N° 5) Madame Bovary di G. Flaubert
Questo romanzo l'ho ripescato anni fa, durante un trasloco, da uno scatolone il cui infausto destino fu di procedere dritto dritto verso il bidone della carta

Ahimé non potevo non salvarlo! Era insieme a testi scolastici di medie e superiori

che, nonostante emotivamente desiderassi a tutti i costi conservare ancora, non trovavano più spazio nel mio garage... nè una motivazione valida per essere tenuti, dato che risalivano agli anni 80... volevo esorcizzare la mia tristezza nel vederli andare al macero

così... senza aver commesso altra colpa che quella di occupare spazio rubato ad oggetti che, seppur di uso sporadico, avevano un alibi migliore per restare sullo scaffale che occupavano... per cui decisi di salvarne uno... uno solo in memoria dei suoi compagni e del tempo in cui lo avevo letto...forse a 15 o 16 anni...
Ed è per questo che ho deciso di inserirlo in questa lista: per dare un senso ed un valore a questo salvataggio!! Dopo questa importantissima digressione (i libri per me hanno anche una storia in tal senso, cioè un passato che prescinde da stesura, revisione, impaginazione e che trasuda autenticità dalle pagine), vengo al nocciolo.
Ricordo vagamente i particolari e l'intreccio, ovviamente, ma l'adulterio della Bovary che ne è il perno centrale naturalmente non l'ho dimenticato!
La pag. 160 coincide con la fine dell'ottavo capitolo e l'inizio del nono, Emma Bovary si crogiola nel ricordo di un ballo avvenuto qualche tempo fa, rassegnandosi a chiudere nel cassettone il suo abito da sera e le scarpine di seta, e quel ricordo occupa la sua mente nel tempo convivendo con un rimpianto. ma un altro oggetto "sospetto" trova spazio lì...
Spesso mentre Carlo era fuori, Emma andava a prendere nell'armadio, tra le pieghe della biancheria, dove l'aveva lasciato, il portasigari di seta verde. Lo guardava, lo apriva, ne annusava l'odore della fodera[...] Di chi era? Del visconte Forse era un regalo della sua amante. Era stato ricamato su un telaio di palissandro[...] sul quale s'erano chinati i riccioli morbidi della ricamatrice pensosa. Un soffio d'amore era passato fra le maglie del canovaccio; ogni punto dell'ago aveva fermato là una speranza o un ricordo e tutti quei fili di seta intrecciati non erano che la continuità della stessa passione silenziosa.
Beh... che dire... io avverto una musicalità in questa prosa d'altri tempi che ancora mi affascina, il mio spirito romantico emerge imperioso e sebbene il pragmatismo di oggi abbia naturalmente creato in me una visione meno evanescente e più concreta del sentimento di cui si parla

... quel
"soffio d'amore" lo trovo irresistibile!!