VFolgore72 ha scritto: Interessantissime le vostre opinioni, vi prego però di non svelare la trama od almeno usare la funzione "spoiler", in modo che chi è indietro con la lettura non venga penalizzato.
Inoltre vorrei porre una domanda a Pierbusa : cosa differenzia James da Lansdale?
Ahahahahah ... no tranquillo scherzavo, la domanda seria è questa : quale traduzione migliore di questo romanzo, o per lo meno quella più attuale e vicina ai tempi moderni?
Grazie!
Ahahahahaha...avevo quasi creduto alla serietà della domanda mi aspettavo anzi che aggiungessi anche un paragone tra Margherita/Violetta e la Isabel Archer.
Andando invece alla parte seria come ho già scritto sono stato in seria difficoltà a stabilire quale fosse per me (quindi con il mio parziale metro di giudizio) la traduzione migliore.
Per non ri manere nel vago e giusto per fare un esempio ti riporto nel seguito del quinto capitolo nelle varie versioni.
Ralph Touchett era un filosofo, eppure picchiò alla porta di sua madre (alle sette meno un quarto) con una bella dose di ansiosa premura. Perfino i filosofi hanno le loro preferenze, e bisogna ammettere che, dei suoi genitori, era il padre che contribuiva maggiormente a fargli sentire la dolcezza dell’affetto filiale. Suo padre, come egli diceva sovente, era il più materno dei due; sua madre, al contrario, era paterna e perfino, secondo il gergo del momento, governatoriale. Del resto, ella voleva molto bene al suo unico figliolo, e aveva sempre insistito che trascorresse tre mesi all’anno con lei. Ralph rendeva perfetta giustizia al suo affetto, e sapeva che nei suoi pensieri e nella sua vita così metodica, ordinata e ben servita, il proprio turno veniva sempre dopo un altro e più immediato motivo di sollecitudine: la precisione, cioè, del comportamento da parte degli esecutori della sua volontà.
(versione Rizzoli)
Ralph Touchett era un filosofo, ma ciononostante bussò alla porta di sua madre (alle sette meno un quarto) con una buona dose di impazienza. Anche i filosofi hanno le loro preferenze, e bisogna ammettere che tra i suoi progenitori era stato suo padre a inoculargli il dolce sapore dell’amor filiale. Suo padre, come egli aveva spesso detto a se stesso, era il più materno dei suoi genitori; sua madre, per contro, il più paterno, o anche – nel gergo del giorno – il più caporal maggiore. La signora Touchett comunque voleva molto bene al suo unico figliolo, e aveva sempre insistito perché lui passasse tre mesi all’anno con lei. Ralph ripagava di pari moneta il suo affetto e sapeva che nei suoi pensieri e nella sua vita, così ordinata e ben servita in ogni dettaglio, il suo posto veniva sempre dopo tutto quello che a lei soprattutto premeva, e cioè a dire le puntuali adempienze di quanti si adoperavano per le sue volontà.
(versione Feltrinelli)
Ralph Touchett era un filosofo, ciò non di meno egli bussò alla porta di sua madre alle sette meno un quarto, con una certa impazienza. Anche i filosofi hanno le loro preferenze ed egli ammetteva che dei suoi genitori suo padre era quello che gli dava meglio l’impressione della dolcezza. Era, come spesso l’aveva definito, il più materno. Sua madre, invece, era piuttosto paterna o, per star al gergo della giornata, governatoriale. Nonostante ciò era molto legata al suo unico figliolo ed aveva sempre insistito ch’egli passasse almeno tre mesi all’anno con lei. Ralph aveva molto caro il suo affetto e sapeva che nei pensieri e nella vita di lei, così metodicamente ordinata, il suo turno veniva subito dopo gli oggetti che le erano più cari: le varie puntualità e formalità che le stavano a cuore.
(versione Einaudi)
Ralph Touchett era un filosofo, ma nondimeno bussò alla porta della madre (alle sette meno un quarto) con non poca impazienza. Anche i filosofi hanno le loro preferenze, e bisogna ammettere che dei suoi genitori era il padre quello che sapeva meglio soddisfare il suo concetto della dolcezza della soggezione filiale. Il padre, come egli si era ripetuto sovente, era il più materno; la madre, al contrario, era paterna, perfino «governatoriale», per rifarsi ad un’espressione del tempo. Era tuttavia affezionatissima al suo unico figlio, e non mancava mai d’insistere perché trascorresse con lei tre mesi all’anno. Ralph rendeva perfetta giustizia a questo attaccamento e sapeva che nei pensieri e nell’assetto perfettamente ordinato e servito della vita di lei il suo posto veniva sempre subito dopo gli altri più prossimi oggetti delle sue cure, cioè le diverse puntualità secondo le quali gli esecutori della sua volontà dovevano metterla in atto.
(versione Newton)
Il brano specie nella seconda parte pieno di subordinate risultae essere abbastanza "involuto" e nelle varie versioni alla fine del brano non è sempre chiaro cosa venga prima dell'amore filiale per la signora Touchett!!! Certo sono sfumature, forse eccessive...però questa volta non so veramente decidermi anche se per praticità sto continuando con la versione della Feltrinelli.