Sono arrivato in fondo a questo romanzo nonostante gli sforzi per mantenerne la rotta, un romanzo che ha suscitato non poche sensazioni, positive ma anche contrarie, e non potrei definirlo proprio nelle mie corde, non essendo riuscito a entrare in piena confidenza con le vicende narrate.
Ho letto i commenti che sono seguiti in questo forum e credo che si sia detto molto, sul fatto che non brilli, eppure io nonostante ciò ne avverto la profondità, come ho già peraltro espresso nel precedente post, non tanto nello sviluppo delle vicende i cui intrecci e alcuni personaggi risultano poco chiari e non rendono certamente merito alle sue capacità narrative, quanto nell'analisi dei suoi personaggi centrali: Shirley e Caroline, nel loro percorso di autoaffermazione che culmina nel matrimonio con i fratelli Moore, dove l'autrice si lascia andare a profonde riflessioni aprendosi intimamente di fronte al lettore, come a ricordare attraverso il loro sviluppo le figure delle due amate sorelle, Emily e Anne, così almeno la critica sembra suggerire.
Ed è seguendo questa linea, l'intimità con cui le protagoniste si aprono al dialogo attraverso la penna dell'autrice, allo spessore dei sentimenti espressi, che io trovo ad esempio il personaggio Sihrley , contrariamente a chi ne osserva l'incoerenza specie sul finale, congruente con l'immagine di una personalità fragile che l'armatura del temperamento volitivo ha saputo nascondere e la corazza svelare al suo sgretolatasi proprio in chiusura, quando cede finalmente all'amore che Louis le dichiara.
Solo Caroline sembra riuscire a intuirlo, in virtù di quella complicità, di quell'autentico legame quasi fraterno che le unisce, e attraverso cui ne comprende l'intensità pur se credo col proposito di assicurarsi, senza invidia né furberia, che il cuore di Shirley non batta per Robert perché lei ne è già perdutamente innamorata.
Per quanto il romanzo porti il nome Shirley, identificandolo con l'omonimo personaggio al quale, secondo la critica, è dedicato, la vera protagonista io la percepisco stranamente, forse illudendomi, in Caroline il cui sviluppo appare ai miei occhi più coerente e capace di suscitare forte empatia al punto di rubarle in certi momenti quasi la scena, non so se volutamente o involontariamente. È l'eroina alla quale mi identifico maggiormente perché il personaggio evolve in un percorso virtuoso in sintonia col mio modo di sentire e percepire. Una convinzione che spero faccia eco anche in molti di voi vicini per sensibilità al personaggio.
Poche righe per concludere e dire che è stato un romanzo difficile da digerire ma interessante per molti aspetti. Sono soddisfatto di averlo concluso perché, conoscendomi, alle prime difficoltà avrei senz'altro ceduto ma l'entusiasmo e l'impegno corale mi hanno sostenuto fino alla fine.
Un grazie a voi tutti e a chi lo ha proposto.