Margarethe post=57867 userid=5087Ti ringrazio Sara per l'articolo di cui hai riportato il link, è stato interessante scoprire come è stata concepita l'opera.
Ringrazio anche Davide per il video, che ci offre un punto di vista critico sull'opera. Personalmente non ho le conoscenze per valutare la correttezza storica, per cui leggo con interesse le vostre considerazioni, mi prendo solo il permesso di dire che quando c'è di mezzo un genocidio, ci penserei su bene prima di affermare che "le azioni positive, almeno per il momento, appaiono di gran lunga superiori a quelle contestate"; penso che la storia moderna ci abbia insegnato molto su questo
Greta ho letto il tuo intervento e mi sono sentito chiamato in causa perché le parole che citi sono le mie.
Intanto ti ringrazio perché mi dai modo di spiegarne il senso che leggendo la frase, mi rendo conto, appare altro rispetto a quello che ho voluto dare. Innanzitutto non vorrei che passasse l’idea che si possa sorvolare, o quantomeno che io possa sorvolare, su azioni esecrabili di quella natura per giustificare quelle positive che la Youcenar ci restituisce. Non era certamente questa la mia intenzione e se ho dato modo di pensarlo mi spiace.
Ho semplificato un ragionamento che in realtà è molto più articolato. Non mi sono soffermato solo su quanto Canfora dice nel video a proposito del genocidio per mano di Adriano perché ho trovato difficile pensare che un uomo con una cultura vasta e una idea di pace con cui intendeva unificare un intero impero potesse macchiarsi di un tale crimine, che fosse spinto da un odio viscerale nei confronti di una comunità e che la stessa Youcenar fosse caduta in un errore così grave per averlo taciuto. Quindi cercando sul web altri pareri sul punto che potessero fornire una giustificazione plausibile, ampliare il discorso, mi sono imbattuto in quello di Livia Capponi, docente di Storia Romana, che in un suo libro dal titolo “Il mistero del tempio. La rivolta ebraica sotto Traiano”, ipotizza, attraverso una rilettura delle fonti, un percorso altro.
Ella propone infatti una predatazione che permetterebbe di riferire la repressione della comunità ebraica non alla violenza di Adriano, bensì alle mancate promesse di Traiano.
In quel tempo Traiano si era impegnato con la comunità ebraica di Armenia e Mesopotamia di ricostruire loro il tempio distrutto da Tito suo predecessore in cambio di un aiuto nella campagna militare contro i Parti. Questa promessa fu disattesa e insieme alle offese inflitte dal suo luogotenente, Quieto, procuratore della Giudea, provocarono l’insurrezione di massa degli ebrei che venne respinta da Traiano con ferocia e massacri sanguinosi.
Questa repressione venne sì continuata da Adriano, divenuto imperatore alla morte di Traiano durante la rivolta, che si trovo a gestirla, non so come e non per sua volontà stando alla ricostruzione, però impose un nuovo corso degli eventi. Infatti egli si presentò come un ricostruttore ed evacuò le province appena conquistate.
Almeno queste sono le informazioni che ho potuto recuperare sul web ed è sulla scorta di questa nuova lettura che ho formulato quella frase per riferirmi al fatto che le azioni positive,
almeno per il momento, vista la questione aperta si presentano di gran lunga superiori a quelle contestate, cioè le contestazioni almeno per quello poco che ho potuto leggere non sono tali da spazzare via quanto di buono ha reso, ripeto, almeno per il momento, a dimostrazione del fatto che la storia non finisce mai e che le fonti possono offrire spunti di riflessione con prospettive persino opposte, come questa. Che non vuol dire che una esclude l’altra ma che occorre del tempo perché le posizioni restituiscano una ricostruzione che si approssimi alla verità storica che non è ciò che avvenne ma ciò che riteniamo sia avvenuto.
Greta, spero di aver chiarito la posizione.