Kipps. Storia di un'anima semplice, di Herbert George Wells
Premetto che Wells fa parte della schiera di scrittori e scrittrici inglesi dell'800 e inizi '900 che ho adottato come zii e zie

E' uno degli scrittori più prolifici che mi siano capitati tra le mani e ha davvero spaziato tra vari generi della letteratura. E' conosciuto per la fantascienza, ma non ha scritto solo quello!
Ho acquistato il libro sia perché voglio leggere TUTTO quello che posso di alcuni autori (gli zii, appunto), sia perché questo è il romanzo a cui Wells si sentì più legato poiché fu il più ambizioso ed ebbe un vasto successo in Inghilterra. Ho letto che è un romanzo di formazione stile Dickens, molto autobiografico e, come molti suoi romanzi, insieme comico e tragico, avventuroso e grottesco. Pure Henry James lo definì il miglior romanzo degli ultimi 40 anni (uscì nel 1905) e, per quel po' che so, lo scrittore americano non era né di manica larga con i complimenti ad altri scrittori né era un grande estimatore di Wells (lo biasimava perché, pur avendo talento, secondo lui non si elevava alla letteratura "alta" poetica e bla bla vari).
Ancora devo leggerlo, ma la trama del libro è la seguente:
Arthur Kipps è un giovane commesso con velleità borghesi. Conduce una vita monotona, frequenta un corso di scultura dove incontra una fanciulla di cui si invaghisce, ma lei non lo degna di uno sguardo. Kipps non ha né arte né parte, è ingenuo, impulsivo e, cosa forse più importante, non riesce ad elevarsi nella società. Succede, però, che per caso eredita una fortuna e improvvisamente diventa importante agli occhi degli altri... e iniziano i problemi.
La pagina 104 vede un Kipps appena divenuto ricco, quindi deduco che abbia ricevuto l'eredità da pochissimo.
Rimise in tasca le monete con gran circospezione, e proseguì per la sua strada con improvvisa allegria. Andava benissimo - finalmente lo capiva - era un uomo favolosamente ricco. Percorse una strada, svoltò, né percorse un'altra, e si diresse verso il Pavilion Hotel, poi cambiò idea e tornò sui suoi passi, deciso ad andare direttamente al negozio e dirlo a tutti.
Si accorse di qualcuno che attraversava la strada molto più avanti rispetto a lui, qualcuno di stranamente pertinente al suo straordinario stato d'animo del momento. Era Chitterlow! Certo, era stato Chitterlow che gli aveva parlato per primo della cosa.
Chitterlow è un autore drammatico, seguono alcune righe dedicate al modo di camminare di questo personaggio a cui Kipps vuole rivelare la sua situazione economica mutata, tuttavia il nostro Arthur non riesce a raggiungerlo e lo perde di vista.
Ma aver visto Chitterlow era stato salutare: ricollegava gli eventi, lo riattaccava al passato e a un nuovo punto, e lui aveva terribilmente bisogno propro di questo...
Tutto andava bene, anzi benissimo.
Improvvisamente fu preso da una grande impazienza di dirlo a tutti in negozio, dal primo all'ultimo, per filo e per segno. Era la cosa da fare. Sentì che parlarne era il solo mezzo per rendere reale tutta la storia.