Oggi speravo di commentare prima... e invece tutti gli impegni rimandati durante la settimana mi hanno tenuta impegnata fino ad ora, per cui con un po' di ritardo e di stanchezza eccomi al. libro n°7 "Non buttiamoci giù" di N. Hornby
Dalla quarta di copertina ecco la trama.
La notte di Capodanno, in cima a un palazzo di Londra, quattro sconosciuti si incontrano per caso: non hanno nulla in comune, tranne l'intenzione di buttarsi giù, ognuno per i suoi buoni motivi. Martin per la sua reputazione distrutta; Maureen per una vita impossibile passata accanto al figlio disabile; Jess_ la sboccatissima Jess- per una delusione amorosa; JJ per il suo fallimento professionale e personale. Ma l'incontro in quell'ultimo istante è destinato a cambiare la loro vita: dopo una discussione accesa e stralunata, i quattro aspiranti suicidi scendono dal tetto, ma per le scale, uniti da una complicità nuova e imprevedibile.
Apag. 193 JJ e i suoi compagni si trovano in un locale e l'improbabile e maldestro tentativo del ragazzo di rimorchiare una ragazza appena conosciuta, Kathy, viene platealmente sabotato da Jess...
Con Jess non si sa mai[...]Quando spari dalla bocca tutto quello che ti passa per la testa con la sua velocità e la sua frequenza, ogni tanto qualcosa lo becchi per forza. Ma per un verso aveva ragione: senza la musica non ci sarebbe stata Avrebbe dovuto essere una piccola rimorchiata, la prima dallo scioglimento della band [...]Quindi dopo che è andata via (Kathy n.d.r.) ho cominciato a preoccuparmi per come avrebbe mai potuto funzionare: cioè se tra quarant'anni mi sarei ritrovato in un cazzuto ospizio a raccontare a una nanerottola decrepita e senza denti che il manager dei REM voleva rappresentare il mio gruppo.
Questo libro mi ha fatto sorridere tanto, ma mi ha anche commosso per la reale sofferenza di cui è pervaso, i personaggi affrontano drammi personali e reagiscono ad essi alternando sconforto, rabbia, resilienza... il loro improbabile e alquanto sgangherato sodalizio è spesso fonte di ilarità, ma induce anche a riflettere sulla forza che nasce dalla solidarietà reciproca che cementa un'amicizia salvifica che mai avrebbe potuto considerarsi realizzabile tra persone cosi diverse e così distanti...

mulaky ha scritto: libro numero 7 e leggete pagina 193

Madeline Miller - "La canzone di Achille"

SINOSSI
Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l'orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d'armi - due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d'amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell'epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l'omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l'ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

Pagina 193
Inizio 17esimo capitolo:
"I corni suonarono. I mirmidoni scesi dalle altre navi fendevano le onde con foga per raggiungere la spiaggia. E ora si fermarono attorno a noi, sul limitare dell'acqua, le bianche tuniche scosse dal vento. Come in risposta a un segnale che non riuscimmo a vedere, cominciarono a ripetere in coro il nome del principe, duemilacinquecento uomini all'unisono. A-chil-le!"

Siamo giunti al termine di questa settimana di gioco, ecco l’ultima estrazione.

Prendete il libro numero 3 e leggete pagina 104. La citazione deve riguardare la pagina in questione

(Ricordate: nel caso la vostra pagina dovesse ricadere nell'introduzione, dovrete leggere la prima pagina effettiva; se, invece, il vostro libro avesse meno pagine di quelle indicate, dovrete leggere l'ultima pagina)

Il mio libro numero 3 è "cento sonetti d'amore" di Pablo Neruda, l'ho scelto perché è un libro molto speciale per me, essendo il primo regalo fatto al mio fidanzato, quasi 6 anni fa.

Curiosità: è la raccolta da cui è tratta la famosa frase "voglio fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi"

A pagina 104 c'è il sonetto numero XXXV, il libro contiene sia la versione originale in spagnolo che la traduzione in italiano, nella pagina citata c'è la versione in spagnolo quindi per correttezza scriverò quella

"tu mano fue volando de mis ojos al día.
Entró la luz como un rosal abierto.
Arena y cielo palpitaban como una culminante colmena cortada en las turquesas.
Tu mano tocó sílabas que tintineaban, copas, alcuzas con aceites amarillos, corolas, manantiales y, sobre todo, amor, amor: tu mano pura preservó las cucharas.
La tarde fue. La noche deslizó sigilosa sobre El sueno del hombre su càpsula celeste. Un triste olor salvaje soltó la madreselva.
Y tu mano volviò de su vuelo volando a cerrar su plumaje que to creí perdido sobre mis ojos devorados por la sombra."

Il mio ultimo libro è "una vita da libraio" di Shaun Bythell.

Diario autobiografico di un libraio scozzese che ci racconta di varie scene esilaranti che gli capitano mentre lotta caparbiamente per tener viva e in piedi la sua libreria. Letteralmente in piedi, dal momento che con gli anticipi dell'edizione italiana ha potuto iniziare a riparare il tetto
La trame è:
Un paesino di provincia sulla costa scozzese e una deliziosa libreria dell'usato. Centomila volumi spalmati su oltre un chilometro e mezzo di scaffali, in un susseguirsi di stanze e stanze zeppe di erudizione, sogni e avventure. Un paradiso per gli amanti dei libri? Be', piú o meno… Dal cliente che entra per complimentarsi dell'esposizione in vetrina, senza accorgersi che le pentole servono a raccogliere la perdita d'acqua dal tetto, alla vecchietta che chiama periodicamente chiedendo i titoli piú assurdi, alle mille, tenere vicende di quanti decidono di disfarsi dei libri di una vita. The Book Shop, la libreria che Shaun Bythell contro ogni buonsenso ha deciso di prendere in gestione, è diventata un crocevia di storie e il cuore di Wigtown, villaggio scozzese di poche anime. Con puntuta ironia, Shaun racconta i battibecchi quotidiani con la sua unica impiegata perennemente in tuta da sci, e le battaglie, tutte perse, contro Amazon. La sua è l'esistenza dolce e amara di un libraio che non intende mollare.


A pag. 104 vengono registrati sul diario i seguenti eventi:
"Poco prima della chiusura ha chiamato Mrs Philips ("Ho novantatré anni, sa?, e sono cieca"): non ricordava il titolo del primo romanzo di Elizabeth Gaskell, e voleva sapere se per caso potevo dirglielo.
[..]
Martedì 22 aprile.
Alle undici, una voce al telefono mi chiede: "Come si fa a organizzare la presentazione di un libro nel suo negozio?" Da ulteriori indagini, la voce è risultata appartenere a uno scrittore fantasy che voleva leggere in pubblico qualche brano del suo ultimo romanzo, dedicato alle sirene. "è ambientato in mare" ha detto. E dove, sennò?"

Vita di Galileo (B. Brecht)

Opera teatrale di Brecht, secondo me stupenda e attualissima. Tratta sia i temi della scienza, della religione e del potere, sia il dramma di Galileo, costretto a scegliere tra la vita e l'onestà intellettuale.

A p. 104 Galileo parla proprio del metodo scientifico. (traduzione mia pessima dall'originale, ma quella che ho trovato su internet non mi piace)

"Il mio obiettivo non è dimostrare di aver avuto ragione, ma scoprire se avevo ragione. (...) Noi metteremo tutto, e poi ancora tutto in discussione. (...) E ciò che oggi troviamo domani lo cancelleremo dalla lavagna e lo riscriveremo solo quando l'avremo trovato di nuovo. E ciò che desideriamo trovare, questo, una volta trovato, lo consideremo con particolare diffidenza".

Il discorso prosegue, ma già qui Galileo delinea le caratteristiche centrali della ricerca scientifica. In primo luogo, il fatto che essa si fondi sul dubbio. In un altro punto dell'opera, Galileo spiega che solo la Fede dà certezza, mentre la ragione e la scienza si basano sul dubbio.
Io trovo questo tema particolarmente attuale. Penso all'atteggiamento comune della gente verso la comunità scientifica, quando si parla di Covid e vaccini. Molti si stupiscono e perfino si indignano se gli esperti esprimono opinioni divergenti o se cambiano idea nel corso del tempo, non comprendendo che la scienza prosegue necessariamente per ipotesi, esperimenti, tentativi. (Anche il bisogno comune di certezza è affrontato nell'opera di Brecht, dove a un certo punto ci si domanda se una società può basarsi solo sul dubbio o ha necessariamente bisogno di certezze, per quanto sbagliate).

Il passo citato suscita anche un'altra riflessione. Chi ha mai fatto ricerca sa quanto sia forte la tendenza e la tentazione di guardare solo i dati che fanno comodo alla propria tesi e viceversa di ignorare o sminuire i dati contrari. Galileo ci spiega che l'approccio corretto è quello opposto: considerare la nostra tesi con grande sospetto e diffidenza e solo quando i dati la confermano indubitabilmente, accoglierla (almeno temporaneamente).

Ragazzi mettete le traduzioni, ok la correttezza della pagina ma nel caso di testo a fronte mettete la pagina in italiano o fate voi la traduzione se il libro è in lingua, altrimenti la conversazione langue (non è il caso di usare Google translate )
Noi tutti conoscono le lingue

Thomas Hardy, Wessex and Past and Present Poems

Ho acquistato questo libro a pochi pounds in una libreria dell'usato a Edimburgo per puro feticismo nei confronti dei libri vecchi è stato stampato nel 1919 in questa città.

Il poema di questa pagina si intitola "Her death and after", riporto alcuni versi. Non esiste la traduzione in italiano e non oso farla io, il poema parla di una donna che muore di parto dando alla luce il figlio di un uomo crudele che non ama. Il protagonista e amante della donna è il vero padre, che, vedendo il maltrattamento del marito e della matrigna sul figlio che ha qualche problema di salute (lame=zoppo?Debole?), decide di prenderselo a carico.

And there, as I paused by her tenement,
And the trees shed on me their rime and hoar,
I thought of the man who had left her lone-
Him who made her his own
When I loved her, long before.

The rooms within had the piteous shine
That home-things wear when there's aught amiss;
From the stairway floated the rise and fall
Of an infant's call,
Whose birth had brought her to this.

Her life was the price she would pay for that whine-
For a child by the man she did not love.
"But let that rest forever," I said,
And bent my tread
To the camber up above.

[hr]

Davide interessante quest'opera, adoro il teatro di Brecht visto a teatro.

davpal3 ha scritto: Il passo citato suscita anche un'altra riflessione. Chi ha mai fatto ricerca sa quanto sia forte la tendenza e la tentazione di guardare solo i dati che fanno comodo alla propria tesi e viceversa di ignorare o sminuire i dati contrari.

Come si dice nell'ambiente (e non si dovrebbe dire): torturare i dati finché non confessano.

Numero 3, pagina 104, Mattatoio N°5.
E' difficile parlare di questo libro di che ho nell' edizione Feltrinelli. In quarta di copertina è definito, un pò troppo sinteticamente uno dei più grandi romanzi contro la guerra.
Lo è, ma è anche molto di più. La protagonista principale del libro è la città di Dresda durante l' infame bombardamento alleato del febbraio 1945. Il libro racchiude in sè il più significativo momento della vita dello scrittore, un compendio di tutta la sua produzione letteraria con personaggi che l' hanno attraversata in lungo e in largo, una riflessione sulla provvisorietà della vita e sugli effetti che il caso ha su di essa.Vonnegut si interroga anche sul senso del tempo e persino sul significato del cristianesimo.

Tutto questo viene raccontato attraverso i suoi occhi e quelli di Billy Pilgrim, un timido optometrista che fa parte del suo plotone e ha la caratteristica di essere spastico nel tempo. Può viaggiare nel tempo vero, ma i suoi viaggi non sono sempre piacevoli, poichè non è lui a decidere quando e in quale parte della sua vita trovarsi.

Questa particolare caratteristica l' ha imparata dai Tralfamadoriani, dei piccoli e pacifici alieni con una vista quadrimensionale che lo hanno rapito per un pò di tempo per esibirlo in uno loro zoo, insieme ad un' attrice di serie B di cui lui si innamora.

Mi rendo conto che può sembrare un polpettone insensato, ma non è così. E' il libro probabilmente più intimo di Kurt Vonnegut, quello che ne caratterizza meglio l' essenza umana, e non è un caso se è diventato uno dei più celebri (non in Italia) manifesti del pacifismo.

A pagina 104 troviamo una conversazione tra Billy, la sua futura e antipatica sposa Valencia e un suo ospite, il miliardario Eliot Rosewater:

Lei gli chiese se c' era qualcosa che poteva portargli da fuori, e lui disse: "No. Ho più o meno tutto quello che voglio". "E i libri ?" disse Valencia.
"Qui vicino ho una delle più grandi biblioteche private del mondo," disse Billy, alludendo alla raccolta di fantascienza di Eliot Rosewater.
Rosewater era a letto con un libro, e Billy lo introdusse nella conversazione chiedendogli cosa stesse leggendo in quel momento.
Così Rosewater glielo disse. Era Il Vangelo dello spazio di Kilgore Trout. Parlava di una creatura venuta dallo spazio che somigliava molto a un tralfamadoriano, tra l' altro. La creatura venuta dallo spazio aveva studiato a fondo il cristianesimo per capire, se possibile, perchè per i cristiani fosse tanto facile essere crudeli.....

Margarethe ha scritto: Thomas Hardy, Wessex and Past and Present Poems

Ho acquistato questo libro a pochi pounds in una libreria dell'usato a Edimburgo per puro feticismo nei confronti dei libri vecchi è stato stampato nel 1919 in questa città.

Il poema di questa pagina si intitola "Her death and after", riporto alcuni versi. Non esiste la traduzione in italiano e non oso farla io

Bella la storia di questo libro, e a dirla tutta forse le poesie non andrebbero neanche tradotte. Per via della metrica che è difficile rispettare in una lingua diversa.
No vedo la parola LAME però...