Piripicchio ha scritto: 
Dopo aver letto questo articolo, Piripicchio confermeresti ancora quanto hai riportato nel tuo ultimo topic?
Caro Guido, ho letto l'articolo molto interessante che hai condiviso, veramente illuminante.
Non ho capito però bene cosa intendi dire...leggendo mi sembra emergano ulteriori motivazioni che rendono "vergognosa" la situazione. O mi sfugge qualcosa?
Sicuramente il quadro è molto piu complesso di come l'ho dipinto io,
anche se credo sia, in tutto onestà, inconfutabile che la cultura antiabortista in Italia abbia profonde radici religiose.
Ma il punto mio era un altro:
Qualunque tipo di idea, emozione, principio e motivazione personali dovrebbe essere tenuto al di fuori delle sale operatorie.
Non so se dico giusto ma trovo che:
Se le motivazioni economiche e lavorative all'obiezione sono pesanti da sostenere, è però altrettanto vero che le stesse possono cambiare. Cambiando contesto e condizioni lavorative.
Le motivazioni di fede le trovo veramente pericolose in quanto il loro cambiamento solitamente non richiede meno di secoli, quando avviene.
Tollerare poi obiezioni di fede significa aprire le porte a qualunque tipo di motivazione.
Perchè non tollerare dottori testimoni di geova che facciano obbiezione in caso di trasfusioni?
Cerco di dettagliare meglio il mio pensiero in merito 
Premetto anche che credo che quando si decide di essere obiettore di coscienza, non si sia tenuti ad esprimere le motivazioni per i quali si effettua tale scelta.
Pertanto, per i nostri ragionamenti, partiamo da un 
assunto, ovvero che quelli che sono stati riferiti a chi ha condotto l'inchiesta siano i veri motivi che hanno condotto alla scelta di essere obiettori gli intervistati.
Inoltre ricordiamoci che 
il campione analizzato è limitato (si parla di quattro ospedali).
Sono dell'idea che andrebbe fatto uno studio approfondito su larga scala (nazionale) da accompagnare alla relazione del ministro della salute sulla attuazione della legge 194.
Però intanto abbiamo il frutto di questa inchiesta e quindi utilizziamo ciò che abbiamo per i nostri ragionamenti 
Con il mio post volevo dire che non esistono solo due ragioni (fede e principi etici/morali) per i quali l'obiettore di coscienza decide di comportarsi come tale ma ve ne sono molte altre degne di attenzione e sulle quali, prese singolarmente, potremmo stare a discutere per ore.
Personalmente non definirei 
tutte queste ragioni come "vergognose" come hai detto te (ce ne sono di vergognose... ma non tutte! Una che ritengo anche io vergognosa ad esempio è che pare che in molti casi un incentivo economico possa avere un impatto importante nel far decidere un medico se essere o meno obiettore... della serie: "Tutti abbiamo un prezzo"... non mi piace! Sempre proni al dio denaro... 

).
Senza dubbio sono d'accordo con te in merito al fatto che vi siano aspetti su cui lavorare, partendo come dici sicuramente anche dal cambio di contesto e delle condizioni lavorative. Ed è questo ciò che trovo particolarmente interessante sottolineare.
Provo ad elencare alcune delle ragioni per l'obiezione che mi hanno colpito particolarmente delle molte in elenco, estrapolandone le parti essenziali:
1. Un problema grave in Italia è la mancanza di aggiornamento e formazione anche tecnica dei ginecologi in questo campo.
2. In Italia i contraccettivi non sono gratuiti neanche per le giovani o le donne sotto una certa fascia di reddito, l’educazione sessuale non è parte integrante dei curricula scolastici e gli uomini partecipano meno che in altri paesi alla contraccezione “sicura”.
3. Molti ginecologi hanno sottolineato come nell’ultimo decennio la medicina sia diventata sempre più difensiva, a causa dell’aumento di denunce da parte delle pazienti e di politiche assicurative che penalizzano i medici.
Questi tre aspetti, ad esempio, non dipendono direttamente dai medici ma dalle "condizioni al contorno", 
dall'ambiente in cui sono chiamati ad operare.
La mia sensazione leggendo i risultati di questa inchiesta è che il medico che decide di praticare o non praticare l'IVG sia solo la punta dell'iceberg di un 
sistema che va rivisto in molti dei suoi ingranaggi e che sia corretto partire dalla punta dell'iceberg per capirne le ragioni, ma che poi si debba obbligatoriamente riscendere giù giù fino alla base dello stesso analizzando e migliorando gradualmente ogni aspetto che determina l'ambiente in cui è chiamato ad operare il medico.
Ti dirò di più, estremizzando il concetto (concedetemelo, si fa per ragionare): forse fa quasi bene questo alto tasso di obiezione!! Perché almeno funge da campanello di allarme, da sensore. Ci apre gli occhi allargando la nostra visione d'insieme al punto tale da capire che sono molte le aree di miglioramento e che forse, in seguito alla doverosa approvazione della legge 194 (frutto di un referendum che aveva senso fare, a differenza degli ultimi ai quali siamo stati chiamati a partecipare...), si è scaricato tutto il problema dallo Stato alle regioni, poi dalle regioni agli ospedali, poi dagli ospedali ai medici, che si sono "armati" dell'obiezione di coscienza come unico modo per "segnalare" (magari anche inconsciamente) che il sistema è da rivedere nella sua interezza!
Una volta fatto, sono certo che il numero di obiettori diminuirebbe, rendendo ininfluente il problema "obiettore sì, obiettore no".
Come farlo? Ad esempio erogando formazione ai medici, introducendo l'educazione sessuale nelle scuole sin dalla giovane età (dobbiamo smetterla di avere paura di parlare di sesso, di considerarlo un taboo) e garantendo maggiori tutele legali che mitighino/riducano il rischio di denunce ai danni dei medici che abbiano svolto correttamente il proprio lavoro.
Mi pare che, benché qualcuno probabilmente se ne approfitti (“Obiettori di comodo” o “falsi obiettori”), la colpa di questa situazione non sia totalmente imputabile ai medici obiettori.
Concludo il comizio con un disclaimer: non sono un medico, non sono sposato con un medico, non ho genitori medici 
 
 
 
 Il medico a me più vicino è mio cugino neolaureato e sinceramente, quando ne avrò modo, sarò curioso di sapere la sua opinione in merito 
In merito al tenere fuori dalle sale operatorie qualunque tipo di idea, emozione, principio e motivazione personali, caro Piripiccio non stai facendo i conti con l'aspetto fondamentale: 
siamo esseri umani, non macchine... mettiamo i robot ad operare? 

 E siamo tornati all'argomento a pagina 2 di questo topic... tutto torna! 
 
 
 
 
Buonanotte!