Ieri sera ho terminato la
Parte Prima e, anche se non sono ancora entrata nel vivo della storia, sono già soddisfatta. D'altronde non avevo molti dubbi!
Tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021 ho letto
Jane Eyre e sono rimasta folgorata dalla scrittura di Charlotte Brontë, tanto da decidere di rimediare subitissimo e recuperare tutti gli altri libri di questa autrice. Ovviamente ho esteso l'interesse anche verso le altre due sorelle, Emily - di cui ho letto
Cime Tempestose, che però voglio rileggere - e Anne. Di conseguenza le sorelle Brontë sono automaticamente diventate le mie personali autrici dell'anno, ma visto come mi sono andate le cose quest'anno, mi sa che come
@EmilyJane mi trascinerò questo proposito letterario ancora per un po'.
A chi è rimasto entusiasta da questo primissimo incontro con Charlotte, consiglio di recuperare al più presto la lettura di
Jane Eyre perché non potete non leggerlo! (Faccina con gli occhi a cuoricino che ancora si ostina a non esserci!
)
Per quanto riguarda questa
prima parte del libro sia i personaggi che il contesto storico sono indubbiamente ben descritti. Sono d'accordo con
@Mattia P. quando scrive:
Lettura che appassiona per come la Bronte riesce a creare dei personaggi particolarmente interessanti perché difficilmente inquadrabili in uno schema di positività e negatività. Ognuno ha degli aspetti oscuri ma allo stesso tempo una propria logica che in qualche modo li giustifica o per lo meno ne rende più comprensibili le spinte. Mi riferisco, in particolare, a Mr. York, Mr. Helstone e Mr. Moore, tre personalità forti con ideali e scopi in contrasto tra loro, ma accomunati dalla medesima ostinazione nel perseguirli.
Aggiungerei soltanto che fin'ora nessun personaggio mi è risultato forzato o montato ad arte, mi sembrano tutti molto realistici.
In riferimento al discorso "donna e amore" di cui parlava
@Mulaky mi ha colpito molto uno spezzone dello stesso capitolo che voglio riportarvi:
"Bisogna prendere le cose come vengono; non fare domande, non esporsi; è la scelta più saggia. Ti aspettavi del pane, hai avuto una pietra; su quella spezzati i denti, non urlare di dolore, se i nervi sono martoriati. Il tuo stomaco spirituale - se ce l'hai - è robusto come quello di uno struzzo, e la pietà sarà digerita. Hai teso la mano per avere un uovo, il fato vi ha posto dentro uno scorpione. Non mostrarti costernata, chiudi saldamente le dita su quel dono e lascia pure che ti punga il palmo. Non fare caso al dolore; con il tempo, dopo che la mano tutto il braccio avranno sopportato i brividi della lunga tortura e il gonfiore, lo scorpione morirà stritolato. E avrai imparato a soffrire senza un singhiozzo. Per tutto il resto della vita - se sopravvivrai alla prova, perché si dice che alcune donne ci muoiano - sarai più agguerrita, più saggia, meno sensibile. Ma da questa speranza non potrai al momento trarre coraggio, perché non ne sarai consapevole. La natura, come abbiamo detto, in questi casi è un'ottima amica: sigilla le labbra, proibisce lo sfogo, impone una placida dissimulazione che dapprima esibisce un comportamento gaio e disinvolto, lasciando poi il posto al dolore e al pallore che con il tempo si calmano e dileguano, lasciando dietro di sé un opportuno stoicismo amarognolo, ma non perciò meno fortificante."
Credo ci sia poco da dire, il testo è molto chiaro. Vorrei solo ci fermassimo un po' tutti a pensare a come spesso siamo convinti che le donne debbano
per forza essere forti. Almeno, questo è quello che mi hanno insegnato da bambina. A non far vedere a nessuno le mie lacrime, soprattutto se sono per un uomo, e a nascondere il dolore sempre!
Per quarto riguarda
l'ho percepito in modo diverso. Alla fine del capitolo VI l'autrice scrive
Nel capitolo
XI finalmente viene fuori Shirley e a fine capitolo a me è partita in automatico "Grande festa alla corte di Francia, c'è nel regno una bimba in piú, biondi capelli e rosa di guancia,
Shirley ti chiamerai tu. Il buon padre voleva un maschietto, ma ahimé sei nata tu, nella culla ti ha messo un fioretto Lady dal fiocco blu [...]"
Ho segnato alcune frasi che poi magari vi metterò per non dilungarmi troppo, una tra tante quella dolorosissima che ha già citato
@Mattia P. "È strano che il dolore mi soffochi a tal punto solo perché un altro essere umano non ha voltato gli occhi a incontrare i miei".