Ho finito la seconda parte e non senza angoscia.
Ho trovato molto interessante la lettura del libro fornito da O'Brein (cap. IX Parte II), in particolare il capitolo I:
L'ignoranza è forza.
Orwell infila in questa parte della sua opera tante teorie filosofiche, storiche e politiche, tra cui quelle del filosofo e storico illuminista
Giambattista Vico (almeno secondo il mio modesto parere), di cui sono un'appassionata ammiratrice.
Vico sosteneva che la storia, come tutte le scienze, presenta delle leggi, dei principi universali, di un valore ideale di tipo platonico, che si ripetono costantemente allo stesso modo e che costituiscono il punto di riferimento per la nascita e il mantenimento delle nazioni (Teoria dei corsi e ricorsi storici).
Orwell nella parte in cui parla della gerarchia delle persone (Alti, medi e bassi) sostiene che
nel corso della storia si ripropone costantemente una lotta sempre uguale a se stessa nelle sue linee essenziali ed ancora
Era possibile, adesso, comprendere il movimento ciclico della Storia.
Del resto le teorie di Vico, vissuto a cavallo tra '600 e '700 furono riprese e molto apprezzate alla fine dell'800 e nel '900, quindi potrebbe essere che Orwell ne sia rimasto influenzato e affascinato.
Ho apprezzato molto sempre in questa parte del libro l'
exursus storico che Orwell fa riguardo alle rivoluzioni, vi è un richiamo evidente alla
rivoluzione francese. I Medi avevano sempre utilizzato termini come libertà, giustizia, fratellanza (Cap. IX, Parte II, p. 223).
In passato i Medi avevano fatto delle rivoluzioni sotto la bandiera dell'uguaglianza, salvo poi imporre una nuova tirannia non appena quella vecchia era stata abbattuta (p. 224). Come dimenticare i principi di
"liberté, fraternité, egalité", bandiera sotto cui il popolo francese ha scardinato la monarchia assoluta, per poi però ritrovarsi vittima del Regime del Terrore di Robespierre (ma non solo lui). Chiaramente Orwell fa riferimento anche alla
Rivoluzione russa. La situazione è sempre analoga, il fine è quello di stabilire la libertà e l'uguaglianza, per poi arrivare alla mancanza di libertà e all'ineguaglianza e ai liberatori che diventano dittatori e su questo argomento vale la pena leggere sempre Orwell con
La fattoria degli animali
Capisco il momento storico in cui scriveva Orwell, che non ha fatto altro che osservare la Storia e gli anni drammatici in cui è vissuto; comprendo anche la verità delle sue parole e la sua grande capacità di mostrarci le estreme conseguenze a cui può arrivare il comportamento umano, tuttavia trovo il suo pensiero troppo pessimistico, perché laddove sostiene che comprendendo il movimento ciclico della Storia lo si può anche alterare, dando un significato negativo all'alterazione dei cicli storici, io invece tendo a vederne la positività e ad avere fiducia nell'umanità. Lungi da me voler fare un discorso politico, non è questo il luogo opportuno, ma i libri infondono il sapere e ci devono far riflettere. E allora la guerra tra Russia e Ucraina è un evidente corso e ricorso storico, come negarlo, è una guerra simile a tante altre, sia per le sue origini che per il fine a cui mira, eppure questa volta, e spero che sia realmente così, il buon senso del resto del mondo ha prevalso, non facendola diventare una guerra mondiale. Come tutte le guerre anche questa guerra è ovviamente una catastrofe con ripercussioni negative pesantissime, ma penso sempre che poteva essere ancora peggio (spero di non essere smentita dagli eventi) e che forse la Storia ha insegnato qualcosa all'Uomo, poi certo c'è sempre l'uomo, inteso come singolo individuo, che dalla Storia non ha imparato nulla, però è l'umanità che conta e io in questa umanità voglio avere fiducia
Scusate la digressione, ma di fronte ad un libro come 1984 non puoi non interrogarti e non aprire gli occhi, nel bene e nel male, come ho già detto in un post precedente, smuove le coscienze e quindi fa paura.