Ho avuto un rallentamento dovuto al lavoro e ad altre letture più urgenti che dovevo portare a termine, da stamattina sono concentrata su Shirley e non dovrei avere intoppi stavolta (spero).
Come già scritto, ho l'edizione Newton e dall'indice noto che non c'è la divisione in libri: sono solo XXXVII capitoli continuativi quindi, Bea, non so quanta distanza ci sia tra le nostre pagine. Ogni capitolo ha un titolo e al momento sto leggendo il nono che si intitola "Briarmains".
Da dove avevo lasciato, non è successo praticamente nulla. C'è un discorso più particolareggiato sul lavoro macchine VS operai che, onestamente, mi pare anche un po' ridondante perché la situazione era chiara già da prima e, alla fine, non si aggiunge neanche una virgola in più. Il problema dei lavoratori, per quanto sia un tema anche attuale se vogliamo, lo sto trovando pesante perché noiosetto. E' scritto tutto in modo chiaro e discorsivo, ma mi pare di essere sempre allo stesso punto, inoltre secondo me la Bronte tratta la questione in uno stile diverso rispetto alla Gaskell (che io non ho trovato mai pesante in "Nord e Sud"). Non saprei neanche spiegarlo, forse è la lentezza della trama a pesarmi perché mi pare non stia accadendo nulla.
Capitolo VII
Altro discorso è "donna e amore" riferito per lo più a Caroline
ma riferito anche alla percezione maschile di quelle caratteristiche che dovrebbe avere una donna per essere un partito desiderabile... caratteristiche che mi sembrano molto diverse da uomo a uomo (sempre stesso capitolo, voi che ne dite?)
Mi è piaciuta questa frase:
L'amore scusa tutto tranne la meschinità, che uccide l'amore e mutila perfino gli affetti naturali. Senza stima non ci può essere amore.
L'ho trovata molto molto vera e pure molto profonda, cioè la Bronte sapeva il fatto suo. Non solo riferita all'amore che può nascere tra due persone, ma proprio l'affetto in generale. Senza stima non può esserci un sentimento affettuoso. Per me è così, voi che opinioni avete in merito?
Per quanto riguarda mr Moore, devo dire che non riesco a essere del tutto negativa nei suoi riguardi, nonostante razionalmente non mi sembri poi questa gran bella persona. Secondo me, ha troppo sentimento di rivalsa in corpo, che si trasforma in egoismo e sete di fama; non è tanto questione di essere ricco, ma di riuscire laddove altri hanno fallito, di essere il numero uno, in pratica di essere meglio di tutti. L'ambizione va bene in una persona perché permette di raggiungere gli obiettivi, ma deve essere "sana" e in lui, invece, mi pare sia eccessiva... eppure, nonostante non mi garbi molto come personaggio e mi aspetti che faccia un qualcosa che mi farà storcere molto il naso, devo dire che la Bronte riesce a dargli una sorta di charme.
Il reverendo Helstone, in compenso, continua a non piacermi per niente: misogino e con mentalità chiusa, insomma un partito da non lasciarsi scappare! E,
Rimando la risposta ai vostri spoiler appena arriverò a quel punto nel romanzo