito il libro l'altra sera. (Desidero condividere con voi la gioia di avercela fatta con una neonata allattata a richiesta. Mi sembra un sogno che si avvera).
La discussione sull'uso della tecnologia e sulla formazione è interessante. Si parla da molte parti di educazione ai social media e agli strumenti digitali. Ma queste voci non sono accolte.
Mi viene da pensare a come è andata la DAD e al fatto che le nostre scuole siano impreparate su questi temi a un livello più essenziale di quello che stiamo affrontando qui. E mi spiace molto.

I bambini di questo romanzo, in ognuna delle vicende, pagano uno scotto traumatico. Se ci pensate bene solo nella storia di Emilia non compaiono minori. E questa è una riflessione personale che mi porto dietro sul mio futuro di genitore.
Io adoro la tecnologia. Sognavo il tablet appena uscito, quando molti non lo capivano. Ho un assistente vocale in ogni stanza. Ho app per qualsiasi cosa. Non credo di mettere piede in alcun ufficio pubblico se non strettamente necessario.
La tecnologia mi attrae, mi piace, mi semplifica l'esistenza. E quindi sono più esposta. Credo insomma che un po' di educazione all'uso dei social e degli strumenti digitali debba farla anche io.
Se trovo qualche corso vi faccio sapere.

Mattia P. : in famiglia siamo grandi estimatori del rumore del treno.
Ultima Modifica 29/12/2020 11:45 da IlariaAngelicchio.
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29/12/2020 12:14 #48704 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Dicembre 2020 - Kentuki

IlariaAngelicchio ha scritto: Ciao a tutti,
Ho finito il libro l'altra sera. (Desidero condividere con voi la gioia di avercela fatta con una neonata allattata a richiesta. Mi sembra un sogno che si avvera).

Complimenti! Trovare il tempo di farsi una doccia con un bimbo piccolo è già un'impresa, figuriamoci portare a termine in un mese una lettura condivisa.

I bambini di questo romanzo, in ognuna delle vicende, pagano uno scotto traumatico. Se ci pensate bene solo nella storia di Emilia non compaiono minori. E questa è una riflessione personale che mi porto dietro sul mio futuro di genitore.

Acuta osservazione, è vero ci sono tanti bambini in questo libro e purtroppo appaiono in tutte le loro fragilità, indifesi anche e soprattutto per colpa degli adulti che invece dovrebbero tutelarli.
Penso alla bambina rapita nella storia di Grigor, al bimbo che viene lasciato a guardare e a piangere nella storia di Alina (mi chiedo perchè il padre non abbia disconnesso il Kentuki), alle tre adolescenti della storia di Robin, al piccolo Luca vittima dei genitori separati.
Anche in base alla tua considerazione emerge comunque che non è la tecnologia a fare danni ma le persone che la usano o come nel caso di Marvin, a fare danni sono gli adulti che non controllano i minori che usano la tecnologia.

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29/12/2020 13:34 #48705 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Dicembre 2020 - Kentuki

IlariaAngelicchio: Mattia P. : in famiglia siamo grandi estimatori del rumore del treno.


Ho vissuto i miei primi 10 anni di vita con la casa adiacente alla ferrovia. Tutti si stupivano e ci chiedevano come facessimo a vivere in mezzo a quel fracasso, a quel frequente tu-tum tu-tum di treni sulle rotaie...
Per me era musica. Non solo ci eravamo abituati, ma ne provo nostalgia tuttora.

Non mi sono invece mai abituato e ho vissuto anzi come un incubo, vivere in un appartamento al primo piano che si affacciava sulla tangenziale romana!

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon

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29/12/2020 15:33 #48708 da Thepinklady
Risposta da Thepinklady al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Ciao a tutti, ho finito anche io la lettura di questo mese!
Aldilà del fatto che non mi sia piaciuto, ho provato una profonda tristezza per la storia di Alina....

e quoto questo

Anche in base alla tua considerazione emerge comunque che non è la tecnologia a fare danni ma le persone che la usano o come nel caso di Marvin, a fare danni sono gli adulti che non controllano i minori che usano la tecnologia.

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02/10/2021 10:15 #54664 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Dicembre 2020 - Kentuki
Stanno arrivando…


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Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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