Piripicchio ha scritto: Invece credoche:
Gli esperimenti e le digressioni sulla IA rappresentino la possibilità di razionalizzare l'uomo.
Di problematizzarlo. Ci da l'occasione di prendere robe tipo l'emotivita e chiedersi a cosa servano e come sarebbe possibile formalizzarla e di conseguenza capirla meglio.
Nessuno vuole veramente creare coscienze al silicio se non per dimostrare al mondo di aver capito il funzionamento della nostra e subito dopo premere il tasto OFF.
Concordo in pieno! 
Risposta esauriente e condivisibile, almeno per quel che mi riguarda 
Nel mio precedente post facevo riferimento al capitolo 11. Bellissimo! La degna conclusione della seconda parte del libro secondo me.
"
Alcuni studiosi sostengono che gli esseri umani hanno un innato senso morale universale: e, per sostenere questa affermazione, citano prove ricavate dalla carrellologia".
Il paragrafo "NATI MORALI" (

) ci parla proprio di Chomsky, dei suoi esperimenti e delle sue deduzioni. L'analisi che lo studioso fa sui bambini in effetti rivela comportamenti naturali incredibili sull'essere umano.
Chomsky fondamentalmente afferma che la semplicità con cui i bambini acquisiscono il linguaggio è dovuta al fatto che "
in qualche modo siamo programmati per parlare una lingua". In effetti è incredibile se ci pensate. La curva di apprendimento all'inizio è altissima.
Mio cognato è americano e quando con mia sorella hanno parlato con la pediatra in merito alla lingua che avrebbero dovuto parlare in casa, la pediatra non ha avuto dubbi: parlategli da subito in inglese, tanto quando poi andrà a scuola o frequenterà zii e nonni parlerà italiano. Sarà un po' complicato all'inizio ma inizierà le scuole elementari già sapendo due lingue! 
 
 
Ora, io ho 36 anni e vorrei da sempre imparare lo spagnolo (ad averci il tempo...). Secondo voi, quanto tempo impiegherei per impararlo considerando che conosco già due lingue (italiano e inglese)?
Ecco, mettiamo questo dato in proporzione al tempo che impiega un bambino, che parte da zero, ad imparare due lingue e secondo me non possiamo stupirci di quanto sia bella la "macchina" essere umano 
E qui mi riallaccio a quello che ha detto Mattia P. sul caso esempio di Piripocchio (bambino nella giungla con i lupi): probabilmente da grande avrebbe molta difficoltà e sarebbe lento nell'apprendimento, però anche io sono convinto che ce la farebbe... faticando ma ce la farebbe 
Sempre nel capitolo 11 ho trovato interessante anche il parallelo tra lingua e morale. Ci si chiede se i bambini hanno le stesse intuizioni morali degli adulti e si arriva alla tesi che ci siano delle regole astratte profonde ed universali (come diceva Vanna, una di queste è non fare male ad un innocente).
Qualcuno diceva che i bambini sono "la voce della verità".
Nel cattolicesimo si ritiene che "se non ritorneremo come bambini non entreremo mai nel regno dei cieli".
Tutti questi esempi per dire che forse quanto ipotizzato in merito alla innata moralità di ciascuno di noi può avere un senso. Il problema è che poi cresciamo, viviamo le nostre esperienze, veniamo gradualmente a contatto con persone e culture ed eventi della vita che ci cambiano e a sviluppare ognuno un diverso senso morale (sempre questione di condizioni al contorno).
Interessante anche l'esperimento fatto da Mikhail in merito all'ordinamento con cui vengono presentati i due problemi di carrellologia (ramo deviato e uomo grasso).
Si scopre infatti che cambiando i fatti relativi alle intenzioni delle persone ed i fattori al contorno che potrebbero influenzale tali intuizioni (es. si introduce l'aspetto sentimentale del conoscente sul binario), il tutto possa cambiare. Ed è normale secondo me per quanto detto sopra! Addirittura saperne il nome potrebbe influenzarci. Per questo motivo gli esperimenti di carrellologia cercano di essere avulsi da ogni qualsivoglia informazione che potrebbe in qualche modo toccarci al punto da far variare le nostre intenzioni.
Divertenti i quattro esempi (The Italian Job, Cannibalismo in alto mare, L'assassino anonimo del traghetto, Dilemma maltese): ognuno ci spiega qualcosa raccontando episodi molto particolari che catturano l'attenzione del lettore, alleggerendo un po' lo stile da "saggio letterario" a cui siamo abituati in alcuni tratti più specialistici del libro.
Si parla di "azioni scusabili" quando la sorte degli individui viene migliorata e quella di nessuno viene peggiorata. Il marinaio sarebbe comunque molto di fame. Il ragazzo sarebbe comunque morto affogato.  Il problema però, e l'autore fa benissimo secondo me a precisarlo, è che "
nell'accettare (se lo facciamo) che il caporale non aveva agito immoralmente, stiamo ammettendo che ci sono alcune occasioni in cui uccidere qualcuno intenzionalmente non è sbagliato".
Degna di nota è anche la decostruzione delle azioni fatta da Mikhail in MEZZI, FINI ed EFFETTI COLLATERALI.
Insomma, tanta, tanta, tanta carne al fuoco. Siamo a pagina 120 e solo il materiale letto ed analizzato fino ad ora potrebbe darci da discutere per mesi... inizio a capire come mai la filosofia è odiata da molti... farla alle superiori deve essere stato tremendo per tanti ragazzi e ragazze ma, presa in pillole e senza costrizioni (cosa che ovviamente da studenti non possiamo permetterci) secondo me è interessante per i processi mentali che ti attiva...