Settimana scorsa ho finalmente iniziato anche io I miserabili e sto quasi per finire la prima tappa, quindi scrivo senza aver letto i vostri commenti, che si rifaranno probabilmente a cose cui non sono ancora arrivata.
Il fatto di essere riuscita a leggere quasi un terzo del libro in una settimana è sicuramente un punto a favore, riesco a leggere molto più spedita di quel che credessi. Ciò è dovuto probabilmente al fatto che ho trovato il modo narrativo di introdurre i personaggi piacevole e affatto faticoso. Viene però spontaneo fare il confronto con Guerra e pace, sia per il periodo narrato e vissuto dai due autori, che per i tanti personaggi che costellano i due romanzi (paragone che probabilmente avrete già fatto, scusatemi).
A mio parere in Guerra e pace è inevitabile appassionarsi da subito di più. Il lettore viene immediatamente inserito nel solotto di Anna Pavlovna, i personaggi si presentano da sè, tramite i dialoghi e l'interazione reciproca, si viene subito immersi nell'atmosfera della Russia di inizio Ottocento. La narrazione di Hugo la trovo invece un po' troppo a quadri, non si riesce ad avere una visione d'insieme e quindi a percepire I miserabili come un romanzo nella sua integrità e consequenzialità (questo quanto meno fino al punto in cui sono arrivata io, quasi a un terzo).
La caratterizzazione dei personaggi fatta da Tolstoj inoltre è per me insuperabile, ancora non sono riuscita a riscontrarla in nessun altro autore; quella di Hugo non mi annoia, ma non mi appassiona.
La descrizione della guerra si presta anche facilmente a paragoni: Hugo mi sembra molto più superficiale, e quindi meno coinvolgente. Si limita a descrivere il campo di battaglia, mentre le riflessioni di Tolstoj, benchè a volte troppo approfondite e lunghe (ben più del "capitoletto" su Waterloo

), danno un senso di completezza del romanzo che mi ha sempre colpito. Le considerazioni dello scrittore russo riguardo la storia, la filosofia della storia, sull'animo umano, sul popolo russo ed europeo si riflettono in pagine che a mio parere restano impresse anche molto dopo aver concluso la lettura del romanzo. Hugo ad un certo punto invece liquida la sconfitta di Waterloo dicendo che Dio si era stufato di Napoleone e di conseguenza l'esito della battaglia era inevitabile.

La passionalità che Tolstoj, da uomo russo che ha visto l'avvento di Napoleone come un momento storico per il suo popolo, manca del tutto secondo me in Hugo, che, in qualità di francese, avrebbe invece forse dovuto avere questo tema un po' più a cuore di quel che appare.
Aspetto di leggere i commenti da voi fatti per vedere se ne avete già parlato, altrimenti sarei curiosa di sapere se anche a voi è sembrato un po' superficiale il suo modo di narrare un momento storico che lo riguardava cosi da vicino.